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il 23 Giu 2015

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Denis Karakashi sul cold 4-bet shove che poteva costare il WPTN: “Tuffo? Non credo… Lì non può mai chiamare!”

Denis Karakashi sul cold 4-bet shove che poteva costare il WPTN: “Tuffo? Non credo… Lì non può mai chiamare!”

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Ve lo abbiamo raccontato in diretta, e chi ci ha seguito sa come l’ultimo WPT National di Sanremo sia stato per larga parte del final day una sorta di passerella trionfale per Denis Karakashi.

Come un corridore in fuga sulla montagna più dura, Denis ha allungato man mano sempre più sul resto del gruppo arrivando al final table con un vantaggio abissale: 4.270.000 chips per lui, 1.320.000 per Simone Giampaolo, primo tra gli inseguitori.

E proprio come in una corsa in bicicletta, in certi momenti serve probabilmente più la testa che tutto il resto.

Ci ritroviamo dunque a 7 left con il pay-out ricorda a tutti che le “salite” più ripide stanno arrivando solo adesso.

Improvviso e fulminante ecco il nuovo scatto di Karakashi, che spezza definitivamente le gambe al resto del gruppo. Uno scatto che nessuno riesce a reggere, ma che se non fosse andato in porto avrebbe potuto compromettere la straordinaria marcia del milanese.

I blinds sono 25.000/50.000 e sull’apertura a 105.000 di Rutigliano da Utg, Le Vaillant tribetta a 380.000 da Utg+1.

Passano tutti fino a Karakashi che da smal blind va all-in per 6.500.000 chips. Passa Utg e il francese si ritrova in un tank infinito. In quel momento è secondo in chips con circa 1.500.000 gettoni. Medita, medita, medita. Scorre con gli occhi i gradini del pay-out e dopo oltre 5 minuti decide di passare QQ mostrandole a tutto il tavolo.

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“Me le mostri?” – chiede un incauto Le Vaillant.

“Solo una!”, risponde Denis, che gira esclusivamente un J.

A torneo concluso, rivelerà di avere avuto AJ… Ma qual è il senso di una mossa del genere in quel momento? Perché forzare così tanto?

La risposta di Karakashi arriva immediata e appare quantomai lucida:

“Nonostante avessi un’immagine piuttosto aggressiva, mai fino a quel momento avevo fatto una mossa talmente strong pre-flop. Mi è dunque sembrata la situazione ideale per mettere il francese sottopressione e catapultarlo in una condizione davvero critica. In quel momento lui era secondo in chips, con un discreto vantaggio su altri player al tavolo e non poteva non considerare questo fattore. L’ICM è decisivo e sono certo che in questo spot lui non può praticamente mai mettere nemmeno con le dame. Io dovrei sempre avere gli Assi, i Kappa, o mal che vada A-K. Lui, invece, ha quasi sempre quella mano lì: la sua size di tribet così lunga mi ha fatto subito pensare a qualcosa del genere. Ovviamente non si aspettava mai un mio cold 4-bet shove e si è dunque ritrovato a passare la mano migliore. Qualche amico mi ha detto che lì ho rischiato di buttar via il torneo, ma io la vedo in un altro modo: so di avere fold equity infinita, in più, mal che vada, se mi chiama sono al 30% e anche perdendo il colpo resto chipleader. Chiaramente è una mossa che avrei fatto solamente con un Ax in mano, che blockera le sue combo di A-A e A-K e, come detto, mi dà sempre qualche chances nell’eventualità del call avversario”.

 

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