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il 18 Giu 2020

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Gus Hansen e la scalata inarrestabile all’Aussie Millions 2007

Gus Hansen e la scalata inarrestabile all’Aussie Millions 2007

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Nella carriera di ogni sportivo di successo vi sono alcuni momenti che, più di altri, risultano iconici in mezzo ad un mare di trionfi.

A Marco Pantani, magari, abbiniamo idealmente la vittoria sull’Alp d’Huez del 1994; ad Alberto Tomba il trionfo di Lech del 1994; a Valentino Rossi, il primo posto a Barcellona 2009, e via dicendo.

Seguendo questo ragionamento, a Gus Hansen non possiamo che affiancare lo straordinario trionfo dell’Aussie Millions del 2007.

Chi è Gus Hansen?

Gus Hansen, danese classe 1974, nonostante la giovane età rappresenta, nei primi anni 2000,  uno dei pionieri del gioco del poker nell’epoca post-Moneymaker.

Fin da giovane, Hansen denota ottime capacità logico-matematiche, che si evidenziano per la maggiore nel gioco del Backgammon, di cui diventa precocemente un grande campione.

Gioca ad alti livelli la suddetta disciplina fino ai 27 anni, quando si accorge che il poker (in quel momento in netta rampa di lancio) risulta più proficuo. Dal 2003 in avanti inanella grandi vittorie, contribuendo allo sviluppo del Texas Hold’em grazie alle sue linee innovative e alla sua tattica – per l’epoca – incredibilmente aggressiva.

Nel 2010 vince un braccialetto alle WSOP Europe, nell’evento Heads-Up High Roller; ma il suo trionfo più grande, più dei tre titoli WPT o di quello WSOP resta senza dubbio quello del 2007 di Melbourne, in occasione del celebre torneo “Aussie Millions”.

Aussie Millions 2007

L’Aussie Millions (o Australian Poker Championship) è un appuntamento a cadenza annuale in cui tutti i pokeristi del mondo si danno battaglia per concorrere ad un montepremi generalmente elevatissimo. L’Aussie Millions, infatti, risulta essere ormai da anni il torneo più ricco dell’emisfero australe.

Nel 2007 (anno forse di maggior auge del Texas Hold’em nell’intero pianeta) si presentano a Melbourne 747 giocatori, i quali pagano la bellezza di 10.000$ per entrare nel Main Event.

Evento principale con una prima moneta da capogiro: la ricompensa per chi vince il torneo è pari infatti a 1,5 milioni di dollari.

Il field è durissimo: tutti i supercampioni del mondo sono arrivati nel continente australe per provare a vincere il torneo.

Negreanu, Raymer, Ivey, Antonious, Ferguson oltre al campione del mondo 2005 e idolo di casa Joe Hachem sono solo alcuni dei tantissimi poker pro in lizza.

Una scalata inarrestabile

Gus Hansen sembra trovarsi fin da subito a proprio agio nella terra dei canguri. Fin dai primi livelli, infatti, col suo stile ultra aggressivo riesce a costruire un buono stack.

Viene collocato fin da subito nel Feature Table, insieme al poker pro Jeff Madsen.

Un Gus particolarmente “focused” dimostra fin da subito di essere a proprio agio davanti le telecamere: come in pochi altri tornei, mette in difficoltà gli avversari non tanto con le sue strategie incredibilmente aggressive, quanto forse riuscendo a indovinare per ogni mano le size giuste che mettono gli avversari in condizione di fare costantemente le scelte sbagliate.

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Livello dopo livello, Gus si costruisce uno stack utile a parare i (pochi, per la verità) colpi negativi del torneo.

Una volta entrati ITM, un cooler gigantesco contro Ross Boatman (dove Gus “setta” i 6 contro la top pair avversaria) lo issa nelle parti altissime del chipcount.

Ad un passo dal tavolo finale, vengono eliminati Hachem, Wasicka e Patrick Antonious (che, con Gus Hansen, erano tra i pro maggiormente favoriti alla vittoria finale).

Tuttavia, nei nove finalisti, rimangono dei nomi di grande prestigio: oltre a Gus Hansen, infatti, vi sono il noto irlandese Andy Black, il canadese Marc Karam ma soprattutto l’emergente giovane Jimmy Fricke, con una chiplead enorme rispetto al resto dei contendenti.

Gus Hansen

Every Hand Revealed

Fricke sembra presentarsi da assoluto favorito dall’alto dei suoi 160 BB a disposizione, contro i 150 di Hansen e gli altri contendenti, ancora “più poveri”.

La naturale conseguenza è l’Heads Up tra i due contendenti, nel quale però l’americano si presenta con una chiplead molto spiccata, di 111 BB a 37.

L’Heads Up che si sta per compiere, peraltro, resterà impresso nella memoria di molti pokeristi, dal momento che, al rientro dall’Australia, Gus Hansen scriverà un libro (che diverrà di grande successo nel mondo degli amanti dell’Hold’em) dal titolo “Every Hand Revealed” nel quale racconterà il thinking process seguito per ogni singola mano del testa a testa.

E sarebbe certamente interessante capire come, dopo 18 minuti di gioco, Hansen trovi il primo raddoppio con A2 contro KQ di Fricke su un board AK87.

Da quel momento, Gus scala una marcia e riprende quella strategia ultra aggressiva che ha contraddistinto tutta la sua carriera. Fricke va in grande difficoltà, e più volte è costretto a mollare il colpo sul flop o sul turn a fronte delle violente puntate del danese.

Fricke trova per strada anche un raddoppio molto fortunoso, ma Hansen non si scompone e in breve tempo ristabilisce le distanze.

Quando l’europeo riceve AA, peraltro, Fricke decide di rilanciare allin con un solo draw: Hansen chiama, Fricke non chiude e il titolo va in Danimarca.

Questa vittoria va ben oltre il milione e mezzo di dollari di premio, perché consacra definitivamente Hansen a livello di immagine, e lo fa conoscere totalmente al grande pubblico.

Anche per il libro scritto, l’Aussie Millions resterà se non la migliore vittoria della vita di Gus Hansen, certamente la più iconica: quella in cui vengono identificati i grandi campioni.

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