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il 22 Nov 2020

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I più grandi gambler della storia: Frank Rosenthal, il bookmaker che ha ispirato Martin Scorsese

I più grandi gambler della storia: Frank Rosenthal, il bookmaker che ha ispirato Martin Scorsese

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Se chiedessimo ad un appassionato di gambling quale sia il suo film preferito, con ogni probabilità una delle risposte più gettonate potrebbe essere “Casinò”, celebre film del 1995 girato sotto la sapiente regia di Martin Scorsese. In Casinò,  Robert De Niro interpreta Sam “Asso” Rothstein,  ovvero uno scommettitore di Las Vegas che, con l’aiuto del mafioso Nicky Santoro (interpretato da un magistrale Joe Pesci) arriva a gestire l’immaginario Casinò Tangiers.

Tra colpi di scena, una donna bellissima, pistole e mazzette, la pellicola diventa uno dei film più belli degli anni ’90 e tra i più iconici per Las Vegas e il mondo del gioco.

Quello che molti non sanno, è che il personaggio di Sam Rothstein, interpretato da Robert De Niro, è esistito veramente: si chiamava Frank Rosenthal, e la sua storia è veramente incredibile.

Un predestinato del gambling

Frank Rosenthal nasce a Chicago, Illinois, nel 1929 da genitori svedesi/americani.  Frank non vive una gioventù come tutti gli altri bambini, dal momento che il padre è un assiduo frequentatore dell’ippodromo di Belmont, luogo in cui possiede un cavallo che fa spesso correre.

Frequentando le tribune di quello stesso ippodromo, in cui siedono scommettitori e persone poco raccomandabili, Frank viene a contatto fin da bambino con le tematiche relative al gioco d’azzardo. Il suo primo lavoro, del resto, lo ottiene a 14 anni, quando uno dei personaggi incontrato all’ippodromo lo ingaggia come cameriere della sua bisca nei bassifondi di Chicago. Da una parte il giovane Frank serve birre, dall’altra ha il compito di raccogliere i soldi delle scommesse.

La sua innata dote matematica, unita alla frequentazione assidua di certi ambienti non proprio raccomandabili, fanno sì che a 19 anni Frank trovi impiego in un grande centro scommesse di Chicago, dove evidenzia le sue notevolissimi doti di handicapper: nessuno meglio di lui riesce a pronosticare gli esiti delle gare di football.

Per il giovane Frank la strada verso una carriera da bookmaker sembra piuttosto spianata, peccato che a Chicago ci sia una fortissima componente mafiosa, che lo porta a contatto con Fiore Buccieri, una delle “spalle” di Al Capone.

Questa frequentazione permette a Frank di guadagnarsi stima e rispetto da parte dei malavitosi, che con i suoi suggerimenti riuscivano a guadagnare un sacco di soldi. In particolare, a Frank viene affiancato Tony Spilotro, uomo che ha il compito –neanche troppo velato – di proteggerlo, come fosse un investimento mafioso. Anche perché Frank, con le sue nuove conoscenze, più volte partecipa a ‘combine’ atte a modificare i risultati di alcune partite.

L’inasprimento dei controlli da parte dell’FBI porta a far sì che le autorità lo convochino per dei chiarimenti sulle sue attività. Leggenda vuole che durante l’interrogatorio Rosenthal si sia appellato per ben 37 volte al Quinto Emendamento, ovvero al diritto di non rispondere.

Pur scampando al carcere, l’aria di Chicago cominciava a diventare pesante, così “Lefty” (questo il suo soprannome) decide di fare fagotto e volare a Las Vegas, peraltro ben indirizzato dai suoi amici mafiosi.

Le scommesse a Las Vegas

E’ il 1968. Non prendiamoci in giro: in quegli anni la mafia, a Las Vegas, ha un peso enorme.  Questo fa sì che in poche settimane Rosenthal, con la benedizione criminale, viene assunto allo Stardust.

Ufficialmente assunto come floor man, in realtà Frank si impone fin da subito come direttore generale, introducendo strategie di gioco assolutamente innovative, comprendendo ovviamente l’apertura di una vera e propria sala scommesse all’interno del Casinò.

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Gli incassi, per lo Stardust, si impennano: anche i Casinò Fremont, Hacienda e Marina vengono seguiti da Frank (pagato a peso d’oro) affinchè possa applicare il suo modello gestionale anche nelle loro sale da gioco.

Non solo le scommesse, però: le intuizioni di Rosenthal si sono estese anche ai tavoli di blackjack, dove ha preteso l’assunzione di donne come croupier. Inoltre, sempre con l’aiuto della mafia, ha combattuto pesantemente i bari e i truffatori, che se beccati all’interno delle sue sale da gioco.. avrebbero fatto una brutta fine (anche questo aspetto, nel film di Scorsese, è veramente ben raccontato).

Una moglie bella e pericolosa

In pochi anni, Rosenthal diventa un vero e proprio re di SinCity. Soldi a palate per lui, soldi a palate per la mafia, giocatori felici di poter scommettere valanghe di soldi (e spesso di perderli).

In questo contesto, Frank incontra nel 1969 Geri McGee, modella che lavora allo Stardust come cameriera. Frank si innamora e la sposa, col matrimonio che –nonostante due figli- non è felice come si poteva sperare. Vi era infedeltà da ambo le parti; in particolare, Geri aveva una relazione con il già citato Tony Spilotro, persona che doveva proteggere Frank.

La situazione, nei mesi successivi, precipita: questa particolare situazione genera tensione e l’ambiente mafioso non riesce più a proteggere (almeno dal punto di vista “legislativo”) Frank, e nel 1976 la polizia di Las Vegas indaga indisturbata su di lui, scoprendo che sta dirigendo lo Stardust senza la necessaria licenza di gioco.

Il contestuale arresto di Spilotro fa sì che la commissione gioco del Nevada gli neghi il rilascio della licenza, col risultato di venire bandito da tutte le case da gioco del Nevada.

Via da Las Vegas

La situazione si fa pesante: peraltro, nel 1982, Frank scampa miracolosamente ad un attentato. La sua auto viene imbottita di esplosivo, ma per un puro caso (per merito di un pannello di acciaio posto casualmente sotto il suo sedile) Rosenthal resta pressoché illeso.

Frank lascia Sin City con i figli, dopo aver divorziato da Geri (che morirà poco dopo, preda di alcool e droghe), e si trasferisce prima in California, e successivamente in Florida, posti in cui prima apre un bar e poi, a Miami, un sito di scommesse sportive.

Frank Rosenthal ci lascia nel 2008 per un attacco di cuore. Dopo la sua morte, sono emersi documenti per i quali sia lui che la moglie Geri, negli anni di Las Vegas, erano stati informatori dell’FBI.

Non c’è una storia più di questa che meritasse un film, e Scorsese ha colto la palla al balzo. Ma il contributo di Frank Rosenthal ai Casinò di Las Vegas e al mondo del betting in generale è innegabile: se a qualcuno capita di passare per un Casinò di SinCity e di puntare qualche dollaro su un evento sportivo… il merito è di Frank.

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