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il 26 Set 2016

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Pier Paolo Fabretti si prepara a salutare l’IPT: “Quella picca sfiorata resta il mio rimpianto più grande”

Pier Paolo Fabretti si prepara a salutare l’IPT: “Quella picca sfiorata resta il mio rimpianto più grande”

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Ha giocato tutte le stagioni IPT da pro di PokerStars, fin dagli inizi insieme a Luca Pagano.

Nonostante la sua assidua partecipazione, la mitica picca l’ha solamente sfiorata ed è dunque sicuramente uno dei giocatori più dispiaciuti dell’imminente addio del Tour.

Stiamo parlando del romano Pier Paolo Fabretti, che non si è potuto tirare indietro alla nostra richiesta di un ricordo del circuito italiano targato PS.

L’Italian Poker Tour a Malta consegnerà l’ultima picca della sua storia e dunque questo è il momento giusto per rimpianti o bilanci, in attesa di scrivere l’ultimo capitolo di una storia bellissima durata otto stagioni…

Ecco cosa ci ha detto Fabretti riguardo all’IPT, che praticamente ha costituito negli anni la maggior parte della sua esperienza nei tornei live:

Ho sempre giocato l’IPT fin dal 2009 e ho un ricordo bellissimo delle varie stagioni, soprattutto delle prime. Il field agli inizi era più morbido e si respirava un clima unico.

Ai tavoli e fuori ci divertivamo tantissimo. Io in particolare frequentavo molto il gruppo romano composto da Zumbini, Minieri, Stivoli.

Ci sono stati diversi cambiamenti negli anni, di buy-in e non solo. Io ho sempre partecipato e alcune tappe mi sono rimaste ovviamente impresse, anche se in generale non ho proprio un’ottima memoria…

Mi ricordo bene per esempio di quando vinsi uno speciale High Holler da 10.000+500€ di buy-in durante un IPT di Nova Gorica del 2009.

Eravamo solo in 8 e io arrivai all’heads-up finale contro Gianni Giaroni, che ci avrebbe lasciato poco più di un anno dopo. La prima moneta valeva 52.000€.

Mi ricordo poi dei raduni dei Super Nova Elite di PokerStars. Una volta abbiamo fatto tra noi un bel torneo KO a Sanremo ed ogni taglia corrispondeva ad un premio casuale da estrarre in seguito. Io mi sono beccato un orologio.

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Il mio più grande rimpianto risale al 2013, quando mi sono piazzato secondo (per 70.000€ di premio) in uno dei primi Main Event giocati con la formula Accumulator.

Eravamo sempre a Nova Gorica, in Slovenia. In quell’occasione mi sono ritrovato nel testa-a-testa finale contro Claudio Di Giacomo, giocatore che in seguito avrebbe vinto anche altri tornei importanti.

A quei tempi Di Giacomo non era espertissimo ma con una buona run mi ha battuto. Io sono stato troppo frettoloso, non ho avuto la pazienza necessaria.

 

fabretti-digiacomo

 

Mi dispiace tantissimo di non essere riuscito a mettere le mani sulla picca. Quello è stato il mio unico tavolo finale ma altre volte ho fatto delle deep run senza però riuscire a piazzare la zampata decisiva“.

In realtà Fabretti, così come tutti gli altri giocatori, avrà ancora una possibilità per rifarsi: a Malta dal 19 ottobre si giocherà l’ultima tappa IPT e dunque si consegnerà l’ultimissima picca!

Riguardo all’addio del Tour, Fabretti è abbastanza realista: “Penso che i cambiamenti siano normali, necessari in questi casi.

PokerStars ha deciso di puntare sui Championship a livello nazionale. Non so di preciso cosa succederà, sono curioso anche io di capire meglio quali saranno gli scenari futuri“.

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