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il 29 Giu 2012

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WSOP 2012 – Ben Lamb: “Domani mi iscrivo al torneo da un milione!”

WSOP 2012 – Ben Lamb: “Domani mi iscrivo al torneo da un milione!”

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Fa specie, seguendo le fasi finali del day2 del 1.500 dollari pot-limit omaha hi-lo in cui Dario Alioto è stato brillante protagonista, vedere nel nutrito gruppo di spettatori confinati all’esterno dei cordoni di sicurezza un ragazzo dai capelli biondo-rossicci, la maglietta granata e l’espressione simpatica. Che sia proprio Ben Lamb, il player of the year del 2011 che giusto un anno fa trasformava in tavoli finali, o braccialetti nel caso del 10.000 dollari Plo, qualsiasi ticket di iscrizione acquistasse?

“Sì, sono proprio io – risponde con ironia Ben -. Sono qui a seguire un amico che è deep in questo torneo. E nel contempo vedo se riesco a raccattare ancora qualche quota in vista del Big One for One Drop”.

Come, hai deciso di iscriverti anche tu?

“Sì, farò il buy in giusto domani. E’ un torneo dove ci sarà troppo valore e non posso mancare”.

Che sia destinato a diventare l’occasione di riscatto per queste tue Wsop 2012 non esattamente in linea con quelle incredibili dell’anno passato?

“Ho giocato solo 4 tornei quest’anno, e mi sono invece dedicato molto al cash game. Sono stato al tavolo per molte ore durante queste World Series, ma ho fatto pochissimi tornei. E a parte il primo, in cui sono durato dodici ore prima di uscire a fine day1, per il resto ho giocato gli heads up e sono finito fuori in capo a due o tre ore ogni volta. In verità quest’anno non mi sono presentato con la voglia di “grindare” i tornei con la giusta testa. Mi sono fissato con il cash game, ho cominciato bene e quindi ho deciso di continuare così”.

Dove stai giocando?

“Il mio posto favorito è l’Aria, sicuramente, anche se a volte non si possono trascurare alcune partite che nascono al Bellagio o qui al Rio”.

Il tuo favorito per succederti al titolo di giocatore dell’anno?

“Phil Ivey e John Monnette sono talmente forti nei mixed games che il vincitore credo sarà uno di loro. La classifica di player of the year d’altronde è talmente centrata sui mixed games che potremmo chiamarla titolo dei mixed games. Pesano tantissimo su questo trofeo i tornei da 5.000 o 10.000 dollari nelle varianti, dove i field sono così ridotti che ci sono tanti punti relativamente facili da raggiungere per chi sia bravo in quelle discipline. Ivey è il miglior giocatore al mondo e non penso che ci sia qualcuno che possa non essere d’accordo con tale affermazione. John Monnette è uno straordinario specialista di varianti ed è stato vicino a far saltare il banco nel 50k horse. Insomma, credo che la corsa sia chiusa a loro due”.

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Dopo aver lasciato Tulsa, la tua città natale, per trasferirti a Las Vegas, c’è qualche altro trasloco in vista nel tuo futuro, magari per riprendere a giocare on line?

“Vivo a Las Vegas da quattro anni. Ho giocato on line tantissimo negli anni scorsi, e mi è davvero piaciuto farlo, ma ora che ho cominciato a giocare molto live per necessità devo dire che mi è venuto a piacere molto di più. Adoro parlare con le persone, divertirmi anche mentre penso a giocare. E’ decisamente meglio che stare chiuso in casa a clicckare su un mouse”.

Solo un aspetto legato alla socializzazione o è anche un discorso di puro valore economico?

Entrambe le cose. Adoro l’aspetto sociale del gioco live, ma è vero anche che dal vivo le partite sono più grosse e più facili. Una combinazione delle due cose direi”.

Programmi per il futuro, Big One for One Drop e Main Event a parte?

“Continuerò a giocare cash game e a dedicarmi a un paio di business che ho avviato. In particolare continuerò a collaborare con “Plo quick pros”, un sito di coaching con cui lavoro da più di un anno e mezzo. I titolari del sito mi hanno insegnato un sacco sul pot limit omaha quando stavo cominciando. E io poi ho insegnato molto ad altri. Come Chance Kornut che poi a omaha ha vinto un braccialetto e fatto almeno uno o due milioni giocando cash game. Insomma, continuerò questo rapporto che mi ha dato tanto”.

Credi che l’omaha sia il gioco dove i pro potranno trovare maggior valore e maggior edge nei prossimi anni?

“Sì, penso di sì. Ormai nell’hold’em c’è troppa gente che gioca, e sempre meno player che in proporzione finiscono per fare certi errori madornali. Nell’omaha invece è più facile trovare avversari disposti a giocarsi stack con roba tipo KQ87 double suited e non credo che, a lungo andare, persone che mettono dentro soldi al 45% possano salvarsi contro chi gioca meglio. Anche perché spesso non riusciranno a metter tutto dentro preflop e ci sarà margine per giocare dopo il flop”.

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