Sunday, Apr. 28, 2024

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il 27 Mar 2023

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Come ha pensato Lex Veldhuis per bluffare Andrew Robl a High Stakes Poker (non gli andò bene)

Come ha pensato Lex Veldhuis per bluffare Andrew Robl a High Stakes Poker (non gli andò bene)

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Processi di pensiero da numero uno, per capire cosa passa nella mente dei i più forti professionisti di poker mentre giocano.

Oggi esaminiamo il ‘tought process’ messo in atto da Lex Veldhuis per cercare un bluff contro Andrew Robl in una vecchia stagione di High Stakes Poker.

All’olandese non andò bene: Robl chiamò e incassò la mano. In un video pubblicato sul suo canale YouTube Veldhuis ha ripercorso la mano spiegando il pensiero che mise in atto strada per strada.

La mano

Cash game live 400$-800$, buy-in minimo 200k, al tavolo ci sono tutte le leggende del gioco come Phil Ivey, Patrik Antonius e Daniel Negreanu, che apre 3.000$ con 43.

Un giovane Veldhuis con 86èc] tribetta 11.000$

Robl QQ da big blind si limita al call. Chiama anche Negreanu.

Flop 37Q dopo i check di Robl e Negreanu Veldhuis Veldhuis betta 23.800, chiama Robl folda Negreanu.

turn J robl check Veldhuis check.

River A Robl check, Veldhuis 54k, Robl chiama e incassa il pot.

 

Come ha pensato Lex Veldhuis

“La mia tribet è un po’ loose ma Negreanu stava aprendo molto largo mentre la mia immagine era ancora indefinita perché non avevo ancora giocato molto cash game con tanti giocatori che erano al tavolo.

Al posto di Robl a mio avviso qui è davvero importante fourbettare perché è fuori posizione e si trova contro quelli che forse sono i due avversari più loose del tavolo. Lui chiama ma al suo posto, se al flop arriva per esempio dieci-sei-sette o dieci-sei-cinque, non hai idea di dove ti trovi nella mano. Dopo il call di Negreanu chiamo anche io ovviamente. Il pot è di 34,4k.

Al flop betto una size che oggi probabilmente sarebbe un errore, ma a quei tempi in cui le size erano molto più corpose probabilmente andava bene. Su quel board non particolarmente buono un raise da da parte di Robl non avrebbe senso. Infatti chiama.

Al turn si apre il doppio flush draw. A questo punto il board hitta il suo range in modo davvero pesante. Nel momento in cui Robl chiama quella bet al flop il suo range si restringe parecchio, quindi checko dietro con il plan di giveuppare la maggior parte delle volte. Poi arriva quell’asso al river…

Al river Andrew può uscire bettando small nella speranza che io sia in bluff e combini qualcosa. Credo che per lui, dopo il mio check behind turn, io posso avere qualcosa come T-9 o 9-8, mani del genere o anche mani come coppia di sei, tutte mani buone per cercare il bluff al river su un board del genere.

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Lui però sa che se bettasse small tutto il mio range di valore, come ad esempio AK AJ, si limiterebbe al call, mentre se checkasse potrei bettare più grande di quanto non farebbe lui…

Robl sa anche che siamo entrambi giovani ed entrambi aggressivi, quindi ovviamente si aspetta che davanti a un suo check river, dopo aver io tribettato preflop, punterò molto spesso.

Per il mio range l’asso al river è una carta molto buona perché potrei avere A3-A7-AJ-AK qualche AQ… Punto e Andrew qui deve prendere una decisione, anche se a mio avviso è una decisione davvero semplice. Ci sono due mani da cui perde: KT e AA.

Ora io credo che con KT sia una buona bet al turn e siccome potrei averli suited sono due combo per la scala o il progetto di colore con cui al turn non folderei neanche su all-in

Ma c’è anche da pensare che se betto KTs al turn non verrò raisato troppo spesso, perché nei panni di Robl se hai set di Donne da cosa ti aspetti di essere pagato? JJ-AA-KK? Sono davvero poche mani con cui riceverebbe un call al suo allin quindi deve slowplayare tante mani, visto che io riballerò spesso essendo un giocatore aggressivo nonché l’aggressore preflop.

Nel momento in cui checko il turn e poi betto al river la combo più possibile che io abbia è una coppia, e qui è più probabile andare all-in in bluff che non con una coppia. Se qui bettassi AK davanti a un check-raise sarei obbligato a chiamare qualche volta. Se Robl ha una mano come 7-8 a fiori o a picche, su questo river deve andare in check-push ogni tanto, così come con una coppia di dieci per esempio, ma sarebbe sick.

Andrew ci pensa a lungo e alla fine si limita al call.

 

La carineria di Robl

Al termine della analisi della mano, Veldhuis sottolinea la carineria ricevuta da Robl:

“Ha impiegato davvero tanto tempo a chiamare con un set. Quando dice che chiama e ha un set la intendo come se si scusasse per aver pensato così a lungo col 3rd nuts. Come se dicesse “Ho un set quindi sentiti libero di muckare la tua mano se stai bluffando.”

Secondo Veldhuis infatti a volte le persone si trovano in difficoltà a mostrare i bluff, anche se non è certo il suo caso. Ma sono anche attenzioni come questa, oltre al suo livello stellare, che portano tanti inviti a partite cash game ad Andrew Robl. Dalla sua linea nella mano invece l’olandese non è altrettanto esaltato:

“A mio avviso sarebbe dovuto andare all-in al river, ma ovviamente Andrew è un genio del gioco quindi ha sicuramente ha avuto le sue ragioni per non andare all-in.”

Constatazione un po’ ovvia: probabilmente Robl avrà pensato che se fosse andato all-in sarebbe stato chiamato esclusivamente dalle due combo che battevano il suo set di donne.

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