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Strategia

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il 9 Feb 2011

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L’analisi REM nel Texas Hold’em – Range, Equity e Maximize

L’analisi REM nel Texas Hold’em – Range, Equity e Maximize

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Flynn, Mehta e Miller nel loro libro “Professional No-Limit Hold’em: volume 1” introducono due interessanti processi per valutare le situazioni in cui ci troviamo nel corso delle mani giocate nel Texas Hold’em e nel Poker in generale: il REM Process e il principio SPR.

Il REM process individua tra componenti da valutare nel corso dell’analisi della mano in corso: Range, Equity e Maximize. Ecco cosa si intende:

  • Range: nel momento in cui state valutando la decisione migliore dovete aver individuato il range di mani che il vostro avversario gioca avendo raccolto indicazioni su di loro nelle mani precedenti e nelle precedenti partite.
  • Equity: valutare le equity che avete considerate in relazione al range di mani del vostro avversario.
  • Maximize: Ottenere il massimo EV in base alle informazioni che avete raccolto fino a quel momento.

Questo processo in 3 passi vi deve portare a ottimizzare l’EV di ogni mano giocata.

RANGE

Non avete bisogno di sapere esattamente le due carte che il vostro avversario ha in mano, visto che anche i migliori giocatori al mondo non sono in grado di fare una cosa del genere, ma avere una lettura della mano significa assegnare un range di mani plausibili: quanto più piccolo è il range che riusciamo a individuare tanto più accurata sarà la nostra analisi.

Questo si può fare in due modi: sfruttando la conoscenza personale che abbiamo dell’avversario o quando possibile è sicuramente meglio affidarci a softwares di monitoraggio e statistiche che possono darci informazioni molto dettagliate.

Assegnazione di intervalli di mano senza l’utilizzo di software

Nel caso non usiate dei softwares allora dovrete estrapolare le informazioni dalla vostra esperienza.

Esempio: un giocatore che avete catalogato come tight-aggressive fa un re-raise 3-bet da middle position. Il 3-bet da posione iniziale è un segno di grande forza quindi potete andare a individuare un range che comprende coppie vestite, A-K suited e non. Questo tipo di analisi può essere precisa nel caso sia un giocatore che conosciamo, ma nel caso sia un giocatore poco conosciuto allora dobbiamo essere molto cauti nell’assegnare il range.

Assegnazione di intervalli di mano utilizzando un software

Se utilizzate softwares come Poker Tracker 3 o Holdem Manager allora potete affidarvi alle informazioni più certe che si basano su una vasta serie di dati raccolti dal programma. Se prendiamo l’esempio precedente e il software ci indica un avversario un po meno tight di quanto avevamo supposto potremmo per esempio allargare il range anche a mani come 10-10 o A-Q e K-Q. In questo caso basta prendere la percentuale di 3-bet che ci viene presentata dal software e inserirla in Pokerstove per andare ad individuare il range esatto.

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EQUITY

Una volta assegnato il range al nostro avversario siamo in grado di determinare dove siamo nella mano e fare un’attenta valutazione della situazione: basta inserire i dati in Pokerstove per avere un’immagine chiara. Se siete abbastanza bravi in matematica potete avere un’immagine abbastanza precisa anche senza utilizzare PS, ma se volete un percentuale esatta questo software risulta al caso vostro.

Ritornando all’esempio precedente se abbiamo assegnato un range del 5% al nostro avversario con mani (coppie da 10 in su, A-K, A-Q e K-Q) e noi abbiamo in mano Q-J suited sapremo che il nostro avversario ha pre-flop il 66% contro il nostro 33%.

MAXIMIZE

Sulla base delle informazioni che abbiamo individuato nei paragrafi precedenti adesso è il momento di scegliere la mossa che più massimizza il nostro EV. Supponiamo due casi differenti:

1. Nostra mano Q-J odds 33,5%, avversario T-T+, A-Qs+,K-Qs+, A-Qo+ 66,5%. Noi abbiamo uno stack in media(5K), mentre il nostro avversario ha 800 chips, stiamo giocando il 50/100. Da UTG abbiamo rilanciato la nostra mano a 270 e abbiamo ricevuto la 3-bet allin del giocatore che ci segue. Foldano tutti e la palla torna a voi. Dobbiamo chiamare 530 chips per un piatto di 1,220 con pot odds 2,3:1. A questo punto abbiamo le giuste odds per fare la chiamata e soprattutto non dobbiamo preoccuparci di come giocare il resto della mano.

2. Nostra mano Q-J odds 33,5%, avversario T-T+, A-Qs+,K-Qs+, A-Qo+ 66,5%. Noi e il nostro avversario abbiamo uno stack in media (5K) e stiamo giocando il 50/100. Da UTG abbiamo rilanciato la nostra mano a 250 e abbiamo ricevuto la 3-bet del giocatore che segue a 800. In questo caso la nostra migliore opzione è il fold, nel migliore dei casi visto il range dell’avversario potremmo prendere un J al flop, ma anche in quel caso potremmo non avere la miglior mano e visto lo stack e la posizione dell’avversario potrebbe esser conveniente optare per il fold.

Natualmente questo è un esempio e la casistica che vi troverete ad analizzare è molto vasta, ma utilizzando una metodologia di questo genere sarete in grado di fare le scelte giuste:  il processo REM è sicuramente un metodo proficuo per giocare una mano di Texas Hold’em, naturalmente necessita di competenze molto elevate nella lettura delle mani e nell’analisi matematica delle informazioni che avete raccolto.

Non aspettatevi però di portare la vostra analisi troppo nel dettaglio, ma cercate di apprendere la metodologia e applicarla a range di mani aperti per avere delle indicazioni di massima.

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