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il 4 Ott 2018

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Matteo Crapanzano conquista l’anello a Rozvadov: “Le varianti sono giochi di abilità, l’Holdem no!”

Matteo Crapanzano conquista l’anello a Rozvadov: “Le varianti sono giochi di abilità, l’Holdem no!”

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L’evento #6 del WSOP Circuit di Rozvadov si è tinto d’azzurro: in un testa a testa tutto italiano Matteo Crapanzano ha battuto Antonio Turrisi assicurandosi l’anello del Seven Card Stud.

In un field che ha fatto registrare 42 entries per 330€ di buy in, Crapanzano ha incassato 4.430€, Turrisi 3.052€.

“Una soddisfazione incredibile! Il payout non era certo esorbitante, ma nei tornei di varianti siamo abituati. E in molti casi è il trofeo a fare la differenza… Tutti e due volevamo l’anello e sono felicissimo per essere riuscito a conquistarlo! Tra l’altro Antonio è uno dei più grandi specialisti italiani di questa disciplina ed è stato davvero gratificante avere la meglio su di lui.”

Crapanzano, 50 anni da Milano, gestisce un’agenzia pubblicità e confessa che per lui il poker è soltanto un hobby. Ma quando inizia a raccontarci la sua storia capiamo subito che non si tratta di un dilettante allo sbaraglio.

“Nel lontano ’96 un mio caro amico, dopo un’estate a Las Vegas, c’insegnò una serie di varianti pokeristiche. Dall’Omaha Hi/Low al Razz, Dall’8 or Better arrivando al Seven Card Stud. In quegli anni giocavamo ogni qual volta ne avevamo l’opportunità. Eravamo un gruppetto di 10 persone che amavano le carte…”

Come tutti ben sapete, la rivoluzione Hold’em ha stravolto l’universo poker mondiale, offuscando le discipline meno adrenaliniche:

“Ovviamente mi sono cimentato per anni anche con il Texano, ma da 3 anni a questa parte ho deciso di tornare alle origini. Basta Hold’em. Lì è sufficiente un po’ di braccio e stop. Se cadono le tue bene, altrimenti non c’è nulla da fare: non lo considero nemmeno uno skill game! Nelle varianti è tutto diverso, c’è molto più ragionamento e sono senza ombra di dubbio giochi molto più tecnici.”

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Il lavoro è sempre al primo posto, ma Matteo studia mensilmente tutte le tappe europee nelle quali ci si può disimpegnare e divertire in tornei da 4 a 7 carte:

“E’ complicato perché ce ne sono davvero pochi. Ma se trovo qualcosa che m’intriga prendo e parto. In Italia è già complesso trovare tornei di Omaha, figuriamoci di HORSE, Stud e tutto il resto! Creo la mia schedule live in base agli appuntamenti che prevedono queste dimenticate discipline. I numeri sono piccoli e di conseguenza nessuno è interessato. Un vero peccato, ma dobbiamo prenderne atto. E’ normale che se in Italia ci sono (c’erano?) tornei di Hold’em da 500€ di buy-in e oltre 100.000€ al primo tutti giochino quello…”

Per Crapanzano, che nella trasferta ceca ha centrato il final table (5° per 2.528€) nell’Omaha Hi/Lo Pot Limit, è il secondo trofeo da mettere in bacheca:

“2 anni fa a Bruxelles sono riuscito a vincere un evento di HORSE. Anche in quel caso nulla di straordinario dal punto di vista economico, ma il trofeo è lì in bella mostra e ora farà compagnia all’anello WSOP!”

 

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