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il 18 Mag 2017

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“Phil non tilta mai, nemmeno quando sta perdendo cifre importanti”: Paul Phua elogia il coach Ivey

“Phil non tilta mai, nemmeno quando sta perdendo cifre importanti”: Paul Phua elogia il coach Ivey

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Ci eravamo lasciati il mese scorso con il primo video.

Torniamo quest’oggi con la seconda parte della chiacchierata tra Paul Phua e Phil Ivey, pubblicata stamattina sul canale ufficiale youtube della scuola di poker creata dallo stesso Phua, di cui vi abbiamo parlato ai primi di gennaio.

Quattro chiacchiere tra amici, o colleghi se preferite, sul livello dei player che frequentano Macau, a detta di entrambi decisamente superiore rispetto al passato:

I player asiatici sono sensibilmente migliorati – afferma Ivey – anche grazie al materiale didattico disponibile online che ha permesso una rapida diffusione delle informazioni, dal range ottimale di mani da giocare preflop alla condotta postflop. Io, ad esempio, non ho avuto tutti questi strumenti quando ho cominciato.”

Approcciare un field prettamente amatoriale comporta però diversi accorgimenti da adottare ‘in game’:

Il problema non è soltanto sapere come affrontare un amatore, ma bisogna tenere in considerazione che l’amatore è abituato a scontrarsi a sua volta con altri amatori, quindi alcune dinamiche risulteranno differenti rispetto allo standard. In generale gli amatori hanno un range di mani in testa con cui daranno sicuramente azione e difficilmente gli si farà cambiare idea.

I due concordano sul fatto che fare level up, per un amatore, sia prettamente una questione manageriale, un calcolo del rischio che si vuole correre in rapporto all’edge che si pensa di avere sulla partita. Ma attenzione:

Prima di fare level up oltre ad avere ben chiaro in testa quanti buy-in siamo disposti a perdere, – precisa Ivey –  occorre essere in grado di battere il livello al quale si sta giocando. Difficilmente mi è capitat di vedere qualcuno in grado di far bene in un livello più alto senza aver battuto quello precedente.

La parola torna a Phua che ha solo parole di ammirazione per il suo coach e avversario al tavolo Phil Ivey:

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E’ unico, non tilta mai, nemmeno quando si trova a perdere cifre importanti e forse questo è tra i suoi pregi più grandi: non modifica mai il suo gioco in base al corso degli eventi.

L’ultima parentesi spetta al 6-plus Hold’em, noto anche come ‘short-deck’, una variante dell’Hold’em giocata con 16 carte in meno rispetto alle canoniche 52 (le carte dal 2 al 6 vengono eliminate) giocata a Macau e non solo:

E’ un gioco molto più varianzoso, per veri gambler diciamo – ammette Ivey – Si finisce spesso a mettere i soldi in mezzo e trovarsi in flip, dato che con meno carte le possibilità di chiudere certe combinazioni aumentano esponenzialmente. Di sicuro non manca l’action nei piatti!

Ecco il video integrale della chiacchierata tra Ivey e Phua:

httpv://www.youtube.com/watch?v=ijHv5qnM3j8&t=4s

 

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