Tony Dunst e l’Aussie Millions stakato all’85%: “Nel dubbio, senza la pressione dei soldi, sempre call!”

Il secondo posto recentemente ottenuto al Main Event Aussie Millions di Melbourne rappresenta il miglior risultato ottenuto da Tony Dunst in carriera (700.000$ americani), lui che ha vincite totali per 2.375.000 dollari.

Il titolo – al termine di un final table 7handed piuttosto veloce – lo ha conquistato Ari Engel, ma per lunghi tratti Dunst ha dato l’impressione di poter davvero acciuffare il braccialetto dorato.

Il testa a testa tra i due non si è risolto agilmente, visto che sono state necessarie 123 mani per proclamare il vincitore (appena 92, invece, per arrivare all’heads-up).

“Ari ha giocato molto bene – ha dichiarato Tony in un’intervista rilasciata a PokerNews – è stato decisamente tosto. Non era preoccupato di gestire piatti grandi, nonostante stesse giocando per un premio più pesante rispetto a quanto non facessi io…”.

La frase può suonare strana, ma non lo è se si conosce cosa c’è dietro: Dunst, infatti, ha giocato il Main Event stakato all’85%, quota enorme coperta da Mike ‘Timex’ McDonald.

Certo, non è comune che un professionista vincente come lui giochi un mtt da ‘appena’ 10.300$ dollari australiani quasi totalmente stakato, ma pare essere, almeno in parte, il suo modus operandi.

“In genere vendo il 50%, credo di non aver mai avuto una quota così bassa (15%) di un mio torneo. (…) se alcune situazioni erano ‘close’, propendevo per il call ed è così che è andata”.

Una maggiore tranquillità dal punto di vista psicologico, perciò, avrebbe favorito la deeprun di Dunst, non troppo assillato dal peso del denaro.

Come per rafforzare i complimenti all’avversario, Tony riflette, quindi, ancora sull’heads-up che lo ha messo di fronte al connazionale:

“Ho pensato che potesse essere per me più facile da giocare, perché sapevo che lo scalino del payout era mostruoso per lui e normale per me (AU$600.000 per Engel e AU$90.000 per Dunst, n.d.r.). Sentivo di avere un bel vantaggio, essendo lui molto più sotto pressione rispetto a me”.