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il 17 Giu 2018

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Dai Nirvana al braccialetto WSOP, Steve Albini nella leggenda: “I ran fucking good!”

Dai Nirvana al braccialetto WSOP, Steve Albini nella leggenda: “I ran fucking good!”

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James Woods, Aaron Paul (il Jesse Pinkman della serie TV Breaking Bad), Michael Phelps, Gerrard Piquè, il cestista NBA Paul ‘The Truth’ Pierce… Negli anni le World Series Of Poker hanno attirato ai tavoli del Rio Casinò tante stelle dello star system statunitense e non solo.

Dopo questa notte sappiamo che oltre a sedere ai tavoli da poker dei Campionati del Mondo (facendo spesso da deadmoney, ndr 🙂 ) le stelle possono anche primeggiare!

Certo, definire il vincitore del 1.500$ 7-Card Stud WSOP Steve Albini ‘una stella’ nel senso letterale del termine non risponde propriamente al vero visto che il 56enne di Chicago non è affatto ‘mainstream’: il suo terreno d’azione principale è in ambito ‘indie’.

Ma nella storia della musica il neo-braccialettato è una leggenda vivente degli ultimi 30 anni, e peraltro in più vesti.

A iniziare da quella di musicista coi Big Black, gruppo degli anni ’80 con cui aprì le porte a un paio di filoni che sarebbero nati qualche anno più tardi come noise e industrial rock (gli Shellac, per quanto più graditi a chi scrive, sono invece stati meno innovativi).

Ma Albini è anche (ben) conosciuto per essere uno dei fondatori della storica etichetta Touch and Go, oltre che produttore di tanti artisti di successo tra cui gli ex Led Zeppelin Jimmy Page e Robert Plant, i Pixies, PJ Harvey, Neurosis, Mogwai e tantissimi altri.

Per gli appassionati di musica, soprattutto, Albini è l’uomo cui rendere grazie per i meravigliosi suoni di ‘In Utero’ dei Nirvana: la storia insegna che dopo il successo planetario di Nevermind Cobain e compagni stessero cercando un suono più asciutto e ruvido e per questo si rivolsero a Steve.

Grossomodo nel periodo in cui produsse il terzo e ultimo disco in studio dei Nirvana, Albini iniziò a giocare a poker con una predilezione particolare per il 7-Card Stud.

Non a caso in questa variante, oltre al braccialetto e ai 105.000$ vinti stanotte, ha raggiunto altre due volte la zona premi delle sei totali della sua carriera pokeristica:

steve albini hendon mob

Ma nonostante il background di giocatore di lungo corso, nella intervista di rito Albini ha descritto la vittoria con un’umiltà diretta e rude come i “suoi” suoni:

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“Quest’anno l’evento di Stud si è svolto in simultanea col Seniors Event e con il Poker Player Championship, entrambi i tornei hanno impegnato molti bravi giocatori di 7-Card Stud e quindi credo che il livello dell’evento che ho vinto, storicamente, non sia mai stato basso come quest’anno, il che ha reso possibile a un giocatore scarso come me di arrivare al Final Table con qualche coaching degli amici e una buona run: ho hittato tante mani all’inizio del Final Table e ho runnato ‘fucking good’!”

Le parole del vincitore stridono però almeno in parte contro l’evidenza. Il Final Table in cui si è imposto vedeva in corsa per l’ennesimo braccialetto in carriera anche Chris Ferguson e Jeff Lisandro, con tutto che la strada per la vittoria di Albini è stata spianata da un “quasi-cooler” proprio contro Ferguson:

“E’ stato una specie di cooler, prima dell’ultima strada avevo doppia coppia e lui progetto di colore. Anche il mio board poteva far pensare a un colore, lui con Asso-Re lo aveva più alto. Al Day1 c’era stata una mano ieri in cui lui aveva trovato full house al river e io avevo giocato doppia più o meno allo stesso modo, sempre su board scary, con lui che aveva check-raisato […] Fatto sta che trovo Full di donne al river, raiso la sua bet e lui va ancora sopra. Decido di chiamare pensando che avrebbe pagato solamente da meglio”

Contro Lisandro invece Albini ha avuto la meglio nel testa a testa conclusivo.

steve albini braccialetto jeff lisandro secondo

Ma nonostante abbia regolato in heads-up uno dei più forti giocatori al Mondo, Albini ha ribadito di conoscere bene la linea di demarcazione tra il fare una cosa professionalmente e il farla invece “per hobby”, come dice di se stesso.

E se la conosce è anche perchè da un punto di vista pokeristico il produttore discografico è cresciuto a stretto contatto con i migliori professionisti di Chicago, tra cui Brandon Shack Harris (due braccialetti WSOP e quasi tre milioni di vincite live), Matt Grapenthien ed Eric Rodawig.

Ma col braccialetto vinto stanotte Steve Albini è già negli annali del Poker: la tentazione di entrare anche nella storia del nostro gioco, dopo averlo fatto con quella della musica, potrebbe anche arrivare a farsi sentire, voi che ne dite?

 

Photo courtesy of PokerNews / Jamie Thompson

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