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il 19 Set 2008

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Daniele Mazzia ci racconta LA MANO del suo EPT

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Daniele Mazzia, quarto all'EPT di Barcellona

Un torneo di poker porta inesorabilmente, con il passare dei livelli, a decisioni sempre più “pesanti” per il raggiungimento di un premio importante. È stato così anche per me alla recente tappa di Barcellona dell’European Poker Tour stagione 2008-2009.

Racconterò ai lettori di italiapokerclub.com una mano disputata in quell’occasione. Non è di una mano particolarmente complicata (si tratta di un semplice coinflip) ma la decisione che ho dovuto prendere è stata tutt’altro che facile. Trattandosi quindi di un coinflip non vi racconterò certo di quanto io sia stato bravo, la mano avrei potuto benissimo perderla, ma vi racconterò delle motivazioni che mi hanno spinto a una giocata che forse qualcuno può considerare “estrema”. E tali motivazioni sono forse legate a un mio cambio di mentalità rispetto a qualche mese fa.

La mano è la seguente. Ci troviamo nelle fasi immediatamente successive allo scoppio della bolla, con circa 50 giocatori ancora in corsa a contendersi il tavolo finale e un primo premio che già conoscete (oltre 1.300.000€ ndr) e lo stack medio è di circa 120.000. Sui bui di 2.000-4.000 un giovanissimo molto aggressivo con 140.000 chip davanti a sé, che avevo già “etichettato” come un Pro del poker online, rilancia dalla media posizione di 12.000. Dopo il fold generale io spillo A Q dal bottone e decido di controrilanciare a 32.000 tenendomi dietro altre 190.000. I bui passano e il mio avversario muove tutto (allin) dopo averci pensato un po’.

A quel punto si presenta una situazione per me veramente difficile. La prima impressione è stata quella di essere di fronte a un coin flip. Mi prendo tutto il tempo per riflettere. Le mani che ovviamente temo maggiormente sono A-K A-A K-K e Q-Q. Tenderei a escludere A-K dato che la sua mossa è arrivata dopo un po’ di riflessione. E la riflessione di un giocatore aggressivo potrebbe rappresentare una trappola (A-A, K-K) ma forse meno probabilmente A-K. Ritengo di essere di fronte a un classico coin flip oppure di essere dominato da una monster. Osservando ancora un po’ l’avversario noto che la sua espressione, fino a poco prima imperturbabile, si fa sempre più tesa. Ovviamente anch’io, pensando, gli sto dando informazioni. Gli sto comunicando che sicuramente non ho Kappa Kappa né tantomeno Asso Asso. In quel momento gli vedo il collo pulsare visibilmente, come se avesse il timore di trovarsi davanti a una mano come J-J o Q-Q. Credo, quindi, sempre di più di essere di fronte a un coin flip, tendendo ad escludere A-A K-K, mani con le quali il mio avversario sarebbe felice di esser chiamato. Non escludo nemmeno, dato il suo stile iper-aggressivo, la possibilità di essere di fronte a una mano dominata quale A-J, A-T, K-Q oppure addirittura a un tentativo di resteal, anche se meno probabile. Considero che dopo molte ore di gioco live a un giocatore abituato a situazioni online possa anche “partire la scheggia”.

Decido quindi che voglio giocare per i premi grossi. La vittoria di quello che reputo un “coin flip o meglio” mi catapulterebbe al triplo dell’average, una vera autostrada verso i premi che contano. Qualche mese fa avrei mantenuto un atteggiamento più prudente ma, da un pò di tempo ho deciso di cambiare atteggiamento in situazioni come queste. Il mio obbiettivo era centrare la grossa moneta. E per farlo ho deciso di tirarla, la moneta. Doppie chip, in quella fase del torneo, hanno più che un doppio valore! Ho deciso di optare una “consapevole gamblata”, non avrei sopportato l’idea di finire nei premi minori.

Chiamo mostrando il mio A Q e lui mi gira T-T.

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Dentro di me speravo andasse meglio ma tant’è che mi trovavo nella situazione che avevo scelto.

Il board mi ha aiutato e il mio stack è schizzato a quasi 400.000 e questo mi ha permesso di raggiungere senza troppe sorprese il tavolo finale. Poi tutti sapete com’è andata.

La mano in questione può essere criticata in quanto troppo “azzardata” ma sono stato felice della correttezza della mia analisi e, ancor di più, del consenso dei miei amici consiglieri Alessio e Claudio che hanno approvato la mia decisione. Arrivare trentaduesimi all’EPT non ti cambia la vita, ma primi due o tre posti sicuramente sì. Quarti non so…ve lo saprò dire. 

Un saluto a tutti.

Daniele Mazzia

Daniele Mazzia, giocatore di Poker professionista
attualmente è 5° nella Top Ten italiana
798.000$ in premi vinti
4° all’EPT 2008 di Barcellona [SPA]
1° Poker Woerthersee Trophy 2007 al Casinò di Velden [AUS]

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