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il 28 Ott 2014

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Suriano e la picca IPT sfiorata: “Ho dato il massimo, quando la struttura crolla ci vuole anche fortuna!”

Suriano e la picca IPT sfiorata: “Ho dato il massimo, quando la struttura crolla ci vuole anche fortuna!”

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La sesta tappa dell’Italian Poker Tour è finalmente giunta ai titoli di coda.

Trionfa Igor Saia che soffia la picca al campione del mondo Davide Suriano, il quale pur partendo in vantaggio non è riuscito ad avere la meglio sul grinder siciliano.

Vittoria sfumata proprio all’ultimo dopo un intenso Heads-Up finale di altissima caratura tecnica, che ha letteralmente incollato al monitor migliaia di appassionati.

Comunque da applausi la prestazione del fenomeno di Andria, che ancora una volta ha dimostrato di fronte alle telecamere le sue indiscusse qualità, sia nel corso del final table che nella sua specialità preferita.

In esclusiva per i nostri lettori siamo andati a raccogliere le impressioni di Davide Suriano  sull’entusiasmante testa a testa finale:

IPC: Davide, innanzitutto complimenti per un secondo posto di assoluto prestigio. Stavolta pensavamo tutti che potesse essere quella buona e invece…

DS: Invece no, ho perso! (ride) Penso di aver dato il massimo per tutto il torneo e non solo nell’ Heads-Up finale, ma purtroppo quando la struttura crolla ci vuole anche un pizzico di fortuna, che non è arrivata. Non avevo mai giocato prima d’ora con Saia, anche se ho avuto modo di capire il suo stile di gioco nel corso del final table. In ogni caso non ho nessun rimpianto per l’esito del torneo, so di aver fatto di tutto per vincere anche se non è andata nel migliore dei modi. Ciò che conta è esser riuscito dimostrare a tutti le mie capacità, ci tengo a mettermi in mostra quando serve e l’impresa è riuscita anche stavolta, questo è importante.

IPC: Negli ultimi Ipt ha sempre prevalso la formula del deal, come mai avete deciso di non accordarvi stavolta?

DS: Ho preferito non fare alcun accordo perché non volevo farmi condizionare. I soldi non sono così importanti e ho preferito lasciare le cose com’erano.

IPC: Nel corso del final table c’è stato uno spot in particolare che ha suscitato numerosi commenti, ovvero il tuo fold con J – J su flop 10 – 8 – 2. Ci racconti i motivi di questa scelta “coraggiosa”?

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DS: Semplice, dopo aver studiato i tell tutto il giorno – come faccio sempre d’altronde – ho capito di dover foldare con coppia di Jack su flop 10-8-2 nonostante la maggior parte dei reg avrebbe “tribettato” preflop per poi “brokare” post-flop. Nel preflop mi limito a chiamare perché non voglio “coolerarmi”: ho edge sul tavolo e preferisco giocare il colpo post-flop contro l’original raiser. A parer mio lo small blind ha sempre una coppia più bassa della mia. Dopo il flop ceckiamo sia io che lo Small Blind, mentre l’original raiser va in continuation bet. A questo punto lo small blind rilancia su un flop piuttosto anonimo come 10-8-2 rainbow…Che cosa potrà qui, se non un set? Se in questo spot avesse avuto A-T, probabilmente avrebbe optato per il call. Essendo un giocatore piuttosto “nitty” non ho pensato che fosse in grado di inventarsi alcunché in quella situazione. Non avrebbe avuto alcun senso, nemmeno con un progetto di bilaterale come J-9, che comunque considerata la mia coppia di Jack era ancora meno probabile.

suriano ganci

IPC: Dopo esser stato in vantaggio ed aver perso il coin-flip decisivo, con 99 vs KQ, Saia ha preso il largo fino ad arrivare all’epilogo finale…raccontaci l’ultima mano dell’heads-up.

DS: Beh, la mia decisione si è basata sulla condotta di Saia. Con i bui alti “limpava” l’80% delle mani,
perciò quando ho visto che si è limitato a chiamare per l’ennesima volta ho deciso di andare all-in con A3 off suited per
poco più di 20 BB, trovando il suo call con coppia di 7.

IPC: Quali altri eventi live hai in programma per il futuro?

DS: Per il momento nessuno, anche se quest’anno penso di giocare sia l’EPT di Praga che l’IPT Gran Final a Sanremo. Per quanto concerne il prossimo anno, se non riceverò nessuna proposta di sponsor giocherò soltanto le WSOP e qualche tappa dell’EPT, come ad esempio Barcellona e Londra.

 

Foto di Manuel Kovsca

 

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