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il 23 Feb 2016

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Alex ‘DoyleSuccess’ D’Amore: “Non sopporto chi si sente superiore, chi ha la tastiera come arma preferita…”

Alex ‘DoyleSuccess’ D’Amore: “Non sopporto chi si sente superiore, chi ha la tastiera come arma preferita…”

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Tra tutti i tornei che ha giocato nel weekend, è proprio il ‘piccolo’ (nel buy-in) Sunday Challenge ad aver dato maggior soddisfazione ad Alex ‘DoyleSuccess’ D’Amore, il quale è stato in grado di mettere in riga 4.829 avversari. Mica pochi.

Gli abbiamo giusto dato il tempo di riposarsi qualche ora, poi lo abbiamo braccato per scambiare quattro chiacchiere sul freschissimo successo e su molto altro.

 

IPC: Sunday Challenge alla cassa. Quanta carica dà battere quasi 5.000 persone?

Alex D’Amore: Davvero tanta, anche perché venivo da un periodo dove swingavo abbastanza, quindi fa morale. Il final table, certo, non è stato dei piu’ difficili, comunque vincere un torneo fa sempre piacere, soprattutto se c’è un primo premio sostanzioso come questo, dato che oggi son quasi spariti.

IPC: Non avete fatto deal. Quanto far leva sul payout ti ha permesso di avere la meglio su finalisti meno esperti di te?

A. D.: Davvero tanto. Ieri a circa 20 left mi sono accorciato, ritrovandomi con 10 blind, e ho iniziato il final table in ultima posizione. La gente comunque sente il peso di un payout così verticale (500€ al 9° e 10.000€ al primo), così anche da short sono riuscito a mettere la giusta pressione. Quando sono arrivato a 25x/30x poi non c’è stata più storia. In heads up, dato l’orario, ho proposto io un deal, ma il mio avversario non riusciva a trovare la spunta per l’accordo. Abbiamo quindi continuato a giocare e per fortuna è durato solamente altre tre mani. A otto left lo avevano proposto, tanti erano d’accordo, ma visto il field non ho voluto neppure discuterne…”. 

IPC: Ieri hai postato il tuo grafico Sharkscope. Provocazione? Come mai lo hai fatto?

A. D.: Vedo nuove leve darsi troppe arie quando giocano da ieri e troppa gente reputata ‘top reg’ quando, personalmente, la reputo sopra la media ma niente di impressionante. Posso esser passato per un tipo che si dà arie, però chi mi conosce sa benissimo che non sono così. Se c’è una cosa che mi dà fastidio negli altri, infatti, è l’aria di superiorità. L’italiano medio è un po’ così, gli piace farsi grosso e la sua arma preferita è la tastiera…

IPC: Quest’anno la lotta alla TLB di PokerStars pare agguerrita e avvincente. Un pensierino ce lo stai facendo oppure hai altro in mente?

A. D.: No, non combatto, non mi interessa. Dopo tre anni di grinding ho perso gli stimoli, non ce la farei mai, ad esempio, a giocare i pomeridiani. Certo, fare top ten non sarebbe male. L’anno scorso ho chiuso ottavo, mentre nel 2014 nei primi 15, ma non ricordo la posizione esatta.

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Un grafico… d’amare

 

IPC: Quanto è il profit annuale che reputi fattibile, e buono, per un grinder mtt oggi?

A. D.: Beh, dipende dall’abi. Un abi 20€ può mirare tranquillamente a 20.000€/30.000€, il mio obiettivo è minimo 50.000€, però spero di far meglio di anno in anno. Nello scorso ho chiuso con 80.000€. Lo stimolo maggiore lo trovo nel montepremi e avendo deciso di far questo come lavoro non butto via nulla di quello che gioco: posso ritrovarmi a monotablare alle 2 di notte il 15€ 6-max, ma lo giocherò sempre come si deve. Mi fa ridere, infatti, come altri ‘professionisti’ quando fanno cappellate assurde nei tornei più piccoli come risposta diano “eh, ma di ‘sto torneo non mi frega nulla”. Il mio pensiero invece è che se un mtt non mi interessa non lo gioco.

IPC: Da ciò che dici si evince che non hai un buon rapporto con tutti i colleghi. E’ così complesso mantenerlo in un mondo competitivo come quello del poker?

A. D.: Innanzitutto i colleghi sono sempre avversari, oltre questo, come spiegavo prima, non ho un buon rapporto con chi si pone sul piedistallo, per il resto sono socievole e disponibile con chiunque. Per me il poker è un lavoro, tanti invece lo vedono solo come un gioco. Se dovessi far dei nomi di persone che stimo, lavorativamente parlando, citerei Andrea Carini e Domenico Lando. Andrea è un esempio di professionalità, gioca ogni disciplina e lo fa per lavoro, come me.

IPC: Oggi, Alex, cosa serve per primeggiare come mtter in Italia? Qual è il ‘segreto’ per arrivare in fondo a tornei con 3.000/4.000 persone che si trovano su PokerStars?

A. D.: E’ fondamentale lo studio, io ho preso lezioni da quasi tutti i migliori torneisti italiani. Ovviamente la run conta sempre, c’è poco da fare, ma quando poi arrivi in late stage, in mtt con field così grandi, tante volte ti troverai a combattere con gente che laggiù non c’è mai arrivata e quindi non ha la minima idea di cosa fare. Tenere una linea semplice e pulita perciò non è affatto sbagliato, ovviamente mettendo la dovuta pressione.

IPC: Come reputi il palinsesto online attuale? C’è qualcosa che, secondo te, (ri)darebbe slancio al punto it?

A. D.: Ormai è rimasta in vita solo PokerStars, sulle altre room c’è ben poco. Nonostante le lamentele, il palinsesto di PokerStars lo reputo di tutto rispetto, certo magari dovrebbero alzare un pochino i garantiti in settimana, però ci accontentiamo. Per lo slancio c’è poco da fare, ora hanno aggiunto gli Spin&Go da 50€, scelta che non condivido. Potrebbero infatti rubare occasionali agli mtt, con l’idea di provare a vincere tanti soldi in pochi minuti. Sul versante tornei, invece, mi è piaciuta molto la formula proposta qualche settimana fa del Sunday Special Super-KO da 250€ con il Second Chance da 100€… sarebbe da inserire ogni settimana! Vorrei infine ringraziare Patrizia, la mia futura moglie, che ogni giorno mi sopporta mentre impreco di fronte al pc per le bad beat (ride).

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