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il 3 Mar 2015

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Alessandro Piersigilli sul boom del Venetian Game: “Low buy-in e struttura ad hoc…”

Alessandro Piersigilli sul boom del Venetian Game: “Low buy-in e struttura ad hoc…”

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All’anagrafe è Alessandro Piersigilli, a tutti noto più semplicemente “ilpizzopazzo“, socio fondatore, responsabile comunicazione nonché vero e proprio tuttofare per quel che concerne gli eventi targati Tilt Events.

Per sapere qualche indiscrezione e analizzare lo straordinario successo del “Venetian game” dei record – 1.114 entries – non potevamo che contattare l’eclettico ternano:

“Innanzitutto – afferma – questa è la dimostrazione certificata che il Poker in Italia è tutt’altro che morto! La gente c’è e vuole giocare. Il Venetian è un torneo che ha sempre avuto un ottimo seguito. Di certo non ci aspettavamo numeri del genere: per superare le 1.000 iscrizioni è sicuramente servita una combo di fattori…”

Tra questi, di certo, non c’è la fortuna. Perché un evento del genere va studiato e pianificato in ogni dettaglio:

“Un garantito da 100.000€ con soli 200€ di buy-in è il primo elemento che ha attirato tanti appassionati. Una cifra abbordabile per un pay-out da capogiro. In tornei dal buy-in più elevato è praticamente impossibile registrare oggi certi numeri. Poi c’è la struttura: livelli da 30 minuti, che salgono poi a 45 minuti hanno permesso una giocabilità eccellente“.

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Scelta più che mai premiata è stata dunque quella di abbassare di ben 10.000 chips – da 40.000 a 30.000 – lo stack di partenza:

“Questo testimonia come ai giocatori piaccia eccome giocare anche con stack ‘normali’. Penso che in questi ultimi tempi gli eventi deep stack abbiano negativamente stravolto il Texas Holdem. In questo Venetian Game abbiamo dunque preferito aumentare la durata dei livelli e abbassare lo stack di partenza affinché ogni decisione in ogni mano avesse il giusto peso specifico.”

Alessandro ci ha inoltre rivelato un simpatico aneddoto, che offre comunqune un interessante spunto su quel che concerne il pay-out di un evento del genere:

“Al Day3 erano rimasti 26 players e due di questi hanno chiesto se era possibile effettuare un deal! I blinds erano 10.000 – 20.000, il più short aveva 300.000, l’average era 1.200.000 e il chipleader ne aveva oltre 3.000.000. Ovviamente la proposta non è stata minimamente presa in considerazione dagli altri player. E’ chiaro che in quella fase il pay-out stava iniziando a farsi piuttosto verticale, ma credo che in ogni torneo che si rispetti coloro che raggiungono il final table vadano giustamente premiati. Stabilire un pay-out che vada bene a tutti in un torneo da 1.000 persone è praticamente impossibile. Le scelte sono sempre due: o ne premi tanti e dai poco o ne premi pochi e dai tanto. Io credo che la verità stia nel mezzo e vadano fatte scelte equilibrate. Quel che conta davvero è sempre e comunque il tavolo finale ed è giusto che gli scalini importanti siano soprattutto gli ultimi!”

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