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il 5 Nov 2014

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Oggi il sit-out day: Galfond, Amundsgard e ‘Assassinato’ sull’aumento di rake di Pokerstars.com

Oggi il sit-out day: Galfond, Amundsgard e ‘Assassinato’ sull’aumento di rake di Pokerstars.com

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Gli aumenti sulla rake applicati da Pokerstars sono ormai un dato di fatto. Le nuove strategie finanziarie messe in atto dal gruppo Amaya hanno colpito principalmente i regular, che muovendo una quantità di denaro superiore ai giocatori occasionali risentiranno maggiormente dei cambiamenti.

Tra il malcontento generale, in tanti hanno espresso le loro opinioni a riguardo, sia attaccando la politica finanziaria che giustificando le scelte portate avanti dall’azienda.

Sebbene ai poker player possa risultare difficile mantenere una posizione obiettiva, che riesca a conciliare gli interessi del singolo con le scelte aziendali, non bisogna dimenticare che la virtù sta sempre nel mezzo.

Alcuni noti professionisti high-stakes sono intervenuti per dire la loro sull’argomento più caldo degli ultimi giorni, che infiamma i forum online e l’ambiente pokeristico in generale.

Il portale PokerNews.com ha fatto una cernita delle opinioni più rilevanti emerse nel “Day-after”: ecco cosa pensano i player di fama mondiale.

Phil “OMGClayAiken” Galfond: “Il problema principale della questione è la mancanza di un concorrente sul mercato. E’ importante capire che Pokerstars, prima di tutto, è una azienda, e che teoricamente ha la facoltà di  chiedere qualsiasi cifra ai clienti che vogliono usufruire del suo servizio. Amaya detiene una sorta di monopolio, e se hanno intenzione di forzare la mano di sicuro lo possono fare, in quanto al momento non vi sono valide ragioni per non farlo. Dalla mia esperienza come imprenditore posso dire che i clienti – sia quelli reali che potenziali –  continuano a reclamare prezzi più bassi e maggiori benefici, senza che queste richieste abbiano un fondamento che vada oltre il: “lo voglio, quindi lo esigo”. Personalmente mi farebbe piacere che Pokerstars diminuisse la rake del 90%, ma questa soluzione rimane fine a se stessa, non segue uno scopo ben preciso che combini gli interessi di entrambi.  Per far sì che la protesta, o presunta tale, abbia un senso che vada oltre gli interessi personali, bisognerebbe mettere sul piatto le motivazioni per cui i cambiamenti costituiscano un danno per entrambe le parti. Non ho fatto dei conti precisi, ma per quanto mi riguarda ho ben chiara quale sia la linea di confine da non oltrepassare. Quando le politiche economiche riusciranno ad infrangere il sogno di un semplice studentello di un college, che depositando 100$ aspira a grindare cash costantemente fino a raggiungere livelli high stakes, allora il giocattolo potrebbe rompersi.  Se io fossi proprietario di una azienda che posside un valido software di poker, in questo momento starei festeggiando…e chiuse le celebrazioni lavorerei sodo per competere con le nuove tariffe. Mi auguro che qualcuno la fuori colga questo aspetto e si dia seriamente da fare, altrimenti questo sarà solo il primo di una lunga serie di cambiamenti. In sostanza Pokerstars ha giocato d’azzardo, aprendo uno spiraglio ad altri siti che fino a prima del 3 Novembre erano da considerarsi dei morti viventi”.

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Ola “Odd_Oddsen” Amundsgard: La mia reazione iniziale è stata una grande frustrazione. Il gruppo Amaya ha prima introdotto il casinò sulla piattaforma Full Tilt, poi ha cambiato le percentuali sulla rake e ora le ha ulteriormente aumentate. Tutto ciò in un momento in cui il poker online non è mai stato così difficile da “battere”. L’impressione è quella che Pokerstars stia pian piano diventando un luogo virtuale in cui l’unico vero vincitore è il banco: una cosa davvero terribile per i giocatori di poker.  Molti giocatori High stakes, me compreso, dovranno combattere più duramente per mantenere un ritorno economico di un certo livello. Questo comporterà una selezione più accurata dei tavoli e conseguentemente una riduzione del numero degli stessi, mentre alcuni giochi come l’Heads-Up cash game verranno progressivamente abbandonati dai regular. Il problema attuale è che il mercato del poker online non offre nulla di paragonabile al ventaglio di opzioni garantito da Pokerstars.  Dal canto loro cercheranno di aumentare i profitti, il che per quanto legittimo potrebbe seriamente mettere a repentaglio l’aspetto “sportivo” del poker, uccidendo letteralmente il gioco. Spero vivamente che le persone ai vertici siano sufficientemente competenti da evitare che questo avvenga, che sappiano cosa sia realmente il poker online e che  ascoltino anche la voce dei loro clienti.

Alex “Assassinato” Fitzgerald: “Inizialmente non volevo crederci, ma in fondo sapevo che prima o poi sarebbe successo. Stiamo assistendo a una condotta manageriale in pure stile “Costico”, e sappiamo bene che il tentativo di massimizzare i profitti nel breve termine comporta sempre e comunque a prendere delle decisioni impopolari. Loro sono al corrente di essere l’unica azienda a potersi permettere di offrire qualsiasi tipo di gioco in qualsiasi ora del giorno, e semplicemente applicano la loro tariffa sulla base della bontà del servizio offerto. Se decidessero di agevolare i giocatori io sarei il primo ad essere felice, ma i giocatori di poker non hanno mai dimostrato una grande abilità nell’unirsi per una causa comune, quindi mi aspetto che le ripercussioni siano minime. Personalmente i cambiamenti non influiranno in grande misura sulle mie entrate, piuttosto sono preoccupato per i giovani grinder di Sit&Go. Anche un minimo aumento della rake potrebbe drasticamente penalizzare il loro ritorno di investimento (ROI). I vertici di Pokerstars dovrebbero considerare le piccole entrate di ogni giocatore possono trasformarsi in ulteriori giocate future, e quindi nuova rake. Penso che questa condotta possa intaccare il prestigio del brand Pokerstars, e anzi sono sicuro che tra qualche tempo vedremo riproporsi la stessa situazione con nuovi aumenti. Trovo inoltre assurdo che i professionisti sponsorizzati dalla stessa Poker-room paghino la rake – motivo per cui Joe Cada ha deciso di abbandonare il Team Pro di Pokerstars -.  Avete mai visto un giocatore professionista di biliardo pagarsi le stecche fornite dallo sponsor? Stanno scommettendo sul fatto di essere la compagnia leader nel settore, è ora che le altre aziende si diano una mossa e comincino ad offrire condizioni concorrenziali. E’ nostro dovere, in quanto professionisti, ricercare le offerte migliori e cercare di pagare meno tasse ove possibile. Bisognerebbe cominciare a fregarsene della classifica dei tornei e impugnare il guanto di sfida andando a cercare qualcos’altro nelle altre Poker-Room.  

 

 

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