Saturday, Apr. 20, 2024

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il 19 Dic 2009

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Marco Trevix a Las Vegas – Seconda Parte

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Torno dalle Hawaii di sera, stavolta l’aereo è pieno di americani non hawaiiani, noleggio altra macchina (“Dollar”, la rent-car company che dovrebbe darmi un premio, magari un buy-in per le WSOP…) e via a…casa. Non vorrei apparire sbruffone ma “arrivare a casa” a Las Vegas per un giocatore è come una sorta di “orgasmo”. Questa città la ami anche quando semplicemente fai la 215-west (la freeway che mi porta a casa) soprattutto se c’è poca gente in giro. La senti più come “tua”.

Il clima di notte a LV, come detto, è freddino (sui 4-5°) ma di giorno c’è sempre il sole. Ora che sto scrivendo sta piovendo e il cielo coperto di questa mattina deprime a più non posso. Credo che i giocatori italiani, nessuno escluso, siano molto a proprio agio nel deserto del mohavi anche per il bel clima. E infatti, generalmente, i risultati sono confortanti. Da non dimenticare che è proprio in Italia che ne vediamo di tutti i colori, pokeristicamente parlando. Insomma…siamo abituati al peggio che più peggio non si può.

Le giornate scorrono in cerca degli abbellimenti e soprattutto delle “utilità” per l’appartamento, non tralasciando le solite visite al negozio di libri di poker (Gamblers sulla Main Street, a nord dello Stratosphere), dei ricordini vari (che a LV cambiano ogni volta che andiamo) e dello shopping oltraggioso che facciamo. Come resistere all’acquisto di un paio di Adidas (accento sulla I) a $27 quando in origine costavano $134??? O un bel giubbotto in pelle della Guess a $49 (80% di sconto)? E le vitamine dove le mettiamo? Una forbice? $1! Un detersivo per i piatti dalle dimensioni utili per pulire i piatti di tutti i buffet di LV? 1$!

L’aspetto stonato, come sempre, deriva dal cibo. Il cibo è ottimo, per carità, ma siamo italiani, cioè dove impera la gastronomia migliore del mondo… Dopo due settimane di USA ritorna insistente il pensiero ai piatti classici italici, fra tutti, la pasta. Per ora non abbiamo allestito la cucina e i continui pasti “fuori” sono un attentato al nostro stile culinario.

Per tali ragioni, tendiamo a preferire i buffet dove c’è la verdura (praticamente sconosciuta nei fast food, nei ristoranti o nei caffè dei casinò) e la frutta. Vero è che la verdura c’è ma viene condita con salse della consistenza della malta o del cemento a presa rapida. Odioso è il Ranch dressing (condimento) per non parlare della Cream Souce.
L’aceto e l’olio finalmente cominciano ad apparire anche nei buffet ma l’olio tende ad essere più utile in un motore che non in un piatto d’insalata.

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C’è, infine, la “Italian Dressing” che di italiano ha pochissimo: un miscuglio oleoso con origano (lol), pepe (lol) e mostarda (ari lol). forse è più vicina alla “Vinaigrette” francese. Cmq è la meno peggio delle salse.
Dei buffet, il migliore in assoluto per rapporto qualità/prezzo è quello del Rampart Casino, a Summerlin (dove abitano molti giocatori di poker professionisti). Circa $9, scelta non amplissima, ma cibo sempre di qualità (evitare accuratamente la sezione “Italian”!). Pensate che un panino del cacchio all’aeroporto di NY costa $7,99 (più tasse)…..
L’acqua minerale gassata non esiste nei buffet e dovete chiedere una “Club Soda”. L’ho imparato dopo anni di frequentazioni americane, anche se al Whole Foods Market (un negozio di generi alimentari di tutto il mondo) si trova a circa $1 a bottiglia. Dimenticate di condire la pasta con il parmigiano reggiano…spacciato (giustamente) per “il miglior formaggio del mondo” costa $23-25 alla libbra (32-35 euro al chilo).

Dei buffet, consiglio quelli distanti dallo Strip che costano poco, sono frequentati dai locals e offrono cibo decente.

Rampart, South Point, Red Rock, Suncoast sono i casinò che offrono i buffet migliori per rapporto Q/P.
Di sera siamo andati a mangiare una pizza che non ha nulla da invidiare a quella italiana. E’ un locale di Henderson (a sud est di LV) dove i gestori, napoletanissimi, fanno una pizza che è una meraviglia. Ovviamente approfittatene in fretta giacchè quando i figli erediteranno la pizzeria il tutto si trasformerà nei classici gusti americani con salse, condimenti improponibili e cotture sbagliate. Si chiama “Settebello” (ottimo nome!) ed è nel District di Henderson.
Agli amanti della aragosta (onestamente è un astice del Maine) consiglio il Red Lobster (munirsi di navigatore..ce ne sono 3-4 a LV).

Capitolo Poker:

Parto con questo presupposto: è autunno, c’è poca gente, c’è crisi…… Se vado in una poker room giocando a limiti medi non è che sia io il pollo? Ok, nei weekeneds fanno la loro comparsa i vari “provinciali” dello Utah, California, Colorado, etc….Ma durante i giorni feriali che fare? Giocare a limiti troppo bassi non rientra nel mio ego (LOL), ma ai limiti più alti s’incontrano i giocatori migliori. E vabbè….
Scarto a priori, come detto, il no limit hold’em…I mix games e i giochi alternativi sono solo al Bellagio. Uhm, dove vado? Avete indovinato! Vado al Bellagio! E’ un lunedì sera. Mi preparo al peggio.

Entro nel parcheggio del Bellagio dopo il solito check del bagagliaio (ma infondo fiducia e non me lo fanno). Percorro tutto il casinò verso la poker room. Poca gente. Ma la poker room, stranamente, è molto attiva.
Corro a vedere i tabellini delle waiting list, molto appannate, e scorgo un $20-$40 Omaha high-low. Niente mix games, niente stud. Mi dirigo nel banco a mezza sala e dico che vorrei giocare nell’omaha game 20-40.

Il floorman mi risponde “actually it’s a $30-$60 with a kill”.
Il “kill” significa che se un giocatore fa scoop (vince cmq il piatto da solo, il che in questa partita capita il 90% delle volte) deve mettere un buio addizionale che aumenta i limiti di puntata, in questo caso diventano $40-$80. Penso che $40-$80 con gli shark di LV sia un pò troppo e declino. Dopotutto non è il mio gioco migliore.
Mi inserisco in una partita di $2-$5 no limit con l’idea di fare un pò di stack da immolare, poi, nel tavolo di omaha (In realtà avevo bankroll sufficiente e oltre ma volevo aumentarla non so per quali motivi…).
Mi danno il posto 5 (quello che odio di più) di un tavolo con gente che mi pare concentrata. Ma ho un brutto presentimento…avevo detto che non avrei giocato a no limit…..Vabbè, dopotutto ho pur scritto un libro che è stato molto apprezzato…. Cambio $300.

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Dopo un paio di giri non vedo una mazza. Foldo sempre. Almeno, penso, darò l’immagine di giocatore tight, così potrò sparare qualche bluff…. I giocatori sono un misto fra loose-aggressive, iper tight e normali.
Pesco 7-8 offsuit da UTG. Faccio limp con un piano in mente.
Un giocatore fa call, un asiatico che mi pareva in tilt rilancia a $25 ottenendo 3 call. Tocca a me. Ci sono $105 nel piatto. Annuncio “All-in” per circa $275 con la faccia più concentrata che posso di uno che A-A ma l’asiatico (con circa 180 di stack) fa instant call. Giustamente gli altri pensano parecchio non per il mio all-in ma per il call dell’asiatico che pareva in tilt. Tutti i caller avevano molti gettoni più di me e quindi il loro stack non era deturpato dall’eventuale perdita. Foldano tutti, meo male.

Il board è J-3-4-7-Q.
L’asiatico gira A-Q a quadri e si becca il piatto con coppia di Q ma vuole vedere le mie carte. Mostro, vergognato, il mio 7-8….(maledetto river….)
Di lì a poco perdo anche i restanti gettoni.
Cambio altri $300.
Devono ancora portarmi i gettoni e spillo Q-Q. Wow. Un tipo loose fa raise di 20, un asiatica alla sua sx fa call. Scelgo di rilanciare a $60, ma entrambi fanno call.
Il flop è 4J6

Il tipo loose, primo a parlare, spara il suo all-in (che copre abbondantemente i nostri stack). L’asiatica fa instant call. Io ci penso ma credo che la mia QQ sia buona mettendo l’all-iner su un progetto (sul quale sono favorito). In più ho la Q di cuori.
Call!
Il turn è un 10 nero, il river un 8 di fiori.

L’asiatica gira, lol, Q-Q, il tipo gira 57 e vince con scala (aveva un combo draw sul flop).
Poichè avevo un’immagine di bluffatore giro le mie Q-Q facendo sorridere l’asiatica che mi dice “I had no outs!”. Mah! Bastava non subire la chiusura del draw e non pescare una Q!!!!
Meno 600 e comincio ad incazzarmi. Ordino una Bud Light (magari porta bene) e cambio, lol, $200.
Solito piatto mini-raised, faccio call con A-K suited a fiori, l’asiatico di prima fa un reraise di $65, un tipo va all-in per $180, tocca a me: all-in!
L’asiatico pensa un pò e poi fa call (intanto aveva accumulato uno stack di circa 600-700).
Flop: 7-8-10
Turn: 6
River: boh
L’asiatico gira 10-9 offsuit, l’altro che era andato all-in K-Q, io mucko e mi alzo.
$800, porca miseria, regalati….

Incavolato come un ramarro esco dalla poker room e conto i soldi che ho. Ho $1900 (caz, $2700 per un $40-$80 erano sufficienti…). Ovviamente prevale in me lo spirito di gambler e decido non di andare a casa ma di tentare all’omaha high low.
Mi danno subito un posto e il floorman di prima mi guarda come dire “ma hai i soldi per sederti?” Il mio sguardo di risposta è stato del tipo “Imbecille, vent’anni fa giocavo a draw poker no limit con module da 4 milioni di lire, che vuoi?”
Gli dò in mano 30 biglietti da $50 (che fanno più volume) e l’aspetto del floorman cambia.
Mi siedo. Facce concentrate del tipo “qua, non regaliamo niente!”

La prima vera mano vinco un piatto molto grande con un full e ammasso i gettoni davanti a me (in America amano i gettoni di piccole dimensioni–se cambi $3000 in un $40-$80 ti danno $3000 da $10…).
Aumenta la fiducia ma presto devo ricredermi. In mezzora perdo almeno 1/3 di vincita. A $40-$80 i soldi da $10 volano via veloci, soprattutto in questi tavoli dove i rilanci sono molto frequenti e il flop spesso va visto a prescindere.
Per la prima volta in vita mia apprezzo questa caratteristiche:

  • Nessuno mi parla e resto molto più concentrato;
  • Cerco di capire ogni singola e dico singola puntata o rilancio fatto dagli avversari;
  • Cerco di capire se gli avversari possono pensare di sfruttare la mia immagine piuttosto tight
  • Cerco a più non posso di rappresentare mani che non ho ma che siano congrue con l’azione svolta carta per carta.

E così, con A-2-2-6 su un flop di 10-10-J (nulla cosmico) faccio check per poi rilanciare su una puntata di un tipo capace di foldare e anche capace di pensare che abbia qualcosa di forte e, nel contempo, che pensi io non creda lui stia sfruttando il classico board a carte alte che non consente mani low (insomma che io foldi sulla sua bet). Non mi dà credito per pensieri di questo tipo o più semplicemente stava tentando di rubare il piatto. Folda e vinco. Ok, Trevix, welcome to Las Vegas!

Il fatto di giocare ad un gioco che non è il mio Top e a limiti non propriamente bassi e il fatto di essere in un tavolo del Bellagio a Las Vegas mi aiuta tremendamente. E’ un fenomeno che chiamo “rispetto dei soldi, rispetto degli avversari, costruirsi un’immagine, pensare sempre a quello che possono pensare gli avversari”.
In Italia questo non mi accade per molti motivi e che voi sapete bene.
In questa partita gioco bene ma faccio anche boiate mostruose (due) dettate dell’entusiasmo e il bello è che riesco ad avere un controllo del gioco. Devo solamente controllare me stesso.
Sto vincendo bene e il tipo alla mia sx mi chiede da dove vengo. Ahi, ahi.
Qua casca l’asino. Come dare un’immagine positiva se dico che sono italiano? (Scusatemi, ma godiamo di scarso credito, soprattutto in questi giochi e non a torto).

Dico che sono italiano e mi risponde che sua moglie è di…Venice, Italy!!!
Lol….Un veneziano a fianco di un americano sposato con una veneziana!!!
meno male che non mi sono lasciato sfuggire amenità del tipo “va in mona..” o altro…
Lo sondo un pò ed effettivamente la moglie deve essere veneziana…mi parla di calli, campielli, “bacari”, etc. Il tipo sta vincendo bene e gli chiedo se è un PPP. Lui mi dice “What?” Professional poker player, dico. No, no. Risponde.
In effetti per vincere vince, ma non pare essere super skilled. Mi dice se l’indomani parteciperò ad un torneo di omaha high low da $1500.
Rispondo: “Maybe”. Ma nel mio io la risposta si è già delineata: “YES!”.

E’ un torneo del Five Diamond Classic del Bellagio che onora il vincitore (oltre ai soldi) di un ambitissimo seat al $25.000 delle Finali del WPT. Non lo sapevo ma come declinare? La difficoltà sarà nel dirlo a mia moglie cui avevo promesso di non giocare alcun torneo.
Lascio il tavolo un’ora dopo con un buon attivo che copre ampiamente la perdita del nefasto no limit giocato in precedenza.
Durante il rientro a casa, lo Strip appare sempre più scintillante: una bionda in bikini appare sul mega schermo del Planet Hollywood e pare ammiccarmi per portarmi fortuna. Non è che magari domani vinco il torneo?

To be continued

Trevix

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