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il 14 Set 2009

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Barcellona by Tonyg – Casinò, Ramblas e Patanegra (prima parte)

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Partenza per Barcellona il sabato, obiettivo il torneo di Omaha PL, side event dell’EPT, torneo in modalità freezeout, 1000+100 il buy in. Siamo io e il mio compagno di (s)ventura, soprannominato Il Barone. Ci attende una Barcellona nuvolosa e ventosa, niente caldo torrido, niente afa. Ci sistemiamo al Grand Hotel Marina, hotel moderno, ai piedi delle Ramblas. Posiamo i bagagli e via a piedi per le Ramblas, e’ già quasi ora di pranzo.

I nuovi ragazzi del poker, quelli dell’era internettiana, sapranno anche se tribettare o fourbettare o pushare e l’importo esatto dei raise in determinate situazioni, ma provate a chiedere loro dove si mangia bene: vi guarderanno come se foste marziani! Il mangiare non serve, viva il poker totalizzante (per loro!): al massimo vi indicheranno un McDonald’s.

Io invece prima di partire avevo chiesto ad un giocatore dell’era pre-internettiana da quale ristorante di Barcellona facesse arrivare il prosciutto Patanegra e il maialino da latte che talvolta ci ha fatto degustare nelle serate a casa sua: informarsi prima e’ sempre meglio!

Alle 12,45 telefono a questo ristorante Asador de Aranda, chiedo se possiamo andare a pranzo e mi fanno un po’ di difficoltà, alla fine mi dicono di si. I ristoranti invero con questo nome a Barcellona sono tre, ma quello scelto da noi è poco distante da Plaza Catalunya per cui decidiamo di risalire le affollate Ramblas e andare a piedi. Arriviamo e il ristorante è completamente vuoto: due sale e siamo solo noi! E meno male che mi facevano problemi per prendermi la prenotazione!

L’arcano verrà svelato col tempo: a Barcellona le 13 è un’ora troppo anticipata per andare a pranzo! Alle 14 il locale era tutto pieno e non c’era più neanche un tavolo libero!

Ristorante di sola carne, antipastini a base di prosciutto, salame, pezzi di salsiccia cotti fatti in vari modi. Sangria che scorre a fiumi, e poi il pezzo forte: il maialino da latte che viene servito a tavola in un telamone nero. Semplicemente eccellente. Intanto la sangria scorre e io che sono astemio ne bevo 6 bicchieri, il mio compagno di (s)ventura 4 o 5. Al ritorno abbiamo qualche problema nel camminare dritti…ma arrivati sul letto della camera d’albergo, piomberò in un sonno profondissimo di oltere tre ore per poi risvegliarmi fresco e rilassato e pronto per recarmi al casinò.

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Alle 20 il taxi, che pagheremo ben 8 euro, ci lascia all’ingresso del Casinò. Abbiamo deciso che per il momento, viste le abbondanti libagioni del pranzo, di cena non se ne parla. Fuori dal casinò c’e’ Scotty Nguyen, con la sua immancabile birra. Entriamo subito e giù al piano inferiore è in corso il torneo EPT. I fotografi e i blogger sono attorno a tre poli d’attrazione: il tavolo di Daniel Negreanu, quello di Scotty Nguyen (bevevo la birra fuori, ma era ancora in gara) e quello di Elky ovverosia Bertrand Grospellier, questa volta in versione capelli rosso cupo.

Trovo Lorenzo L., vecchio marpione e grande giocatore di Omaha, anch’egli dell’era pre-internet. E’ arrivato il giorno prima e ha già tastato il cash. Mi faccio raccontare un po’ di impressioni, così per capire che aria tira. Se fosse vero anche solo la metà di quel che mi racconta capisco che la maggior parte dei giocatori di Omaha giocano di gambling puro. Ok, dovrò aggiustare le mie strategie ed adeguarmi, ma la cosa potrebbe essere molto profittevole.

Vado a iscrivermi, ma con mio disappunto c’è una lista d’attesa enorme, almeno 30 persone prima di me che attendono di giocare. Ci vorrà un’ora o due. Mi segno nella lista d’attesa del 10/20 e vado a curiosare per il casinò. Il mio compagno di (s)ventura invece va a rilassarsi alle slot. Trovo un tavolo di punto e banco: puntata minima 10 euro, massima 500. Mi siedo e inizio a giocare…Mal me ne incolse, dopo un primo sabot giocato a 60/120 euro e chiuso in passivo (-530 euro), decido di giocare ad un livello doppio, 120/240 e trovo un sabot da 16 colpi vincenti e 37 perdenti, una vera rarità. Chiudo in totale con un passivo di 3,4K. Prima debacle. E mi fermo. Prendo una decisione saggia: niente poker, non ho più lo spirito giusto e rischierei di giocare per recuperare e magari “forzare” oltre misura.

Vado a recuperare il mio amico, anche lui “sotto” visto che ha trovato una slot particolarmente vorace. Sono le 23 e decidiamo per una cena lì al Porto Olimpico. Al mio ristorate preferito, El Congrejo Loco, una serie di antipastini a base di pesce, di nuovo sangria anche se non a litri come al mattino, viene con noi a tenerci compagnia anche Lorenzo L. che nel frattempo aveva preso due bad beat consecutive nelle prime due mani in cui si era seduto al tavolo: due volte tris nuts al flop, all in, chiamato e l’avversario una volta gli chiude scala ad incastro e un’altra colore! Cena condite da chiacchiere sul poker e programmi e progetti e poi, per concludere la serata, giro di birra in localacci di infimo ordine fino alle tre del mattino…….(continua)

tonyg

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