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il 9 Gen 2015

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Dario Alioto lascia Sisal Poker: “Voglio sfondare in altri settori, nel poker trovo inespresse molte mie potenzialità”

Dario Alioto lascia Sisal Poker: “Voglio sfondare in altri settori, nel poker trovo inespresse molte mie potenzialità”

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Diventano sempre più scarni a livello numerico e qualitativo i team pro delle poker room ‘dot it’.

L’ultimo a essersi staccato la patch dal petto, dopo tanti anni trascorsi da capitano di Sisal, è il siciliano Dario ‘ryu’ Alioto, che ha comunicato ieri attraverso la propria pagina Facebook la conclusione del rapporto di sponsorizzazione.

Per lui si tratta, comunque, di un deciso cambio di stile di vita, dato che lo specialista di Omaha ha detto di voler chiudere la carriera di professionista di poker per provare a percorrere strade lavorative completamente differenti. Non smetterà certo di giocare, ma lo farà in maniera molto diversa.

 

ItaliaPokerClub: C’è una motivazione che, più di altre, ti ha spinto a questo distacco dal poker?

Dario Alioto: Quando ho accantonato gli studi per dedicarmi al poker, mi aspettavo che ci sarebbe stato un boom in Italia e volevo fare di tutto per trovarmi in una posizione di spicco in quel momento. Attualmente si sta verificando invece una implosione, mentre altri settori stanno vivendo il boom. Non ho molta voglia di stare a raschiare il fondo del barile, emigrare e prendere accorgimenti che mi permettano di continuare a giocare professionalmente. Credo di essere pronto a sfondare in altri settori, mentre nel mondo del poker trovo inespresse una buona parte delle mie potenzialità.

 

ItaliaPokerClub: Qual è il ricordo più bello che porterai sempre con te?

Dario Alioto: E’ quell’aria che si respirava in Sisal nei primi tempi, era troppo bello per essere vero. Tutti ci sentivamo importanti e necessari.

 

ItaliaPokerClub: Quanto credi sia difficile far capire alla famiglia il lavoro di grinder? Solo attraverso la sponsorizzazione ci sei riuscito appieno?

Dario Alioto: Dipende molto dalla loro impronta culturale, dalla relativa apertura mentale, ma soprattutto dalla fiducia che ripongono nella capacità di giudizio del figlio. Credo di essere riuscito in maniera abbastanza facile a far passare il concetto che il poker sia uno ‘skill game’ e non paragonabile, quindi, ai classici giochi d’azzardo. A loro preoccupava soprattutto la prospettiva a lungo termine e devo dire che avevano ragione. Non credo sia auspicabile una carriera quarantennale nel poker, almeno non a tempo pieno. Di certo dipendere a cinquanta, sessant’anni esclusivamente dalle vincite al tavolo credo sia veramente da incoscienti.

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ItaliaPokerClub: Continuerai comunque a giocare? In che modo lo farai?

Dario Alioto: Certamente continuerò a giocare, ma è ancora presto per dire quanto e in che maniera. Negli ultimi dieci anni ho fatto le scorte e ho tenuto da parte mille idee, adesso finalmente ho la possibilità di applicarne alcune. Nel tempo libero preferisco avere una vita sociale o dedicarmi ad attività che non mi facciano pensare a qualcosa che sia connesso a una attività lavorativa.

 

ItaliaPokerClub: Quale approccio consiglieresti a un giovane che volesse intraprendere, oggi, la carriera da poker pro?

Dario Alioto: Gli spiegherei con molta chiarezza che se ha le capacità necessarie per fare il professionista per tanti anni, è molto probabile che sia in grado di ottenere un successo nella vita che nel poker sarebbe più difficile da ottenere. Non va dimenticato che nel poker competono le migliori menti in circolazione, mentre nella vita reale è quasi come avere a che fare con un tavolo pieno di giocatori poco ‘skillati’. Ad esempio, non credo che Zuckerberg, Gates o Jobs siano più intelligenti dei top player mondiali, semplicemente hanno applicato le proprie ambizioni in settori diversi, con i risultati che conosciamo.

 

ItaliaPokerClub: Nel post hai parlato di progetto alternativo al poker, ci racconti qual è?

Dario Alioto: Ho aperto una società, insieme al team pro manager di Sisal Poker Gabriele Ferrari, che si chiama Prèékog. Attualmente opera nel mercato delle applicazioni mobile. Purtroppo non so programmare, ma a questo ci pensa il mio socio che mi stupisce continuamente con quello che riesce a fare. Spesso lo stresso con richieste continue di funzioni, aggiustamenti grafici e rifiniture maniacali. Dopo tanti anni in Sisal c’è grande rispetto e stima reciproca, quindi non potrei chiedere di meglio. Il 2 gennaio abbiamo lanciato ‘SoccApp’, che ha l’ambizione di diventare un punto di riferimento per gli appassionati di calcio. Attualmente è disponibile per Android e sta già ‘grindando’ le classifiche. Siamo al top tra le nuove applicazioni sportive e stiamo scalando rapidamente le classifiche generali. Sentirete certamente parlare di noi.

 

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