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il 10 Gen 2017

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Andrea Grieco, vincitore TLB Micro Series: “Field imbarazzante nelle varianti, mi chiedevano le regole in chat!”

Andrea Grieco, vincitore TLB Micro Series: “Field imbarazzante nelle varianti, mi chiedevano le regole in chat!”

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Chiamatelo pure ‘the boss’.

Perché se c’è una persona che è sopravvissuta, e bene, alla giungla dei microlimiti, questa risponde al nome di Andrea Grieco, ‘andreandrea’ su PokerStars.it.

Lui ha vinto per la seconda volta in tre edizioni la leaderboard delle Micro Series e quando non ha vinto ha ottenuto comunque un ottimo secondo posto.

Andrea non ha segreti, lo ha aiutato solamente una grande passione per le varianti, quelle che in molti, soprattutto in eventi dal buy-in piccolo, non sanno giocare.

IPC: Andrea, quello che ci ha stupiti è la tua dedizione nei confronti delle varianti. E’ solo amore oppure ci vedi una più facile possibilità di profitto rispetto al nlhe?

Andrea Grieco: E’ una scelta che ho fatto giocando, con le varianti ho sempre fatto più profit. E’ successo sin dall’inizio, per anni ho praticato solo Omaha hi/lo. Il no limit hold’em è semplice da capire, ma allo stesso tempo è molto complesso, non mi sento assolutamente preparato come lo sono negli altri giochi. Negli ultimi due anni, però, mi ci sono dedicato maggiormente, lo sto studiando e spero arrivi il big shot… quello mi manca.

IPC: Vincere per due volte consecutive la TLB delle Micro Series è un’impresa pazzesca: cosa pensi di avere in più rispetto agli enormi field che prendono parte a questi divertenti tornei?

A.G.: Nelle ultime tre edizioni ho fatto due volte primo e una volta secondo di solo un itm di distacco. A conti fatti, guardando la classifica di ogni edizione, sono stato sempre quello che ha vinto meno in termini monetari tra i primi tre classificati e l’ultima classifica l’ho vinta con un distacco enorme dal secondo. Ho vinto ogni volta la leaderboard grazie alle vittorie in tornei di Stud, Razz, Badugi, ai podi di PLO8 e PLO e più ovviamente vari itm qua e là. Tutti questi sono tornei in cui il garantito è basso, i punti per la classifica però sono gli stessi degli altri eventi e il field è imbarazzante, più volte mi è capitato di giocare mtt di varianti con persone che chiedevano le regole in chat… (ride).

IPC: Come mai hai scelto la via del deal in uno dei tornei che ti ha visto protagonista?

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A.G.: Erano quasi le sei di mattina, giocavo dalle 21.00 e avevo voglia di andare a dormire, proprio perché in ballo c’erano pochi soldi. Era però necessario lasciare 50€ per il vincitore, cosa che non ricordavo, arrivato il moderatore abbiamo comunque fatto il deal, con la speranza di far prima. In entrambe le occasioni, poi, il ‘bonus’ di 50€ l’ho preso io, vincendo l’evento.

IPC: Per il 2017 hai voglia di fare le cose in grande? Hai qualche obiettivo che ti frulla in testa?

A.G.: Le Micro Series non le abbandonerò, perché è +EV giocarle! Ho voglia di migliorare e di fare qualcosa di grande, penso di avere le capacità per farcela, con costanza e disciplina, dunque, spero di raggiungere dei bei traguardi pokeristici. Ce la metterò tutta, se poi la dea bendata mi dà una spinta negli eventi giusti, beh, è anche meglio. Tra non molto ci sarà lo SCOOP, voglio giocarlo e provare a vincere la leaderboard pure lì. Come accaduto in passato, venderò delle quote perché nonostante abbia le disponibilità economiche per giocarle preferisco attenermi alle regole di bankroll management. Quando grindo con soldi non miei faccio meglio, sono più concentrato e voglio far bene sia per me sia per chi ha ‘scommesso’ su di me.

IPC: Le varianti sono giocate online soprattutto in versione high stakes. Ti capita mai di osservare i grandi specialisti e prendere spunto da loro per migliorarti?

A.G.: Solo saltuariamente apro qualche tavolo high stakes, confesso che dovrei farlo più spesso. Nel 2007 mi divertivo a osservare Ivey e Hansen che se le davano di santa ragione, con dietro stack milionari…

IPC: Andrea, fai altro nella vita?

A.G.: Lavoro nell’e-commerce, quindi non sono un professionista di poker. Sono dieci anni, comunque, che chiudo il mio bilancio pokeristico in attivo, solo un anno ho fatto breakeven. Amo questo gioco, è il mio hobby, una passione, divertimento, una sfida e, perché no, un sogno.

 

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