Guerra e Wegher, Jacuzzi dopo la sconfitta: e Maurizio è il re degli scacchi

LAS VEGAS – La differenza tra un un buon giocatore e un giocatore normale la vedi nel giorno più nero. Facile essere forti quando si vince. Il difficile è saper affrontare le sconfitte. Per i ragazzi del team Sisal quella di ieri non è stata una serata facile. Uscire tutti e tre nel day1 di uno tornei a cui Dario Alioto, Maurizio Guerra e Max Wegher puntavano di più, il 2.500 dollari pot limit omaha, è stato un brutto colpo. “Laguerra” e “Wuby” sono rientrati a casa Sisal poco dopo l’eliminazione, quando il sole ancora era alto sulla città del peccato.

Una lunga sosta al supermercato – “per sfogare la rabbia in acquisti compulsivi” racconta Maurizio (alette di pollo fritte, non si pensi a chissà che cosa, ndr) – e poi via in villa, a tuffarsi nella Jacuzzi a lenire le ferite rimediate ai tavoli da poker con getti di acqua massaggiante nella schiena. E già così va meglio.

Un’ora e mezza di discussione con la birra in mano, ovviamente a parlare di poker, per poi concludere, dice Guerra, “che il più forte tra i due sono io e che Wegher non la smette mai di parlare”. E quando con la gola secca il trentino la smette, sdraiato su un materassino, ci pensa Paola Calvaruso, la Dea del focolare di casaSisal, a beccarlo dicendogli “che quando non vuole giocare una mano dà troppi tell prima di foldare”.

Intanto arriva ora di cena: sacrosanti spaghetti per non appesantirsi con l’improponibile cibo locale, e poi relax al fresco, perché qui nella parte orientale di Vegas, lontano dalle luci sfavillanti e dalle colate di cemento della strip, tira un’aria rigenerante grazie a cui stai bene anche senza massacrarti di aria condizionata. Si attende che Alioto rientri dal suo secondo torneo di giornata, il 1.500 dollari Horse, che Dario ha scelto di giocare una volta finita la sua corsa nell’Omaha.

In realtà, nel pomeriggio Ryu aveva deciso di saltarlo, quel torneo. Gli eravamo andati a prendere il ticket di iscrizione dimenticato in albergo facendo una corsa in auto nel traffico di Sin City, affinché il palermitano potesse deregistrarsi entro le 17, l’orario di inizio, e potesse così concentrarsi al meglio nell’evento 30. Ma una volta cancellata l’iscrizione, è arrivata la clamorosa bad beat che ha mandato Alioto on the road, e allora subito via per il cambio di sala ad impegnarsi nell’Horse iniziato già da un livello e mezzo. Avventura finita poco dopo l’una di notte, ancora una volta senza gloria, a differenza di Phil Ivey cui in questi giorni sembra andare tutto per il verso giusto e ha continuato a correre dalla Amazon Room alla Brasilia fino a notte inoltrata per giocare un po’ di Omaha e un po’ di Horse.

Dario intanto è nervoso, si fa una birra con Dario Minieri, Alessio Isaia, Claudio Rinaldi, tutti out come lui e pronti a rifarsi nei prossimi giorni di tornei. Smontiamo le tende dalla sala stampa e si rientra assieme a CasaSisal, per smaltire il nervosismo tra una sigaretta, un bicchiere e quattro sfottò con gli amici. Stavolta niente biliardo, anche se Wegher ci tiene a precisare che la sfida dell’altra notte con Ryu alla fine l’aveva vinta due a uno lui (perdonate chi scrive se sull’uno a uno dopo un volo aereo di trenta ore era andato a letto, ma Alioto e Wuby con la stecca in mano non sono proprio Minnesota Fats ed Eddie Felson).

Stavolta si gioca a scacchi: Guerra stende prima Wegher, poi Alioto. Avversari di qualità cercasi. Uno scacchista di talento come Matteo Viola è avvisato. Quando arriverà lui, saranno fuochi di artificio.

Rudy Gaddo