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il 9 Gen 2009

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Poker vietato dalla Questura di Udine

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Duro inizio d’anno per il texas hold’em friulano; la Questura di Udine ha infatti vietato di praticare in tutto il Friuli Venezia Giulia il poker sportivo e ne prepara l’inserimento nella tabella dei giochi proibiti.

A suscitare maggior scalpore nel mondo pokeristico italiano sono le parole del vice questore Claudio Cracovia che dalle pagine del “Messaggero Veneto” fa conoscere e sottolinea più volte la sua posizione: “Si può giocare a poker sportivo soltanto attraverso il computer; solo online il poker sportivo è considerato gioco di abilità e non di azzardo. E’ vero che la legge ha autorizzato il gioco online e qualcuno ha ritenuto che fosse quindi possibile aprire anche dei circoli per giocare a poker sportivo considerando questa variante del poker un gioco di abilità, ma il discorso è valido solo se si gioca al computer.

È lecito chiedersi: interviene forse qualche oscuro meccanismo nel passaggio dal tavolo virtuale a quello reale? Non si parla forse di un gioco che resta sempre lo stesso ma cambiano solo i “luoghi” di fruizione?
“Il poker sportivo non è assolutamente un gioco d’azzardo, anche se a livello normativo ci troviamo in una situazione di vacatio legis, per certi aspetti assolutamente paradossale” sono le parole dell’ “avvocato del poker” Max Rosa, il quale aggiunge che “L’articolo 93 comma 1 della Finanziaria del 2006 dice in maniera esplicita che tutti i giochi di carte in forma di torneo a quota fissa non sono giochi d’azzardo bensì giochi di abilità; il paradosso è determinato dal fatto che tale enunciato, relativo alla regolamentazione del gioco in forma telematica, viene ritenuto non estendibile al gioco dal vivo”.

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Rosa suggerisce infine agli organizzatori friulani di mediare con la Questura, dimostrando l’allineamento della loro attività con le indicazioni del Ministero degli Interni; a loro vanno anche il sostegno e l’assistenza legale garantita dal delegato regionale FIGP Giuseppe Manzone, il quale appoggia anche il Questore di Udine se sarà fondata l’ipotesi che vuole la sua scelta frutto dell’attività di un club che proponeva tornei da buy-in di gran lunga oltre i limiti. Afferma Manzone: “In questo caso il Questore ha il nostro appoggio perché elevati costi d’iscrizione vanno tenuti lontani dai circoli dove passano imprenditori ma anche operai e studenti, ci sono altre strutture per buy in maggiori e le persone devono giocare ma vanno soprattutto tutelate“.

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