Friday, Apr. 19, 2024

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il 5 Set 2012

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Mike Caro e le differenze tra Limit e No Limit Texas Hold’em

Mike Caro e le differenze tra Limit e No Limit Texas Hold’em

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E sempre lo stesso gioco. Il Texas Hold’em. Eppure la differenza tra “Limit” e “No-Limit” è decisamente abissale. Nel nostro paese la variante con il limite di puntata non ha preso molto piede, soppiantata da quella che nel film “The Rounders” viene definita come la “Cadillac” del poker. Il texano senza limite di puntata. La principale differenza, come avrete intuito, sta proprio nel fatto che nel Limit le puntate sono già definite dalle regole, mentre nel No-Limit dobbiamo decidere quanto puntare.  Mike Caro definisce la capacità di scegliere le giuste Size di puntata è una vera e propria “Forma d’Arte”.

Vediamo proprio insieme a Mike Caro di approfondire meglio le differenze tra queste due modalità di gioco.

Il rapporto con i Bui

Solitamente, quando dobbiamo scegliere una partita di NoLimit Cash, ci basiamo principalmente sui bui. A seconda del nostro bankroll vedremo di scegliere il nostro tavolo giusto. La stessa cosa ovviamente dovremo fare in caso di Limit Cash, ma anche in questo caso le cose sono diverse. Rispondete a questa domanda, è più “grande” (abbiamo bisogno di più bankroll) in un tavolo NoLimit 5€/10€ o in uno Limit 20€/40€?

Nel primo non ci siederemo mai con meno di 1.000€ davanti (in modo da poter giocare con i nostri 100 BB), e molto probabilmente dobbiamo considerare di avere dietro un altro paio di poste perchè nel No-Limit si fa davvero presto a salire e scendere. Nonostante il tavolo Limit abbia bui quattro volte superiori, potremmo comunque sederci tranquillamente con lo stesso importo di prima visto che su questo tavolo abbiamo la certezza di non poter investire tutto il nostro stack in ogni mano anche volendo “cappare” (fare il massimo numero di rilanci) ogni strada.

In generale nel poker più sono alti i bui, più la partita è “grande”. Ma è vero anche che in un tavolo cash 2€/4€ si possono creare piatti enormi e perdere cifre considerevoli (visto che virtualmente potresti perdere uno stack per ogni mano), cosa assai più difficile allo stesso livello di un tavolo Limit.

Qual è il gioco più difficile dei due?

E’ stato più volte detto che in realtà ci vuole molta più abilità per giocare il Limit rispetto al No-Limit. L’idea nasce soprattutto dal fatto che mentre nel No-Limit spesso basta mandare Allin l’avversario per ottenere un Fold (o viceversa), nel Limit dobbiamo solo decidere se bettare o raisare rendendo più difficile il fold avversario, giocando sostanzialmente molte più mani (e quindi prendendo molte più decisioni difficili fino allo showdown che avviene peraltro molto spesso). Ma prendere un numero più alto di decisioni difficili non significa necessariamente che sia più complicato.

Come abbiamo detto, nel No-Limit abbiamo un elemento in più da affrontare, la “size” della nostra puntata. Questo rende tutto decisamente più difficile perchè ad ogni puntata abbiamo una serie di variabili in più da analizzare. Mike Caro nei primi anni ’80 aveva programmato un computer per giocare a poker (era stato chiamato “Orac” ovvero Caro al contrario), ed era risultato tutto sommato semplice farlo giocare a livello mondiale nella specialità “Limit”. Quando però ha provato a programmarlo per il NoLimit, il fatto di dover far decidere al computer Quanto puntare si rivelò immensamente più difficile.

Qual è quello più emozionante?

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La risposta di Caro a questa domanda è forse sorprendente. Per lui non ci sono molti dubbi a definire il Limit molto più emozionante. Si giocano molte più mani, ci sono molte più puntate, molti più show down. Certo mancano più spesso quelle situazioni di “dentro o fuori”, quei piatti molto più occasionali ma che hanno fatto la fortuna del No-Limit (e la sfortuna delle coronarie di molti player), ma il numero molto più alto di piatti giocati nel Limit compensa spesso questa situazione.

Motivo per cui lo stack nei tavoli Limit tende ad avere molte più variazioni (in alto come in basso) e siamo coinvolti costantemente in moltissime mani. Viceversa il No-Limit è principalmente un gioco di attesa, condito da alcuni momenti di grande pathos. Purtroppo, la maggior parte del tempo risulta però estremamente noioso.

In quale ci vuole più Fortuna?

Nel breve termine è decisamente più importante avere fortuna nel No-Limit, visto che il grosso del nostro stack sarà sul piatto in poche selezionate mani che è necessario portare a casa. Alla fine comunque l’abilità nel gioco dovrebbe avere la meglio in entrambe le specialità. Diciamo che nel No-Limit i giocatori con più abilità hanno occasione di prendere più soldi a quelli “meno bravi” rispetto al Limit. Dal canto suo il Limit garantisce un flusso abbastanza costante di soldi che vanno da quelli meno bravi verso i più bravi.

La differenza sostanziale sta nel fatto che molto spesso nel No-Limit abbiamo modo di fare una giusta puntata che limiti le possibilità dell’avversario di seguirci con alcuni progetti. Progetti che invece nel Limit vengono costantemente seguiti fino alla fine (a volte anche nel NL se è per questo, ma la matematica in quel caso è dalla nostra parte se abbiamo scelto la giusta size).

Quale delle due specialità avrà più successo in futuro?

Anche qua Mike Caro ha una convinzione fuori dal coro. Sarà infatti il Limit il gioco del futuro. Finito il “boom” mediatico del No-Limit, finita la ricerca di adrenalina di pochi piatti in cui giocarsi la vita, Caro è convinto che molti giocatori torneranno ad avvicinarsi alla disciplina del Limit, che porta con sè qualche eccesso in meno e tanta costanza e divertimento in più.

Staremo a vedere. Del resto anche la nostra curiosità sul futuro è … No Limit.

 

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