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il 24 Lug 2013

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Il boicottaggio al Venetian, un flop

Il boicottaggio al Venetian, un flop

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Doveva essere una dimostrazione di forza ma invece è stato proprio il contrario, un flop senza “se” e senza “ma”. La contestazione organizzata dal blogger e scrittore Nolan Dalla contro il casinò Venetian dell’onnipotente Sheldon Adelson si è saldata con l’assenza di qualche regular del casinò ma senza grossi risultati. Chiunque passi dal Venetian in questi giorni probabilmente non noterà nessuna differenza con la settimana scorsa.

Diversi media statunitensi hanno costatato che le sale del Venetian sono praticamente piene a qualsiasi ora del giorno, cioè, come un giorno qualunque dell’anno. Il Venetian è uno dei casinò più amati e rispettati dei giocatori di Vegas: le sale sono curate e i dealers sono fra i più professionali, il che garantisce non solo un ottimo livello di gioco ma più mani giocate in meno tempo rispetto ad altri posti. Quindi, se c’è un casinò particolarmente difficile da colpire con un’azione di questo genere è proprio il Venetian.

Nolan Dalla comunque si mostra particolarmente soddisfatto dello svolgimento dell’azione, anche se le sue parole sembrano più delle scuse per non ammettere il fallimento: “Questa non è una lotta su un numero di dollari. E’ una campagna per creare una maggiore consapevolezza e in questo senso abbiamo già vinto. Tutti nel mondo del poker hanno visto come sono ridicoli i commenti di Sheldon Adelson, indipendentemente se hanno aderito o meno al boicottaggio“.

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Dalla ha ragione quando dice che comunque si è avuto successo nell’attirare l’attenzione dei media non solo su un problema come è la legalizzazione del gioco online negli Stati Uniti ma soprattutto sulle pratiche di Sheldon Adelson, che ricordiamo ce la sta mettendo tutta per evitare che il poker online venga legalizzato e così poter continuare a godere di un’ottima posizione negli affari grazie ai suoi diversi casinò sparsi per il mondo.

Nolan Dalla comunque non può (o non dovrebbe) negare che questa protesta ha avuto un impatto molto minore di quello che lui si era prefissato in partenza. Lo scrittore non è riuscito ad accompagnare le sue rivendicazioni di nessuna faccia conosciuta nel mondo del poker e si è difeso dicendo che “molti appoggiano questa azione ma non possono dirlo per conflitti di interesse“. Se gli stessi giocatori non sono pronti a metterci la faccia forse è perché comunque a loro va bene anche così. Considerando che i giocatori di poker guardano sempre al profitto, non sembra che questo stallo del poker online sia una situazione -ev per loro.

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