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il 26 Ott 2012

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Intervista a Roberto Lombardi, Il_Robo che fa SuperNova Elite!

Intervista a Roberto Lombardi, Il_Robo che fa SuperNova Elite!

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Si chiama Roberto Lombardi (il_robo su IPF), su PokerStars.it è conosciuto — mi spingerei a dire temuto — con il nick robazzo e giusto pochi giorni fa si è aggiunto alla schiera dei SuperNova Elite. Per noi un po’ speciale lo è. Oltre a collaborare con ItaliaPokerClub e Poker Sportivo per gli articoli tecnici. è uno dei coach della nostra scuola di poker ItaliaPokerGrinder. Abbiamo pensato di conoscerlo meglio.

Mi piace sapere degli inizi, le storie che si celano dietro la costruzione del roll. Tu che cos’hai da raccontare in merito?
Come molti ho cominciato a giocare per puro divertimento e ormai sono passati cinque anni da quell’inizio. Giocavo NL25 con una gestione ferrea del bankroll: 2 stack minimo! Sono finito rotto diverse volte, ma mai per più di 50€ al mese, era il tetto massimo che mi ero dato per il divertimento con il poker. Alla fine ho iniziato a studiare le dinamiche del gioco e qualche piccolo passo in avanti iniziai a farlo. Ricominciai daccapo, dal NL10 con un bankroll di venti stack con l’intenzione di salire i livelli in modo disciplinato. Arrivai al NL50, poi passai agli MTT. La mia vita come torneista durò molto poco: vinsi qualcosa ma poi inaugurarone le punto it e migrai ai Sit&Go Normal giocati per profit — ancora non giocavo per professione.

Agli MTT poi sono dovuto tornare non appena finì il momento d’oro dei Sit. Facevo comunque profit, abbastanza per arrotondare. Il vero problema era la vita privata: troppe ore passate al PC, mai un film alla televisione, la ragazza che si lamenta in continuazione del poco tempo che le dedichi… alla fine mi convinsi a fermarmi per un paio di mesi per poi tornare al cash game. Ricominciai dall’Hold’em No Limit e contemporaneamente mi avvicinai al Pot Limit Omaha. Mi sentii a mio agio fin da subito e compresi ben presto che ero molto più portato alla comprensione di questa variante.

Presi la decisione di ripartire dal PLO, dal PL100 per la precisione. Come sempre ho scalato i livelli con calma e pazienza, anche se all’inizio del 2012 tra mesi even e mesi negativi non ne potevo veramente più. Stavo per abbandonare, ma poi fortunatamente sono uscite le mie!

Proprio a proposito di 2012. Se ho capito bene per te è stato l’anno della svolta. Cosa ti ha spinto a lasciare il lavoro per il poker e come hai affrontato la transizione culminata pochi giorni fa con il raggiungimento dello status SuperNova Elite?
È stato tutto piuttosto semplice, quasi banale. Il lavoro scarseggiava — ero e sono un fisioterapista — e mi sono reso conto ben presto che i soldi che entravano con il poker erano decisamente di più di quelli che riuscivo a guadagnare con quello che consideravo essere il mio lavoro principale. In più avevo un mare di rakeback che stava arrivando, percui decisi di tentare il salto; in ogni caso sarei caduto sul soffice. Per prima cosa non abbandonai del tutto il lavoro e continuai a fare alcune terapie private cercando di non togliere più di tre o quattro ore al poker. In questo modo sono riuscito a coniugare le due attività senza creare buchi nel curriculum vitae che mi avrebbero messo in difficoltà nel caso tutto fosse andato a rotoli. Iniziai a grindare più seriamente e mi resi conto che organizzando al meglio le sessioni e strutturando un piano di lavoro avrei potuto raggiungere lo status di SuperNova Elite. Alla fine eccomi qua: SuperNova Elite, collaboratore di ItaliaPokerClub e PokerSportivo e coach di ItaliaPokerCoach. Direi che ora vivo di poker!

Roberto Lombardi

Qualche anno fa era uno status di prestigio, c’erano molti regular che campavano bene pur non essendo SNE e quei pochi che lo diventavano erano, diciamo per diretta conseguenza, famosi. Oggi lo avverto come un grande traguardo lavorativo, ovvero, tolto l’alone di fama, rimane un grande risultato raggiunto in vista di una carriera normale. Per prima cosa, come hai vissuto questo grande traguardo? Secondariamente, oggi, per raggiungere la fama nel poker credi si debba forzatamente passare dal live?
Nell’ultimo periodo ho runnato davvero male e per la prima volta in vita mia ho giocato contro voglia solamente per raggiungere lo status. Non volevo mollare, il traguardo era vicino e sapevo che ad attendermi c’erano una milestone importantissima e una percentuale di rakeback di primissimo livello. La soddisfazione è stata grandissima e credo che di aver dimostrato di non essere un regular qualunque raggiungendo questo risultato.

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Se parliamo di fama sono abbastanza d’accordo con te. Chi è nell’ambiente online conosce i giocatori più forti e li rispetta, ma il grande pubblico è ancora affezionato al live. Guarda Poker1Mania o PokerItalia24, per loro la gente forte è quella che siede a quei tavoli, è Phil Hellmuth che vince un braccialetto dopo l’altro. E meno male che è così: Phil attira i random! (sorride)

Non per smorzare la gioia. Però in molti dicono che il giochino finirà presto… tu che ne pensi?
Io rientro sicuramente tra i pessimisti. Vedi, ci saranno sempre giocatori più scarsi di altri, ma la forbice di questo divario si sta assottigliando sempre di più. E continuerà a farlo. Ci saranno sempre meno fish, quasi tutti sapranno almeno le basi del gioco e proprio per questo credo che solamente quelli davvero al top riusciranno a continuare a vincere, e non come in questi anni. In ogni caso il piano di uscita dal mondo poker è necessario, per tutti.

Tu sei un fisioterapista quindi la via di fuga è abbastanza chiara, però avrai un sogno nel cassetto, no?
Qualcosa c’è. Mi piacerebbe aprire un’attività tutta mia, magari nel settore della ristorazione, mi ha sempre attirato tanto. Oppure penso all’e-commerce, potrebbe essere interessante trattare prodotti di nicchia. Poi ovvio, per stare con i piedi per terra, potrei aprire uno studio FKT (Fisiokinesiterapia) senza fare debiti, il che non è assolutamente male.

Nel poker tuttavia ci siamo ancora. Stiamo sul presente e concentriamoci sul tuo ruolo da coach. Poco fa dicevi di aver giocato per profit, anche a livelli in cui è impossibile anche solamente pensarci: ai tuoi allievi cosa consigli, come li fai affacciare al poker in vista della costruzione del bankroll?
Per prima cosa cerco di capire le intenzioni dei miei allievi. Se per loro il poker deve rimanere un divertimento con cui arrotondare allora fondamentalmente non parlo granché di bankroll. Cerco di farli giocare ai micro con venti stack almeno. Se ci si sposta dai microlimiti il discorso cambia di molto, ma solitamente non è il caso di questa categoria di giocatori.

Se invece stiamo parlando di un ragazzo che vuole scalare i livelli partiamo almeno con cinquanta stack e appena battiamo un livello cerchiamo subito di aggredire il successivo mixando i tavoli. Ovviamente i tavoli li faccio aggiungere facendo accurata table selection.

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