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il 9 Mar 2018

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Martin Jacobson: “Il poker è cambiato, ora purtroppo è più matematico e meno divertente”

Martin Jacobson: “Il poker è cambiato, ora purtroppo è più matematico e meno divertente”

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Qualche anno fa faceva ancora il cuoco, adesso invece è un poker pro al primo posto della Money List del suo Paese con oltre 16,5 milioni di dollari shippati in tornei live.

Di chi parliamo? Dello svedese Martin Jacobson, nato il 30 giugno 1987 e laureatosi campione del mondo alle WSOP del 2014.

Jacobson ha continuato a grindare in giro per il mondo negli ultimi anni e da poche settimane ha trovato un nuovo sponsor decisamente importante.

Si tratta della room 888poker, una delle più ambiziose a livello mondiale. Jacobson ha giocato con la nuova patch l’888 Live Poker Festival di Bucarest dove è stato intercettato dalla collega Sarah Herring di PokerNews.

Ecco cosa ha raccontato l’ambasciatore Jacobson: “Per me questa è stata un’uscita speciale, ma la patch non cambia il mio approccio ai tornei. Ho una bella responsabilità comunque; solitamente infatti non accetto partnership con molta facilita“.

Jacobson ripercorre un po’ la sua carriera a cominciare dal memorabile trionfo di Las Vegas risalente a quattro anni fa:

Mi chiedono sempre come è cambiata la mia vita dopo il Main Event WSOP che ho vinto, ma in realtà non è cambiata tantissimo“.

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Jacobson ricorda un altro momento della sua carriera in cui ha runnato abbastanza bene: “Sono andato vicinissimo a vincere tre EPT in una sola stagione, ma sono arrivato due volte secondo e una volta quarto“.

Passiamo al punto forse più interessante del suo discorso: “Il gioco è cambiato molto ultimamente sia live che online. Stiamo andando decisamente verso un un approccio più matematico, basato sulla teoria dei giochi; è un po’ un peccato, perché ora tutti usano tools provando ad adottare la miglior strategia.

Tutto ciò è interessante e il poker comunque rimane un gioco complesso che nemmeno i computer sono in grado di risolvere ancora. Viene a mancare tuttavia la parte divertente del poker, quella parte exploitativa e d’istinto“.

Jacobson si sofferma poi ad analizzare il mercato del poker internazionale, le politiche della rivale PokerStars e parla anche di un argomento spinoso come le tasse: “Non ci sono tasse per l’online in Scandinavia. Dobbiamo pagare le tasse solo per le vittorie fuori dall’Europa“.

Chiudiamo ricordando che Jacobson da anni sostiene la REG Charity di Liv Boeree e molti altri poker pro: “L’ho scoperta quando ho giocato il final table del Main WSOP. In quel periodo cercavo uno sponsor ma anche un modo per fare del bene agli altri. Sono amici di cui mi fido al 100%“.

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