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il 2 Dic 2015

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Il giramondo Saman Ziarati racconta il WPT parigino: “Nessuna faccia triste, l’atmosfera era spensierata”

Il giramondo Saman Ziarati racconta il WPT parigino: “Nessuna faccia triste, l’atmosfera era spensierata”

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Il giramondo Saman Ziarati ha recentemente preso parte, insieme ad Alessandro Sarro, al WPT National di Parigi, evento che ha riscosso un grande successo nonostante la prossimità temporale con gli attentati terroristici che hanno sconvolto la città.

Il professionista italiano, che adesso risiede a Bruxelles, ha chiuso al 23° posto per 6.000€, con i 150.000€ di prima moneta poi non così lontani.

Lo abbiamo sentito poco fa per sapere quale atmosfera ha respirato al Cercle Clichy Montmartre e per parlare, comunque, del (suo) poker a 360°.

 

IPC: Saman, che atmosfera c’era al circolo? Cosa ti ha spinto a giocare proprio questo evento?

Saman Ziarati: L’atmosfera era molto più rilassata di quanto ci si potesse aspettare da fuori. Premetto che vivo a Bruxelles, quindi il rischio attentati nelle ultime settimane è stato piuttosto alto dopo quanto accaduto a Parigi, ma la situazione in città non è post apocalittica come vogliono far credere i telegiornali. È vero, girano i militari e la polizia per le strade, ma la gente cerca di continuare con la propria vita. Sono quindi andato a giocarmi il torneo perché immaginavo che, proprio come a Bruxelles, la situazione a Parigi fosse meno drammatica del previsto e l’evento, dato il field piuttosto scarso, era davvero imperdibile.

IPC: Al circolo c’era qualche misura di sicurezza particolare? Com’era, poi, l’atmosfera al tavolo?

S.Z.: Si, c’erano due membri della sicurezza che facevano aprire i cappotti ed effettuavano una perquisizione abbastanza veloce. All’interno un altro faceva un secondo controllo.
Ho avuto qualche problema per entrare, in quanto la mia carta d’identità rilasciata dal comune di Ancona è in formato tessera e accettavano solo cartacei. Per loro questo era un ‘grande problema’, perciò volevano vedere il mio passaporto che, però, non era con me. Devo ringraziare Christian Scalzi per aver risolto la situazione. Senza di lui non avrei nemmeno partecipato! L’atmosfera ai tavoli devo dire che era piuttosto spensierata, nessuna faccia triste legata agli attentati. Anzi, i numeri dell’evento sono stati incredibili, tenendo presente quanto accaduto poco tempo prima.

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IPC: Sei soddisfatto di come è andato il torneo o speravi di poter fare di più? Il field francese è ancora profittevole?

S.Z.: Sono molto contento dal poker che ho espresso. Da quando sto prevalentemente giocando cash live, la mia presenza ai tavoli verdi è profondamente migliorata e mi sento sempre più confident a schierarmi live contro altri giocatori. Chiaramente il risultato mi ha lasciato molto amaro in bocca, dopo il 10° posto con annessa bolla final table allo scorso WPTN di Bruxelles, arrivare di nuovo così vicino ai premi che contano dispiace. Non capita tutti i giorni di partecipare a un 1.200 euro con 150.000€ al primo con un field così soft.

IPC: Sei sparito un po’ dalle scene italiane. Come ti trovi in Belgio? Ti stai dedicando solo al cash live o l’online ce l’hai sempre nelle vene?

S.Z.: Si, diciamo che mi sto divertendo molto a vivere in giro per l’Europa. Forse Ancona, la città dove sono nato e cresciuto, mi stava davvero stretta e avevo bisogno di vivere in ambienti più stimolanti.
Tieni conto che verso aprile stavo pensando di andare a vivere con Luigi Curcio, Antonio Bernaudo e altri a Nova Gorica, ma sono certo che avrei sofferto molto la vita da villaggio che c’è là, quindi, anche parlandone con Alec Torelli, decisi di tornarmene a Bruxelles.
In questo momento mi sto dedicando esclusivamente al cash live, con risultati molto positivi. Ultimamente però mi sta tornando una gran voglia di tornei, quindi è molto probabile che mi riaffacci presto sulle sponde dell’online. Al casinò locale la partita è quasi sempre suddivisa in 2 o 3 tavoli 2€/2€ e un tavolo 5€/5€. Negli ultimi tempi è molto peggiorata, tanti fish prediligono i cosiddetti ‘home games’ perché possono fumare liberamente e l’ambiente è di norma più amichevole. Continuo comunque ad avere un’ottima edge anche sugli altri regular, quindi non mi posso lamentare.

IPC: C’è un luogo che ti stimola e in cui ti trasferiresti?

S.Z.: Nonostante mi piaccia ancora Bruxelles, ultimamente sono molto meno entusiasta rispetto a prima. Sarà anche che mi mancano il mare e il bel tempo.
Sarei curioso di trasferirmi qualche tempo a Buenos Aires, oppure mi piacerebbe provare Sidney, dove ho tanti amici che provano a convincermi ogni mese ad andare. Rimanendo in Europa, credo adorerei vivere a Lisbona.

IPC: Qual è, dunque, il plan per l’anno che sta per cominciare?

S.Z.: Per ora credo proprio che continuerò a dedicarmi soprattutto al cash live, più farò qualche torneo live in giro per l’Europa.
A tal proposito, mi fa davvero impressione vedere come molti giocatori professionisti, che avrebbero possibilità di selezionare meglio i tornei live, si scherino sempre agli stessi eventi come delle pecore. Va bene giocare gli eventi nostrani, ma qualche volta si trovano manifestazioni ottime in capitali europee raggiungibili con pochi euro in aereo.
Per farti un semplice esempio: a inizio mese un sacco di giocatori sono andati a Rozvadov per il WSOP Circuit, quando a Tbilisi, in Georgia, c’era in concomitanza un evento WPTN dove sono certo il field fosse composto per l’80% da fish. Io non ho partecipato solo perché ero impegnato, ma un’abilità del professionista dovrebbe essere pure quella di trovare sempre la partita migliore…

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