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il 15 Mag 2015

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Mateos fa impazzire Lodden: analisi del bluff epico al tavolo finale EPT Grand Final

Mateos fa impazzire Lodden: analisi del bluff epico al tavolo finale EPT Grand Final

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Lo spazio tra grande giocata e follia allo stato puro è spesso sottile.

Ne sa qualcosa Adrian Mateos vincitore dell’Ept Grand Final.

Lo spagnolo ha rotto l’incantesimo che sembrava precludere alla nazione Iberica la picca più prestigiosa anche grazie a una mano giocata contro Johnny Lodden, l’ultimo professionista rimasto al tavolo.

Siamo a 4 left e il norvegese, già sul podio al Grand Final del 2013, apre da Under the gun con coppia di 5.

Mateos chiama da bottone con J T e completano anche i bui, gli amatori Fares ed El Asnar.

Il flop è A 3 9 e Lodden decide di non cbettare ma di passare la parola a Mateos.

Lo spagnolo effettua una bet di 275.000 pari a circa il 40% del piatto. Dopo il call di Fares che ha una middle pair (9 6), Lodden fa capire che non ha abbandonato la mano ed effettua un raise fino a 715.000.

Mateos decide di floatare ed effettua un call, mentre il terzo giocatore nel piatto folda quella che a tutti gli effetti sarà la mano migliore allo showdown.

Dopo un preflop standard la decisione di bettare di Mateos è abbastanza condivisibile anche se probabilmente riceverà action da uno dei due bui. Ha due backdoor e vuole darsi la possibilità di costruire un buon piatto qualora hittasse uno dei suoi redraw.

Il fatto poi che ci siano i due amatori nel piatto può far pensare a Lodden che Mateos abbia effettivamente un asso con un buon kicker semplicemente flattato nel preflop.

Lodden però (e anche chi vi scrive) non è dello stesso avviso perchè Mateos vista la sua posizione di chipleader tenderà ad aggredire le aperture del norvegese e ogni asso sarà una mano con cui 3bettare abbastanza serenamente preflop. Il più corto ha 30 bui quindi la 3bet non avrebbe committato Mateos.

Lodden capisce che Mateos non ha molti assi nel suo range e sta probabilmente bluffando su un flop iper dry. Decide così di check-raisare dimostrando molta forza. Il check raise d’altronde è stato probabilmente pensato da Lodden anche poiché mette lo spagnolo in mezzo a lui e a Fares che aveva chiamato la prima bet.

Ma con quali mani Lodden check-raisa questo board? Facciamo veramente fatica a trovarne di diverse dai set. Lodden con tutto il suo value medio avrebbe probabilmente bettato per estrarre valore dai due amatori, quindi la sua action è iper polarizzata agli occhi degli avversari.

Il call di Mateos è quindi perfetto secondo questa teoria conscio anche del fatto che Fares non avrà mai una top pair o più perchè avrebbe lui stesso check-raisato.

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Al turn un 4 non cambia la situazione. Lodden checka e Mateos betta 650.000 su un piatto di 2.385.000. Una puntata molto piccola ma ormai usuale tra i professionisti. Lodden, complice forse anche il gutshot acquisito calla.

Il gioco di pensieri incrociati continua e Lodden, che comprende come possa esserci una buona parte di floating nel range di Mateos si mette in check /call per bluffcatchare l’avversario.

Il river è un A e Mateos dimostra di avere un gran coraggio andando all in per i rimanenti due milioni di Lodden.

L’asso di quadri aiuta enormemente Lodden il quale si trova di fronte a una delle migliori carte per permettergli di bluffcatchare positivamente l’avversario, anche se a caldo Lodden ha dichiarato che è stata la carta che ha dato la forza allo spagnolo di continuare nel suo bluff.

Si trova però di fronte a un all in dello spagnolo e quindi la scelta si fa più difficile. Dovrebbe essere buono quasi una volta su tre e probabilmente non pensa che l’avversario abbia così tante combo di bluff nel range. Se infatti ci soffermiamo un attimo sul board le combinazioni di mani che Lodden batte sono esclusivamente i bluff puri o i draw pescati al turn con quel 4.

In realtà però escludendo proprio i bluff tout court e gli assi (i pochi assi rimasti nel range di Mateos sono ora iperblockerati dal board) restano comunque una ventina di combinazioni che Lodden batte a fronte di circa 35 di valore superiore.

Il call quindi è matematicamente corretto ma è sicuramente di difficile esecuzione a 4 left del Grand final dello European Poker Tour.

In conclusione Lodden ha correttamente ragionato al flop e al turn e al river la scelta più ovvia sarebbe stata un nuovo call.

Mateos invece si è cimentato nell’arte del bluff puro e se è vero che il check-raise di Lodden era stato correttamente inquadrato una volta scelta la linea del floating (diverso sarebbe stato il caso di una 3bet da parte dello spagnolo a nostro avviso più indicata qualora non abbiamo in mano valore e il range avversario sia iper polarizzato come in questo caso) bisogna anche capire che ci sono carte positive da bluffare e carte negative. In questo caso l’asso di quadri al river è sicuramente una brutta carta da bluffare.

Volete sapere come è andata a finire la mano?

Per il norvegese 4 minuti di tank ma alla fine un sofferto fold. Mateos, come vedete nel video, gira le sue carte per un bluff incredibile che lo porta super chipleader del torneo e fa letteralmente impazzire Lodden.

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