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il 5 Ott 2012

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I vizi nel poker – Smettere di fumare per raggiungere il vero A-game

I vizi nel poker – Smettere di fumare per raggiungere il vero A-game

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Dai fumatori si può imparare la tolleranza. Mai un fumatore si è lamentato di un non fumatore. (Sandro Pertini)

Quanto sostenne ironicamente Pertini dopotutto nasconde una piccola e trascurabile verità; i fumatori, che raramente si lamentano del prossimo, giungono più spesso a inciampare in se stessi, incatenati e succubi di quel vizio che troppo spesso — me compreso — cercano banalmente di difendere.

Lo sanno bene gli amanti del poker live, spesso costretti ai tavoli per lunghe ore in ambienti in cui il fumo è vietato. A volte si giocano così il torneo, per quella pazienza che viene a mancare quando si è in debito di nicotina, per quel fastidio che inizia a prendere alle gengive quando l’astinenza — perché è così che dobbiamo chiamarla — inizia a farsi sentire.

Non c’è niente da fare, la forma fisica è importante anche quando si gioca a poker. Se sei stanco, appesantito e in costante carenza di nicotina non potrai mai essere completamente lucido dopo due giorni di gioco. L’ho pagata oggi, l’ho pagata al main Wsop l’anno scorso e a quelle di quest’anno quando eravamo 40 left. Adesso ci cerchiamo un personal trainer e ci diamo dentro. (Alessandro Pastura, 29 luglio, status su Facebook)

Massimo ‘MaxShark’ Mosele invece ha smesso da ormai diversi mesi e l’unico contentino che si concede è fatto da qualche boccata di vapore nicotinizzato dalla sigaretta elettronica. «Per rimanere concentrato e vigile» mi racconta Max ripensando a un passato recente, «Avevo bisogno di fumare. Mi aiutava a sopportare lo stress e la stanchezza; sono andato via via aumentando il numero di sigarette fino a trovarmi all’esagerazione di oltre tre pacchetti al giorno. Poi ho iniziato ad accusare qualche problema di salute…»

Massimo ‘MaxShark’ Mosele

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L’astinenza è bastarda, fa sembrare utile la sigaretta. Ci sentiamo nervosi e crediamo che il fumo ci calmi. Ci sentiamo stanchi e crediamo che il fumo ci rivitalizzi. Invece è proprio l’assenza di nicotina a generare quelle sensazioni. La sigaretta crea un problema e poi finge di risolverlo. «A fine 2011 ho deciso di smettere con le sigarette — continua Mosele — ma come altri giocatori ho avuto paura delle ripercussioni che questa scelta avrebbe potuto avere sul gioco.»

Una paura legittima, ma che ha una soluzione. «Ho dovuto programmare uno stop dai tavoli: sapevo bene che non avrei saputo mantenere il giusto mindset durante le sessioni. La mia lotta al fumo iniziò a gennaio quando ormai avevo raggiunto tutti i traguardi VIP che mi ero prefissato. Il mio A-game ora lo stavo dedicando a me stesso.»

Negli intenti di questa serie di articoli c’è quello di ricercare i possibili benefici apportati da un vizio sul gioco. Nel caso del fumo, che anche se assunto con moderazione può comunque portare alla dipendenza, non ho trovato nulla. Forse andrà meglio la prossima. Vi lascio invece con un ultimo messaggio da MaxShark: «Chi volesse qualche informazione per smettere di fumare non si faccia problemi a contattarmi. Da inizio anno ho fatto smettere più di cinquanta persone!» Provare per credere.

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