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il 8 Dic 2018

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Riccardo ‘LoZioRicky’ Milani è il n° 1 negli Heads up in Italia: “Ma sto sparando le ultime cartucce”

Riccardo ‘LoZioRicky’ Milani è il n° 1 negli Heads up in Italia: “Ma sto sparando le ultime cartucce”

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Nel poker c’è chi adora misurarsi costantemente con diverse varianti o con i format più recenti. Ma c’è anche chi, invece, si è specializzato negli anni in un particolare gioco, con ottimi risultati.

È il caso del 30enne lombardo Riccardo Milani, conosciuto online da tutti come ‘LoZioRicky‘. Il suo nick da sempre spopola nei Sit & Go delle room italiane. Se vogliamo essere precisi, il campo preferito di Riccardo è costituito dagli Heads Up.

Riccardo nel 2018 ha forse ottenuto i suoi risultati migliori, eppure abbiamo scoperto che sta per mollare il lavoro del poker pro. Ecco cosa ci ha raccontato lui stesso:

Sono stato costantemente tra i cinque migliori in Italia nei Sit Heads up ma quest’anno dovrei essere proprio il numero uno, stando ai dati disponibili online. Dopo anni di studio maniacale riesco a tenere un ROI del 12 tablando 3-4x e giocando quasi esclusivamente i turbo su sei room. I normal sono spariti ovunque”.

Potete trovare Riccardo impegnato ai tavoli di PokerStars, iPoker, bwin, People’s e da poche settimane anche su 888poker. Se cercate su SharkScope però alcuni grafici saranno bloccati: “Lo faccio per nascondere il ROI molto alto in certi casi“.

 

 

Riccardo ci ha fatto un riassunto della sua carriera e del suo ultimo anno: “Ho iniziato a grindare durante gli studi universitari quasi 10 anni fa. Era il 2009 o 2010. Facevo scienze statistiche, quindi una materia inerente al poker. Ho versato i primi 10 euro su GD poker, iniziando con i Sit da nove giocatori. Sono durato circa due mesi. Poi sono passato agli  Heads up perché la varianza è minore e le partite duravano meno. Così ho iniziato la scalata ai 5 e ai 10. Per i primi due anni ho giocato solo nel tempo libero, arrivando agli stack da 50 euro. Poi l’ho fatto di professione. Ho scaricato vari software e sono migliorato ogni anno. Per mancanza di traffico sono passato dal grinding su due room diverse alle sei attuali. Nel 2018 in pratica ho grindato sempre su cinque room aggiungendo recentemente la sesta. È stato l’unico modo per mantenere alti livelli di guadagno con costanza e planning.

Il traffico non è buono come negli anni scorsi. I volumi di gioco si sono abbassati come la rake. L’indurimento del field invece non mi ha toccato molto. Studiando ho sempre migliorato il mio ROI di anno in anno. Nel 2015 e 2016 ero più da multitabling. Ero più aggressivo. In seguito ho scelto di aumentare il focus su ogni singolo tavolo e su ogni singola mano, aumentando anche il ROI. Però i fish che ti tirano chips non ci sono più.

Comunque non farò questo lavoro per tantissimo tempo. Sto facendo un Master in Data Management che teoricamente mi porterà a fare altro lavoro nel 2019. La data science è il futuro delle aziende e si sposa con le mie inclinazioni. Penso di fare carriera in quel campo come ho fatto nel poker, dove sto sparando quindi le ultime cartucce. Continuerò a giocare a poker nel tempo libero, la passione per il gioco non mi manca“. Un peccato, considerando il grafico (senza rake) del 2018 di Riccardo:

 

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Ma da dove nasce la passione proprio per i Sit Hu? “Mi piace la loro ‘struttura quadrata’ a livello matematico. Mi ci sono sempre trovato bene con le chips fisse, l’aumento dei bui e tutti i calcoli del caso. Ho provato due o tre anni fa il cash, ma non mi ha mai ispirato. Lo so che si potevano fare buoni guadagni anche lì.

Chi gioca cash e tornei ha una varianza più alta da affrontare, però guadagna probabilmente più soldi di me. Io mi trovo bene a studiare l’avversario testa-a-testa. Mi piace studiare ogni sua mossa e ricavare profitto da ogni singola mano tramite stats e info. Mi adatto in base alle sue caratteristiche.

A dire il vero ho fatto un po’ di profit anche con gli Sping & Go. Sono stato anche coach per un periodo ma ho smesso perché non lo ritenevo più profittevole. In una nicchia di mercato come i Sit non ha senso formare avversari che ti fanno perdere 3mila euro all’anno. Non escludo però di tornare a fare coaching su richiesta per degli amici in futuro, visto che non giocherò più. Formare degli allievi dà comunque soddisfazione.

Dal vivo invece non ho mai giocato, praticamente. Ho fatto solo qualche serata sporadica al casinò con gli amici, giocando cash for fun. Mi sono seduto ai tavoli di Las Vegas quando sono stato in viaggio di nozze la scorsa estate.

A proposito, da quando convivo ho normalizzato i miei orari, facendo meno soldi. È più profittevole giocare la sera o weekend rispetto alle mattine e ai pomeriggi dei giorni lavorativi. Ma con gli orari classici da grinder è impossibile avere una vita sociale. Mia moglie mi è sempre stata molto vicino ma non ha mai approvato al 100% il lavoro del poker pro. È contenta del mio nuovo percorso lontano dai tavoli“.

Riccardo ci tiene a citare un collega in chiusura di intervista: “Ringrazio sempre Daniele ‘danmioo’ Carnelli perché è stato la mia spalla negli studi e mi ha aiutato molto“.

 

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