Friday, Apr. 26, 2024

Strategia

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il 28 Lug 2017

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Come organizzare le sessioni di review secondo Erion Islamay

Come organizzare le sessioni di review secondo Erion Islamay

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Con i software gestionali come Holdem Manager o Poker Tracker è possibile analizzare il proprio gioco anche offline, lontano dai tavoli. Il giocatore sul quale avremo di gran lunga più mani saremo ovviamente noi stessi.

Dobbiamo comunque tenere presente che l’analisi delle statistiche deve essere solo lo spunto per indagare sui propri leak. Il valore di una statistica non deve essere né l’obiettivo né la soluzione, ma deve solamente aiutarci a porre domande intelligenti. Si può fare un parallelo con le analisi del sangue: se, ad esempio, siamo carenti di ferro, la soluzione del medico non sarà iniettare ferro in vena, suggerirà piuttosto una dieta o dei farmaci per risolvere definitivamente il problema.

Un valore di cbet troppo basso non va corretto aumentando a caso il numero delle cbet. Si allineerebbe la statistica al dato voluto, ma si peggiorerebbe la situazione complessiva. Bisogna piuttosto comprendere la teoria della cbet e incorporare in maniera critica e consapevole i suoi principi nel gioco.

La nostra sessione out-game ha la medesima importanza della nostra sessione in-game. Un paio di ore al giorno possono permetterci di migliorare costantemente, aumentando in modo significativo le vincite, ma soprattutto ci permetterà di acquisire un modus operandi professionale ed efficace.

Dovremo analizzare gli spot che ci hanno messo in difficoltà durante la giornata, le mani che abbiamo marcato per poterle analizzare successivamente. Inoltre dovremo studiare il nostro database in cerca di leak su noi stessi. Per fare ciò consiglio di organizzare la fase di review nel seguente modo:

1) Filtriamo le mani della sessione in modo tale da eliminare gli spot nei quali siamo andati all-in preflop (hanno un’importanza relativa a meno che non si decida di andare alla ricerca di qualche leak nel proprio 4Betrange). Inoltre escludiamo le mani dove il pot complessivo è inferiore ai 30 big blind: ci interesserà esaminare accuratamente gli spot dove si è arrivati almeno al turn, nei quali si è fronteggiato un raise al flop, e tutti i piatti 3bettati. Dovrebbero rimanerci all’incirca un centinaio di mani da visionare attentamente. In questo modo avremo la possibilità di tenere aggiornate le note che abbiamo dei player, cosa che magari non potevamo fare in-game.

2) Analizziamo i giocatori che ci sembrano più ostici. Visualizziamo tutte le mani in cui hanno fatto showdown e cerchiamo di creare una stima verosimile dei loro range d’apertura UTG e SB, delle loro 3Bet, 4Bet e dei call alle 3Bet. Questo lavoro sarà utile per captare qualche informazione che non potevamo cogliere in-game (magari la mano in questione era stata giocata in un tavolo dove avevamo già foldato e la nostra attenzione era rivolta altrove), ci permetterà di crescere come giocatori, e di adottare le giuste strategie per abbattere il loro stile di gioco. Studia in profondità le loro linee di 3barrell in raisati semplici e in 3bettato, e se ce ne fosse bisogno, fai particolare attenzione al loro raising range al turn.

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3) Filtriamo le nostre ultime 250k mani (come minimo) alla ricerca di leak o semplicemente per visionare l’andamento. Guardiamo il grafico dei nostri call alle 3Bet: se stiamo perdendo oltre i 300bb/100 significa che perderemmo meno soldi foldando tutte le volte che veniamo 3bettati. Probabilmente stiamo chiamando troppo fuori posizione e senza iniziativa, oppure giochiamo i 3betatti in maniera fit or fold, dando l’impressione agli avversari di essere molto arrendevoli e facilmente attaccabili. È probabile inoltre che stiamo sopravvalutando coppiette e/o mani speculative chiamando troppo spesso con mani che raramente migliorano, illudendoci d’avere implied odds. Per capirlo basta esaminare il quadro delle mani con le quali chiamiamo le 3bet e vedere quanti bb stiamo perdendo o vincendo.

4) Analizziamo i dati per posizione: le nostre aperture preflop, le 3Bet, il nostro spread e il call alle 3bet. Individuiamo le posizioni dove potremmo vincere di più aggiustando il nostro range di apertura o lo spread. Dai blind è fondamentale limitare le perdite. Il lavoro che dovremo fare sarà quello di trovare il giusto calling range a seconda del PFR che stiamo fronteggiando, e lo stesso vale per il 3bet-range. Contro certi avversari sarà molto più profittevole avere un 3bet-range polarizzato che depolarizzato e questo lo potremo comprendere solamente tramite la review e l’analisi quotidiana del nostro database. Se riusciremo a prendere dimestichezza in modo disinvolto con queste operazioni, vorrà dire che questo modus operandi è diventato nostro, e qualsiasi cosa accada, qualsiasi mutamento subisca il gioco o il field, avremo sempre gli strumenti necessari per studiare e risolvere i nuovi problemi che fronteggeremo lungo il cammino. La nostra mente e il nostro modo di pensare, saranno calibrati nel modo giusto per rendere il massimo. Capiremo il poker a un livello così profondo e avremo una tale consapevolezza dei nostri mezzi, che ogni sfida diventerà la forza motrice per affrontare quelle future.

 

Erion Islamay

 

Tratto da Poker Sportivo n. 83, marzo 2014

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