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il 16 Lug 2009

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WSOP, Ivey nei November nine:“Non sapete quanto lo desideravo”

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LAS VEGAS – “Ivey! Ivey! Ivey!” hanno urlato per tutto il giorno i suoi tifosi, numerosissimi nella calca creatasi attorno ai due tavoli televisivi della Amazon Room. Il “Tiger Woods” del poker non li ha delusi. “Ace” ce l’ha fatta: farà parte, ancorché con uno stack sotto average, dei November Nine che tra quattro mesi si giocheranno il titolo di campione del mondo di no limit hold’em e gli 8,5 milioni di dollari di prima moneta in palio nel torneo più importante dell’anno.

I November nine

I November nine

NOVEMBER NINE Con lui, che partirà da 9,7 milioni di gettoni, comporranno il tavolo finale di novembre: Darvin Moon, 58,9 milioni, James Akenhead, 6,8 milioni, Kevin Schaffel, 12,4 milioni, Steven Begleiter 29,8, Eric Buchamn, 34,8, Joe Cada, 13,2, il francese Antoine Saout, 9,5 e il pro’ Jeff Shulman, 19,5 milioni. Il chip leader, di qui a novembre, sarà quindi Darvin Moon. Ma finché le carte non saranno “in the air”, come dicono qui, la scena sarà tutta di Ivey, c’è poco da fare.

Phil Ivey col nostro Rudy Gaddo

Phil Ivey col nostro Rudy Gaddo

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EMOZIONESentire la pressione addosso? Si tratta solo di una partita a poker, un gioco che amo, non credo che sentirò questo tipo di pressione in questi mesi” ha detto Ivey nella improvvisata intervista ai media che il californiano di Riverside, sette braccialetti Wsop in carriera, ha concesso pochi istanti dopo la fine del final table e di cui potrete leggere i dettagli esclusivi nel prossimo numero di Poker Sportivo in edicola ad agosto. “Però se mi chiedete quanto ci tenevo ad esser qui in questo momento – ha continuato – allora vi rispondo che non ne potete avere idea. Erano anni che lo aspettavo”. Precisamente da quando, era il 2003, il decimo, l’escluso dal final table televisivo, fu proprio lui.

SCOPPIO D’ASSI E NIENTE MILIONE A rimanere senza tavolo finale da un milione di dollari garantito invece, stavolta è stato Jordan Smith. In un piatto controrilanciato pesantemente preflop con AA, ha trovato il call di Moon con 88. Poi, su flop 842, l’ovvio disastro, finendo ai resti per tutti i suoi 16 milioni di gettoni, andati in tasca del chip leader dopo turn e river bianchi. Che smacco, mancare il final table delle Wsop con due assi scoppiati. Roba da non poter più prendere due carte in mano dalla rabbia…

Leo Margets

Leo Margets

NIENTE MAGIE Per chiudere un paio di note di cronaca a margine: fuori nei primi livelli di questo conclusivo day8 invece sia la bella spagnolina Leo Margets, la miglior donna di questa edizione piazzatasi 27esima. Poi, poco dopo di lei, anche Antonio Esfandiari. Per “The Magician”, che in questi giorni ha infiammato il pubblico dei tv table facendo vibrare le mani al cielo con la sua tipica mossa da finto stregone, eliminazione in 24esima posizione spingendo i resti al flop dopo il controrilancio di Begleiter. KT per quest’ultimo per la top pair su board T24, solo 55 per “The Magician”, non aiutato da incantesimi al turn e al river.

ANCHE LUDOVIC PUO’ PERDERE UN FLIP Out sedicesimo un altro dei giocatori più attesi di queste fasi finali delle World Series. A Ludovic Lacay, uno che probabilmente il coin flip non lo rifiuta da quando è al mondo, sarebbe servito vincere lo scontro tra la sua coppia di sette e l’asso-re di Schulman per andare avanti. K al flop però e fine della corsa per il francese più odiato dagli italiani. E chi lo ha detto che nel poker non ci sono mai delle gioie?

Rudy Gaddo

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