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il 8 Nov 2011

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Giovanni Rizzo ci racconta “Here Comes The River”

Giovanni Rizzo ci racconta “Here Comes The River”

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Dopo l’uscita del trailer ufficiale, abbiamo voluto approfondire la conoscenza di “Here Comes The River”, il film-documentario ideato e realizzato da Giovanni Rizzo e dal fratello Francesco. Girato a Las Vegas durante le World Series of Poker 2011, “Here Comes The River” ci racconta Sin City e la vita dei pokeristi seguendo un approccio diverso da quello tradizionale. Ma lasciamo che sia lo stesso Giovanni Rizzo a parlarcene: leggete cosa ci racconta!

“Here Comes The River” nasce tra una chiacchiera e l’altra con mio fratello Francesco, diplomato all’ATC Multimedia di roma. Con gli amici della “tana del grinder”, un gruppo di pokeristi di Parma, ogni anno facciamo un pellegrinaggio a Vegas per le WSOP. Ma non solo: è una mega-vacanza di un mese con gli amici di sempre, che aspettiamo tutto l’anno.

Volevamo raccontare un’idea di libertà, che Vegas per noi rappresenta, e volevamo farlo in maniera onesta. Con umiltà. Con tutti gli alti e i bassi della vita di un pokerista, senza “glamourizzarla” troppo come spesso viene fatto in lavori del genere. L’abbiamo fatto per un’esigenza di raccontare, di spiegare a tre dimensioni uno stato d’animo, un modo di vivere questa nostra passione.

Ci siamo guardati in faccia e abbiam detto: proviamo, giriamo, facciamo il nostro viaggio e poi in base al girato decidiamo il da farsi. Alla comitiva Vegasiana si è aggiunto Sebastiano Facco, un caro amico ma soprattutto un operatore di macchina e direttore della fotografia incredibile, un vero ninja, uno, per dire, che per fare una particolare ripresa si è sdraiato sull’asfalto bollente in mezzo al deserto! A Roma poi abbiamo incontrato Francesco Di Stefano, forse il miglior giovane montatore italiano, che entusiasta del progetto ha deciso di lavorare sul materiale.

Sapevamo che il trailer sarebbe stato un po’ la cartina tornasole del nostro lavoro: in base a come sarebbe stato ricevuto avremmo deciso come muoverci. Beh, devo dire che se il buon giorno si vede dal mattino… Al di là dei numeri comunque buoni, con quasi 3000 visualizzazioni sul solo Youtube nei primi due giorni di “lancio”, siamo rimasti colpiti soprattutto dai complimenti entusiasti di chi l’ha visto, le facce di chi ha guardato il video, sorprese e meravigliate, come se non si aspettassero una cosa così.

E poi il supporto della community pokeristica tutta,  soprattutto da chi a Las Vegas c’è stato e l’ha vissuta davvero, da Pippo Candio al “sindaco” Galb Lepore, gli attestati di stima per averla saputa raccontare bene, quella che poi è in fondo la protagonista vera del documentario: The Fabulous Las Vegas, Nevada!

Detto questo il lavoro è autoprodotto, e tutte le persone che ci stanno lavorando lo fanno praticamente gratis, investendo sul progetto. Quindi stiamo cercando di capire come muoverci, anzi, se qualcuno che legge volesse farsi avanti con proposte, consigli, supporto distributivo o quant’altro ben venga: è un work in progress insomma, con il documentario di circa 20 minuti che dovrebbe essere pronto entro fine anno e da li poi chissà, magari con il supporto di qualche casa di produzione potrebbe venirne fuori anche qualcosa di piu’, un vero e proprio docufilm. Ma forse stiamo sognando un po’…

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Sostanzialmente abbiamo girato “on the go”, quasi nulla di preimpostato, quindi tutto molto naturale con Francesco che ci seguiva in giro ovunque con la telecamera. Quando il regista è anche tuo fratello è tutto molto più semplice e naturale, la telecamera è quasi come non ci fosse…

Abbiamo diviso il lavoro in due, con ottiche professionali per gli esterni e le sessioni di gioco affiancate da un girato con l’iPhone 4 per una sorta di videodiario mio, molto onesto, anche troppo! Ecco diciamo che se montassimo tutto quello che ho girato con l’iPhone… non benissimo!

Tra le varie cose, una torta spiattellata contro il muro in sfogo da tilt, con conseguenti capocciate al suddetto muro, gamblate nosense alle prime luci dell’alba, approcci etilici vari e zingarate random. Degna di nota anche la meravigliosa idea dell‘Hummer decapottato! Figata, shot da paura, sì, ma forse era il caso di ricordarsi che fuori fanno 50 gradi all’ombra, quindi questa idea si è tramutata in un viaggio della speranza verso il Grand Canyon, con pit stop ogni 20 minuti per scongiurare una morte da disidratazione!

Giovanni Rizzo

Ecco il video del trailer


httpv://www.youtube.com/watch?v=wsrhV2qVjig&feature=player_embedded

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