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il 17 Nov 2013

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Meno è più (EV): Giuliano Bendinelli spiega le nuove size negli MTT

Meno è più (EV): Giuliano Bendinelli spiega le nuove size negli MTT

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Il poker è un gioco in costante evoluzione: quello che era corretto qualche anno fa oggi potrebbe non esserlo più e anzi, potrebbe essere diventato un clamoroso errore che fa perdere soldi.

E’ una cosa che forse chi non gioca tutti i giorni riesce a vedere meglio di altri che, vivendo quotidianamente il gioco dal di dentro, non focalizzano i nuovi standard che di quando in quando si fanno largo, come ad esempio quello delle size delle bet.

Per capire meglio le ragioni di queste nuove dimensioni standard abbiamo sentito Giuliano Bendinelli, pro del Team Online Poker Club Lottomatica.

IPC: Ciao Giuliano. Abbiamo notato che recentemente le size dei raise preflop e delle tribet sono calate parecchio: sempre più giocatori miniraisano invece di fare size più corpose, come mai? Nei vecchi manuali si sostiene che il raise serva anche a scoraggiare gli avversari a entrare nel pot, le buone odds che diamo coi miniraise non sono un problema?

Giuliano Bendinelli: No, non sono per niente un problema. Anzi, si miniraisa proprio per prendere più fiches a chi magari folderebbe preflop. Se sui blinds ci sono giocatori meno forti di noi, vorremo giocare il più spesso possibile contro di loro in posizione, dove saremo noi a condurre la mano e a scegliere quando e quanto puntare. Se scegliamo una size troppo alta preflop, folderanno più spesso e noi staremo perdendo fiches nel lungo periodo. Il discorso cambia ovviamente da small blind, visto che se chiamati giocheremo il piatto fuori posizione: in questo caso è giusto raisare un po’ più lunghi.

IPC: Alle WSOP abbiamo visto però abbiamo visto size più corpose, anche tra mostri sacri come Phil Galfond e Phil Ivey: i miniraise sono quindi uno standard solo europeo?

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GB: E’ vero che negli Stati Uniti si vedono size più grandi ma ora, soprattutto sul .com e per i giocatori europei è comune fare i mini-raise. Gli americani sizano più grande perché vogliono avere più fold equity, quindi raisano lungo preflop per poi fare continuation bet importanti. Invece ora si preferisce vincere la mano più avanti per far entrare nel pot il maggior numero di fiches possibile. Quindi si fa x2, poi una c-bet piccola, di un quarto o un terzo del pot, e poi magari al turn e al river si siza più grande per portare a casa il piatto.

IPC: Come cambiano le size in funzione della fase del torneo e dello stack?

GB: Quanto ho detto finora vale soprattutto per le fasi medie e finali dei tornei, quelle in cui sono già in gioco le ante e si ha uno stack di almeno 20-25 bui. Nei primi livelli è sicuramente profittevole sizare un po’ più lunghi perché senza le ante non ha molto senso fare solo x2. Poi se siamo proprio nelle fasi finali, con due o tre tavoli left, può avere senso anche raisare fra il 2,2-2,5x, perché a quel punto ci interessa forse di più prendere le fiches uncontested che giocare troppi piatti postflop.

IPC: Questa tendenza ‘al ribasso’ delle size si applica anche per le tribet?

GB: Sì, però non bisogna esagerare. Se un giocatore raisa x2 non è che noi aggiungiamo solo un buio come raise, perché diamo le odds per chiamare praticamente a tutti, ma un x2 sul suo raise è più che ragionevole. Poi, come dicevo prima, dipende molto dalla fase del torneo e dal fatto di giocare in posizione o meno. Se parliamo per primi, e dunque siamo fuori posizione, è giusto fare una tribet più importante per poter puntare di più anche al flop.

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