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il 10 Apr 2019

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Negreanu lancia la sfida agli amatori: per le WSOP mette 5 milioni sul piatto

Negreanu lancia la sfida agli amatori: per le WSOP mette 5 milioni sul piatto

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Torna a parlare Daniel Negreanu e come sempre non è mai banale il team pro Pokerstars. Nel mirino del canadese gli obiettivi delle prossime WSOP. Infatti, dopo aver annunciato che si dedicherà anche ai tornei low cost, “Kid Poker” ha espresso il desiderio di centrare almeno 15In the money” al “Rio” di Las Vegas. Un numero non impossibile per lui, anche se la varianza potrebbe fare la sua parte.

A rendere tutto ancora più speciale in questa sorta di scommessa personale, Negreanu ha deciso di mettere  ben 5 milioni di dollari sul piatto. Una sfida di quelle pesanti insomma: chi vuol partecipare deve mettere sul piatto la cifra stabilita dal canadese e nel caso in cui Daniel non riesca a raggiungere i 15 “In the Money”, saranno proprio i suoi avversari a prendersi il bottino. In caso di almeno 15 ITM invece, sarà lui ad intascare la vincita.

Ma al di la delle scommesse, che cosa spinge il Team Pro Pokerstars ad affrontare la “giungla” dei Low buy-in alle prossime WSOP? I motivi veri sono almeno tre. vediamo quali.

Il settimo bracciale

Il primo è una sorta di tabù da sconfiggere per Daniel Negreanu. Infatti è a quota 6 come numero di bracciali, ma sono ben 12 anni che Las Vegas è per lui avara di soddisfazioni in tal senso visto che le ultime due vittorie WSOP sono arrivate nel 2013 in Australia prima ed Europa poi. Per di più, da quando le WSOP si sono trasferite al “Rio”, il canadese non è più salito sul gradino più alto del podio. Una ricerca costante della vittoria più volte sfiorata, ma di fatto mai ottenuta.

Negreanu negli ultimi anni si è sempre dedicato quasi esclusivamente agli eventi WSOP con buyin non certo popolare: field più ristretti, ma con un tasso di difficoltà nettamente superiore alla media. E questo ha inciso non poco sul mancato settimo sigillo alle WSOP. Tornare alle “origini”, ovvero allargare il proprio raggio di azione anche agli eventi low buy-in, lo potrebbe mettere in condizione di puntare seriamente al settimo bracciale in carriera. Certo, in eventi da oltre 2 mila paganti la varianza farà la sua parte, nonostante l’edge del canadese su gran parte del field.

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Il Player Of The Year WSOP 2019

L’altro grande “cruccio” di Daniel Negreanu è negli ultimi tempi il POY WSOP. Criticato con il nuovo sistema di punteggio, il canadese non condivide la scelta di premiare il maggior numero di “In the Money” raccolti dal singolo giocatore, rispetto all’importanza di raggiungere alcuni final table al “Rio”. Ma rassegnatosi a quelle che sono le decisioni dei piani alti, adesso sembra pronto a mettere nel mirino il titolo di giocatore dell’anno.

Per riuscirci però, il canadese deve prendere parte anche agli eventi low buy-in delle WSOP. I tornei esclusivi non bastano da soli a garantire l’ipotetica prima piazza. Il nuovo piano d’azione di “Kid Poker” prevede la partecipazione in massa a tutti gli eventi delle WSOP, cercando di ottenere il maggior numero di piazzamenti a premio. Solo così può togliersi la grande soddisfazione.

Tornare a parlare con gli amatori

Daniel Negreanu non è solo uno dei più grandi giocatori in circolazione, ma dimostra anche di avere una sorta di mentalità imprenditoriale che non sempre appartiene a tutti i professional poker players. Sedersi negli eventi dal buy-in più popolare, secondo il canadese, è anche un modo per tornare a contatto con i giocatori amatoriali e occasionali. Per Daniel, il poker live degli ultimi anni ha assunto una dimensione sempre più elitaria e meno aperta ai giocatori dal bankroll ridotto.

La presenza quindi di numerosi giocatori professionisti al fianco di tanti amatori non solo riporterebbe in auge il famoso “sogno” del poker (la possibilità per un non professionista di sfidare e battere un mostro sacro della disciplina) ma sarebbe anche l’occasione per ascoltare i giocatori occasionali. Tornare a parlare con questo tipo di players, secondo Negreanu, è un aspetto importante e che ricucirebbe in parte le distanze. Ve lo avevamo detto in fase di presentazione, quando Daniel Negreanu parla non è mai banale.

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