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il 11 Apr 2015

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“Se foldo, mostri?”: i tell svelati da Filippo Candio

“Se foldo, mostri?”: i tell svelati da Filippo Candio

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Siamo seduti a un tavolo di questo IPO18 (quasi milleottocento player anche a sto giro possono bastare?), e siamo al river in un mano molto importante.

Abbiamo mandato i resti e non rimane che attendere la decisione del nostro avversario che sta pensando da diversi minuti.

“Se foldo, mostri?”

Eccola la fatidica domanda. Una di quelle che abbiamo sentito ai tavoli live un milione di volte. Quasi un “mantra” da ripetere ogni qualvolta ci si trova di fronte ad una decisione difficile.

Una domanda che sentiamo porre, solitamente, qualche secondo prima di foldare a prescindere dalla risposta dell’avversario.

Ma perché fare questa domanda e soprattutto, qual’è la risposta “giusta” da dare quando ce la fanno?

Sul perché, teorico, la risposta è abbastanza semplice. Si cerca di indurre l’avversario a rivelarci qualche cosa che fino a quel momento non siamo riusciti ad inquadrare. Di fargli sfuggire qualche “Tell”. Questo almeno, in teoria.

Per risolvere questo dubbio, abbiamo chiesto lumi a uno che di “tell” e di gioco live se ne intende parecchio. Il nostro (unico) “november nine” Filippo Candio.

“Credo che chi fa questa domanda, in verità, non abbia capito benissimo il senso dei tell e spesso, anzi, si crea danno da solo. Quando si cerca di estrapolare un’informazione da una persona, si può provare a metterla sotto pressione, ma farlo chiedendo addirittura si inscenare una situazione attoriale è sicuramente molto più difficile e di solito non porta a niente. Molto meglio e sicuramente più efficace, è il silenzio ossessivo. Basta guardare Dario Sammartino per averne un’ottimo esempio. Ti fissa in silenzio, ti mette in forte disagio con un’incredibile pressione addosso, finché non ottiene il risultato voluto facendo esplodere l’avversario in una qualche reazione (o la sua assenza che è comunque una risposta). Questo è un metodo ottimale”.

Filippo spiega di aver una sua personalissima soluzione alla domanda:

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“A un “se foldo, mostri?”, la risposta di solito è un mugugno, una mezza sillaba, un “Boh”. Tanto che quando lo chiedono a me io ormai rispondo sempre immediatamente “Si!”. Perchè davvero mi devi spiegare da questa risposta cosa diavolo vuoi estrapolare. Niente. Poi a volte sono io che gli dico proprio “passa che te le mostro”. In pratica ribaltando la situazione”.

La storia narra che in principio, rispondere a questa domanda in maniera negativa con un bel “No” era sintomo di forza, mentre accettare con un “Si” un sinonimo di debolezza. Poi la storia divenne leggenda. E la leggenda, mito.

Ma lasciamo continuare il nostro Filippo…

“Il linguaggio verbale è spesso causa di fraintendimento. I tell non sono una scienza esatta, ma nemmeno una scienza astratta. Voglio dire che se è vero che riuscire a carpire informazioni dai tells avversari è molto importante, se non abbiamo una conoscenza specifica e non sappiamo comprenderli bene, corriamo il rischio di confonderci ulteriormente. In fondo c’è davvero qualcuno che sta utilizzando questa tecnica con buoni risultati? Avete mai visto Phil Ivey chiedere a qualche avversario: se foldo, mostri?”.

Secondo Candio, soprattutto chi è alle prime armi, farebbe meglio a focalizzarsi su altri aspetti del gioco:

“Se posso dare un consiglio a chi si sta avvicinando al Poker, direi che invece di utilizzare queste strategie verbali, sia meglio concentrarsi magari su altre cose molto più importanti. E soprattutto utilizzare i tell solo nel momento in cui c’è realmente bisogno. Teniamone conto quando siamo sufficientemente sicuri che la nostra informazione sia affidabile. Oppure viceversa, quando non troviamo proprio un’altra soluzione. Del resto io credo che il concetto “nel dubbio, folda” sia sbagliato. Io dico semmai: “nel dubbio, affidati ai tell”. Poi Amen e GG”.

Ma Filippo Candio ci ha parlato a lungo anche di tutta una serie di “Tell” che potrebbero aiutarci nel nostro tavolo live. Troverete l’intervista completa sul prossimo numero di Poker Sportivo magazine 😉

 

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