Harrington e Seidel entrano nella Poker Hall of Fame: “Che onore”

LAS VEGAS – Sarà perché gli americani hanno tutto sommato solo poche centinaia di anni di storia, che tutto ciò che fanno finisce per diventare tradizione e culto? Prendete la cerimonia che ha preceduto l’inizio dell’heads up conclusivo del Main Event Wsop. Con il canadese Jonathan Duhamel e lo statunitense John Racener in tribuna ad aspettare tesissimi, sul palco del Penn&Teller Theatre del Rio è andata in scena la premiazione di Frank Kassela come giocatore dell’anno, e soprattutto quella di Dan Harrington e Erik Seidel come nuovi membri della Poker Hall of Fame.

GLORIA IMPERITURA E’ stata mezz’ora di discorsi, complimenti, congratulazioni, che tutta la sala ha seguito con il massimo silenzio e con grandissima attenzione. Frank Kassela, premiato giocatore dell’anno 2010 dopo che il

vicepresidente delle Wsop Ty Stewart ha ricordato l’analogo premio mai assegnato formalmente a Jeff Madsen come player of the year 2006, ha poi avuto in cambio pure l’onore di dare lo shuffle up and deal dell’heads up. Dan Harrington e Erik Seidel, invece, hanno entrambi guadagnato il loro spazio sulla parete che al Binion’s Horseshoe ricorda tutti i membri della Hall of Fame.

A aprire ai due ex membri dello storico Mayfair Club di New York le porte della gloria pokeristica mondiale sono stati Nolan Dalla, responsabile comunicazione delle World Series of Poker, e niente po’ po’ di meno che Doyle Brunson, presenti in un parterre zeppo di stelle e pezzi di storia del poker americano come Jack Binion, Phil Hellmuth, Howard Lederer, Greg Raymer, Chris Ferguson.

Curioso notare che Seidel, nel discorso che ha seguito la sua premiazione, si sia concesso una battuta sull’idea di introdurre un limite di età per entrare nella Hall of Fame scherzando sul fatto che l’anno passato Tom Dwan sia stato escluso dalle candidature.

Che la old school senta ormai il fiato sul collo dei giovani ragazzi dell’on line? “A vedere i due ragazzini che si giocarsi il testa a testa per il titolo mondiale, direi che il passaggio generazionale c’è già stato” ha detto Harrington. “I due finalisti di stasera sono la rappresentazione di quello che stanno facendo i ragazzi delle nuove generazioni – è poi tornato serio Seidel, ammettendo – che è bellissimo vedere questi giovani scoprire nuove frontiere del gioco”.

Rudy Gaddo