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il 18 Giu 2012

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WSOP 2012 – Giovanni di Donato: il cash game dal 2001 a oggi

WSOP 2012 – Giovanni di Donato: il cash game dal 2001 a oggi

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L’undici settembre del 2001 ho giocato il mio primo cash game a Las Vegas”. Giovanni Di Donato si trovava nella poker room del Riviera: “Ricordo erano le 6 del mattino, c’era la televisione, in diretta abbiamo visto un aereo entrare in una torre”. Così Giovanni, che da allora ne ha giocate tante di partite live, comincia la sua avventura nel mondo del poker proprio a Vegas, dove tornerà poi nel 2005 e quest’anno. Nel mentre, è stato anche a Barcellona, dove ha potuto giocare quotidianamente nei casinò. In Italia, invece c’era Campione. In vacanza, Marrakesh. Qual è la grande differenza che Alessio ha percepito in questi dieci anni di poker live, in giro per il mondo nei vari casinò?

Giovanni approda al Texas Hold’Em, allora diffuso solo in versione Limit, quel famoso 11 settembre, in una poker room che alle sei del mattino era “ovattata”, tanto che la notizia del secondo aereo passata in TV non lasciava percepire la gravità della situazione ai giocatori, impegnati nella partita da ore. Una partita di cash game a Vegas può prendere completamente la tua attenzione: “Wow… such an accident… look… incredible… i raise! e poco dopo arrivava un “call”, lasciando la televisione in secondo piano. “Il mattino dopo, al risveglio, ho visto il TG; avevo il volo da New York il 12, sono tornato a casa il 17”.

Las Vegas non è cambiata dice Di Donato, “nel 2001 non era molto diversa, a parte qualche costruzione, ad esempio l’Aria non esisteva”. Quell’anno Giovanni comincia ad interessarsi al Texas Hold’Em: “Giocavo l’1-2 al Riviera, Limit ovviamente; mi sono seduto con la convinzione che il colore battesse il full”. Per noi italiani d’altronde era così, “A Campione un ragazzo, un paio di mesi fa, ha perso tutto check-pushando river con colore non nuts quando il river era pairato, poi voleva i soldi indietro perché nessuno gli aveva detto che il full, a Texas Hold’Em, batte il colore”.

“Nel 2005 abbiamo fatto una spedizione pokeristica io e altri tre amici”. Questa volta Giovanni gioca all’MGM, che definisce “Una poker room spaziosa e ben organizzata”. Ancora una volta, si parte dagli stake “bassi”, ma questa volta si shotta anche: “Giocavo 1-2, con qualche shottata al 2-5 fuori bankroll”. E poi qualche sessione giocata anche al Bellagio, “La partita lì era particolarmente dura ai tempi. Era l’inizio del No Limit, c’erano ancora tantissimi tavoli limit. C’erano le WSOP, ma quell’anno “Non mi avvicinai nemmeno al Rio: era una vacanza con qualche giocatina”.

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Da lì in avanti il poker è sempre diventato più importante nella vita di Giovanni, ed è arrivato a Barcellona, “Mi trovavo lì a vivere per motivi di lavoro, e così ho scoperto il live, è stato un amore a prima vista”. Partite nei casinò anche in Spagna quindi, con un field leggermente più ostico di quello Vegasiano periodo WSOP: “Secondo me, rispetto al tavolo quotidiano che trovi a Barcellona, qui la partita è più facile, forse per la presenza di molti giocatori da torneo che nel cash hanno ancora qualche lacuna”. Il cash game però Alessio l’ha provato anche nel casinò: “L’ho giocato solo al Bellagio, ma la partita attira anche altri professionisti qui per le World Series”. Com’è un torneista al tavolo cash game? “Penso che tutti i giocatori di cash siano contenti quando arriva un giocatore di torneo giovane al tavolo, perché l’esperienza mi dice che prima o poi si suicida. Comunque, non sono mai soldi facili: “La partita facile non penso che esista, anche se in passato se ne sono viste, ma non credo ce ne saranno più”.

E qui si apre una parentesi verso gli albori del poker in Italia: “Ricordo il primo Campione, era qualcosa di davvero irripetibile: arrivavano giocatori dal Baccarat, si creavano partite che così mi sono capitate a Marrakesh, del tipo “Io non ho paura” racconta Giovanni Di Donato, “Arrivavano sempre al river pur di non dimostrare debolezza, anche se non avevano una mano: diventava una questione d’orgoglio per certi giocatori”.

E ora, nel 2012, Giovanni è tornato nella capitale del poker, e se nelle partite cash game la fortuna sarà dalla sua, chissà che non lo rivedremo coinvolto in quale torneo, magari a migliorare la già eccellente prestazione al Pot Limit Omaha.

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