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“Baby suited connectors”, mister Poveretto e quelle strade a senso unico
Dice Doyle Brunson nel suo “Super System” che 4-5 suited sono carte dall’enorme potenziale. Forse le sue preferite, specie nel gioco cash. Probabilmente aveva letto questo passaggio della Bibbia del poker anche il Poveretto che ieri è uscito praticamente in lacrime dalle World Series of Poker a pochi minuti dal termine del day1A.
Piatto rilanciato a 1.000 prima del flop da un early position, chiamano Mike Sexton da late e il Poveretto in questione vede dal grande buio con 33
aggiungendo le 600 mancanti.
Flop 52
3
, il signor Poveretto esce con una giocata atipica, puntando forte 5.000 sul suo set.
Il raiser passa, ma non Mike Sexton, che invece decide di mettere dentro tutti i suoi 17.000 viste le dimensioni del piatto.
Non vorrebbe, il Poveretto, giocarsi il torneo così. Sa che Sexton ha in mano qualcosa che giustifica questa mossa di una aggressività esagerata. Ma ormai si è infilato in una strada a senso unico. L’unica mano che non vuole davvero vedere è la coppia di 5.
In tutti gli altri casi il call, data la situazione, è scontato.
Dopo quindici minuti di tortura e agonia allora chiama, per scoprire d’essere favorito contro il 5
4
del forte pro’ statunitense, ma solo al 53%.
Le sue World Series affidate a un lancio di moneta già al terzo livello di gioco: proprio quello che il signor Poveretto si era probabilmente riproposto di non fare prima di iniziare il torneo. Forse proprio il motivo che lo ha spinto a puntare così forte sul flop. Il poker però è crudele. E il turn lo conferma: 8.
Il signor Poveretto chiama a gran voce una coppia sul board: “one time”. Un full o un poker potrebbero salvarlo dal colore del rivale, ma c’è solo una probabilità contro quattro che questo accada. E il river è crudele come mai: 6
. Scala colore di Sexton, mister Poveretto si accascia sul tavolo, non può nascondere la lacrima.
Le sue World Series sono già finite. Il vecchio Mike gli stringe affettuosamente la mano. E poi, vedendolo allontanarsi, confida: “Se avesse fatto check al raiser, forse si sarebbe salvato chiudendo il piatto al flop con il terzo rilancio. Ma forse no, magari avrei visto lo stesso il suo all in”.
Perché il poker ha volte è spietato, e non ti lascia via di scampo, qualunque cosa tu faccia. Storie da World Series.
Rudy Gaddo