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il 18 Apr 2018

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Doug Polk si confessa: “Sono bravo come giocatore e come coach, ma ho pensato più volte di smettere”

Doug Polk si confessa: “Sono bravo come giocatore e come coach, ma ho pensato più volte di smettere”

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Di interviste personali a pokeristi famosi ne avete sicuramente viste e lette tante.

Forse però non avete mai visto una ragazza ricoprire il doppio ruolo di massaggiatrice e intervistatrice in un format. Si sono inventati proprio questo quelli di PokerGO.

La bella Drea Renee infatti ha realizzato una serie di video intitolati ‘Deep Issues‘, nei quali lei offre un massaggino ai pro e loro rispondono sinceramente alle domande più disparate.

Antonio Esfandiari e Fedor Holz per esempio si sono sottoposti al trattamento. Noi però ora vi raccontiamo cosa ha svelato Doug Polk qualche mese fa, a ridosso dei Poker Masters.

Polk ha parlato prima di tutto del suo approccio al gioco e dell’impatto che esso ha su di lui: “Dopo una lunga giornata di poker, hai bisogno di un po’ di tempo per rivivere le emozioni e riordinare le idee. È stressante vincere e perdere grosse somme. Quando torno a casa per almeno un’ora non riesco ad addormentarmi.

Non importa quanto è il buy-in. Sono sempre stato una persona competitiva. Il poker è un gioco che ti fa pensare molto. Dopo un’intera giornata passata a ragionare, è impossibile riuscire ad addormentarti di colpo“.

Polk racconta di essere sempre stato un tipo competitivo, fin da ragazzino: “Mi piacevano gli scacchi. A 5/6 anni prendevo lezione da un maestro. A 8/9 anni ero uno dei bambini più bravi dell’area di San Diego. Poi mi sono spostato nell’area di Las Vegas a 11/12 anni e lì non si giocava molto a scacchi. A quell’età ovviamente non potevo giocare già a poker ma avevo un buon background.

Sia negli scacchi che nel poker, se perdi è perché hai fatto degli errori, anche se nel poker ciò vale meno per via della maggiore componente aleatoria. In generale è una buona cosa se la gente perde quando fa cose sbagliate. Questo ti insegna se stai facendo qualcosa di corretto oppure no“.

Arriva poi la classica domanda sulla famiglia, alla quale Polk risponde così: I miei genitori mi hanno supportato molto. Mio padre è una grande persona. Dopo l’uragano Katrina si è trasferito a New Orleans e ha creato un’associazione per aiutare le vittime del disastro. La mia famiglia è sempre attenta nell’aiutare le persone“.

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Parliamo di cose più inerenti al poker: “Da meno di 2 anni sono impegnato su YouTube. Ho iniziato un po’ per gioco. Il progetto Upswing Poker invece è iniziato un po’ prima, anche se ho sempre investito sui bravi giocatori. Ho aperto la scuola perché sentivo che era arrivato un nuovo capitolo della mia vita. Fare training mi sembrava dunque la cosa più logica. Sono bravo nel poker e nell’insegnarlo. Devo dire che ho avuto successo velocemente“.

Tra le altre cose Polk parla anche dell’amicizia con il collega youtuber Joe Ingram e dell’ossessione per i propri capelli: “Se qualcuno vuole propormi una scommessa per farmi cambiare taglio di capelli, deve mettere sul piatto almeno 150 o 200mila dollari“.

Tornando a cose più serie: “Molte volte ho pensato di chiudere con il poker. In varie occasioni ho perso metà di tutto il mio denaro.

La gente del poker è strana. Nei primi cinque anni io stesso ho esagerato con la dedizione per il gioco. Mi sono fatto assorbire troppo. Ci sta farlo per un periodo, quando la passione è tanta. Poi però devi riuscire a bilanciare la vita del pokerista con una più normale“.

Polk, che da adolescente non riusciva a ottenere appuntamenti galanti, ora è fidanzato con una bellissima ragazza e dà giudizi sugli altri poker pro: “Brandon Adams è il più elegante del circuito. Jason Koon il più affascinante“.

Chiudiamo con qualche risposta secca su altri nomi molto noti: “Phil Hellmuth? Il più grande. Fedor Holz? Il più fortunato. Daniel Negreanu? More rake is better“.

 

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