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il 8 Giu 2014

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Enrico Mosca: ecco il segreto di “Mister 50 bandierine”!

Enrico Mosca: ecco il segreto di “Mister 50 bandierine”!

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50 bandierine su Hendon Mob sono un bel traguardo, ma Enrico Mosca sa dare ad esse il giusto peso, senza mai prendersi troppo sul serio. Eppure, questo piemontese rappresenta oggi uno dei più interessanti casi di “self branding” nel poker italiano.

Lo abbiamo incontrato a margine del WPT National di Campione d’Italia, dove non è riuscito a lasciare il segno ma senza per questo fare drammi: per lui il poker è gioco e lavoro, ma anche comunicazione e socialità.

IPC: Sei il re delle bandierine di Hendon Mob. Ma baratteresti un tot di bandierine in meno per qualche successo in più?

EM: Ho 50 itm ufficiali fatti praticamente in 3 anni, perchè fino al 2011 giocavo solo cash. Di primi posti non ne ho pochi, credo 9. Certo, mi manca un acuto un po’ più importante, come ad esempio il mio amico Minasi che ha in bacheca un IPT e un WPTN. Quest’anno ho giocato 63 tornei, con un 51% di itm che è moltissimo, ma diversi sono eventi “locali” che faccio a Saint Vincent, mentre sui più importanti ho una percentuale purtroppo molto bassa. Vincere eventi piccoli non sposta nulla economicamente, ma un lato positivo è che ti danno quella confidenza sul gioco che serve sempre.

IPC: Quando arrivi spesso ma non vinci quasi mai, ti fai delle domande? Metti in discussione alcuni aspetti del tuo gioco?

EM: Certo, e ci lavoro sempre. So per esempio che nei day 1 riesco a mantenere quasi sempre il mio A-game, cosa che mi riesce più raramente nei day 2. Ovviamente so anche che quando il field si indurisce ho delle difficoltà.

IPC: Alla fine però uno come Hellmuth è diventato Hellmuth per il suo straordinario talento nell’affrontare i giocatori scarsi e/o occasionali…

EM: Con le dovute proporzioni mi riconosco in questa cosa. Sento alcuni dire “ah, io voglio i giocatori forti al tavolo perchè sanno foldare, eccetera”. Io invece preferirei sempre avere un tavolo di giocatori basic per cui ho una predisposizione, ne ho “mappati” tantissimi e so esattamente come si comportano e come dominarli. Certo, se poi ti ritrovi al tavolo con i Savinelli, i Bernaudo, i Drammis e i Miniucchi lì diventa molto più dura. Ma anche queste esperienze, come anche un 6-max che giocai al PCA ritrovandomi in mezzo a fenomeni che non mi fecero capire niente, alla fine mi sono servite e mi servono moltissimo.

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IPC: Ma tu riesci davvero a giocare i tornei da 100€ con lo stesso impegno che metti in quelli da 1.000, 2.000 e oltre?

EM: Da un punto di vista sportivo gioco tutti i tornei per vincere. Ovviamente nel torneo più importante la parte strategica è più complessa e va studiata più a fondo. Ma per farti un esempio, se a un turbo da 100€ mi scoppiano e resto con 10 bui, non mi faccio prendere dalla frenesia di pushare il primo A5 suited che mi capita, ma continuo a cercare di ricostruire lo stack. Lo faccio per allenare la tenuta mentale, che poi torna utile sia al torneo da 100€ che al main delle WSOP.

IPC: Fare il MTT live pro è possibile?

EM: Fare il live pro di soli tornei è impossibile, ma se riesci a mixare anche il cash game live allora il discorso cambia, perchè nel cash live c’è molta più dead money che in quello online. Ci sono anche più spese, ovviamente. Ma un giocatore live ha la possibilità di crearsi un’immagine e sfruttarla per ottenere sponsor, ospitalità e benefit vari. Ho continue richieste dai casinò esteri e poi ho l’accordo ottenuto con Tilt Events: per loro oltre a giocare facciamo anche un lavoro di pubbliche relazioni importante, e questo alla fine mi ha permesso di risparmiare molto sulle spese vive che devi affrontare nelle trasferte. Certo, non possono riuscirci tutti: devi avere vinto qualcosa, esserti creato un certo tipo di immagine, saperti porre con gli altri, tutte cose che riescono molto più facili a chi gioca live, meno a chi viene dall’online.

IPC: C’è ancora tanto poker nel tuo futuro?

EM: Un po’ meno. Ho un’attività precedente al poker, una catena di yogurterie che alla fine è stata la base per non andare mai rotto… Da settembre apriremo dei punti qui in Svizzera, e questo maggiore impegno significherà una limitazione delle presenze ai tornei live: sarò molto di più ai major e meno agli eventi medio-piccoli, così vedrò se tutto quello che ho imparato incrociando i migliori sarà servito a qualcosa…

 

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