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il 29 Set 2020

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Dario Amato racconta la vittoria del Main Event Galactic Series

Dario Amato racconta la vittoria del Main Event Galactic Series

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Una grandissima gioia che mancava da tempo e di cui ancora si deve rendere bene conto.

Dario ‘trazaman’ Amato è raggiante per il successo di stanotte al Main Event Galactic Series.

Da una convention di tatto a Roma il regular mtt di lungo corso ci ha raccontato il torneo messo in bacheca stanotte e il suo futuro con le due carte in mano.

 

Il colpo decisivo

Per iniziare Dario ricorda un colpo in particolare che gli ha spianato la strada verso la vittoria:

“Intorno ai 20 left c’è stato un flippone enorme, asso kappa contro dama dama, che mi ha portato ad avere uno stack di 60-70x che in quella fase del torneo non sono affatto male. Ero talmente concentrato che non ricordo molto bene altri spot, ancora un po’ devo realizzare e fare mente locale. Stavo giocando anche il day2 dell’evento Galactic Series da 50€ però è finito quasi subito. Poi ovviamente visto che c’erano in ballo tanti soldi non ho aperto più niente e mi sono focalizzato sul Main Event”.

‘trazaman’ ha veleggiato costantemente nelle posizioni alte del torneo, tranne in un frangente in cui il pessimismo per gli esiti della partita stava quasi prendendo il sopravvento:

“Dal day1 sono sempre stato nelle prime tre posizioni del chipcount, verso i 18 left sono sceso e ho iniziato a non credere più nella vittoria perchè mi sono ritrovato 14-15° nel count: quando sei stato sempre top3 e ti ritrovi short la fiducia viene un po’ meno. Poi è andato tutto liscio, ci ho creduto e quando a sei left avevo il doppio di tutte le chips in gioco mi sono detto che nessuno mi avrebbe tolto la vittoria, anche perchè quando hai tutte quelle chips gli avversari tendono a non giocarti contro a meno che non siano veri e quindi ho potuto un po’ fare quello che volevo”.

 

L’herocall in heads-up

Di tutto il torneo, col senno di poi, c’è uno spot che Dario giocherebbe diversamente da come ha fatto stanotte.

“In heads-up ho fatto un herocall che adesso che ci ho ripensato un po’ forse non farei più. In game è stato dettato dal fatto che l’avversario ha un range ampio di mani ma ripensandoci adesso il suo range è strettissimo e penso che abbia proprio quello che sta rappresentando, ossia la monocombo. Oggi dico che chiamerei mai perchè a un testa a testa in cui c’è uno scalino di 25 mila euro non penso che un occasionale bluffi mai. In quel momento lì, subito dopo aver perso la mano, mi sono detto ‘va beh ho fatto secondo’ perchè un po’ sono negativo di mio, poi ho recuperato subito la differenza e sono riuscito a chiudere l’heads-up”

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Il livello del tavolo finale

“Il livello del tavolo finale (ecco le statistiche di tutti i giocatori, ndr) era ottimo per me, nel senso che gli avversari erano tutti occasionali tranne un paio di reg che non mi impensierivano perchè non erano messi bene a livello di stack. C’era una pressione ICM bestiale e dall’alto delle tantissime chips che avevo non dovevo temere nessuno, al massimo erano gli altri che dovevano temere me. Ho approfittato del fatto che nessuno si sarebbe inventato nulla contro di me quindi aprivo largo e gli avversari difendevano poco perchè gli scalini del payout erano vertiginosi. Chiarisco che dico che nessuno mi impensieriva non per fare ‘lo sborone’ ma per la situazione strategica in cui mi trovavo grazie al mio stack e perchè il torneo stava filando davvero liscio”

 

Le giocate loose

Dario riconosce che anche grazie allo stack ha potuto aggredire molto e giocare per le taglie avversarie senza troppi patemi:

“Basta guardare il replay per vedere che ho giocato loose, ho raise/callato con mani tipo K2s perchè avendo 5 volte le chips degli avversari aprivo per chiamare tutte le mani che avessero un minimo di equity. Solo in uno spot non mi sono trovato bene pushando atc small to big perchè la pressione icm era davvero altra. L’avversario ha snappato con coppia di Re, io avevo 6-9o ed è sceso un flop 5-7-8 in ciabatte. A un certo punto del torneo ho pensato che se avessi messo una scimmia ammaestrata a cliccare i bottoni avrebbe vinto, vincevo tutti i colpi, quando è così è facile, poi certo ci ho messo del mio, ho fatto un bel fold ma quando arrivi negli eventi così la fortuna sposta tanto.”

 

L’esultanza e la moto in arrivo

“Dopo l’ultimo showdown ho ovviamente esultato anche se era molto tardi, non ci credevo perchè era da un po’ che un risultato così non arrivava. La gioia del primo posto è stata incredibile, stamani tanti amici mi hanno telefonato. Non so come userò questa bella vincita, un viaggio direi di no perchè col COVID credo sia meglio evitare visto anche che sono abbastanza paranoico al riguardo. Sto pensando di comprare una moto per tenerla come regalo personale e ricordarmi il momento. Dal punto di vista del poker non credo che le mie abitudini cambieranno, finora non mi sono privato di niente a livello di level-up e di coaching”

 

I progetti pokeristici

Questa bella iniezione al roll non cambierà più di tanto le abitudini pokeristiche di Dario:

“Da qualche anno ormai vivo 6 mesi in Italia e sei mesi a Malta. Quando son lì gioco anche su punto, ho sempre giocato a sprazzi diciamo, perchè nella vita faccio anche altro. Gioco professionalmente a poker ma tento di portare avanti anche altre attività. Ad esempio da poco ho cominciato a fare il tatuatore anche se quasi tutte le sere continuo a grindare. Quando sono a Malta gioco spesso anche dal vivo, anche se credo che con questo Corona prima di due anni sarà impossibile parlare di circuiti live. Di sicuro non credo che parteciperò mai a eventi live High-Stakes, visti i roll enormi che servono. Credo che continuerò a fare il mio, questa vittoria lato poker non cambia assolutamente nulla, starò sempre al mio serenamente senza progetti pokeristici particolarmente ambiziosi. Sto molto bene mentalmente, sono molto propositivo, adesso mi farò una bella settimana di stop e poi ricomincerò a giocare come al solito”

 

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