Fuori dal Rio le leggende sono sole

Dentro al Rio lui è praticamente Dio. Ma all’uscita del viale di accesso al Casino Pavillion, quello che ospita le World Series of Poker, Doyle Brunson è un anziano come tanti altri. Alle tre di notte suonate, da poco finito il day 1 del World Championship di Limit Holdem, mister 10-2 esce senza alcuna compagnia, sulla sua carrozzella elettronica, per avvicinarsi alla sua macchina bianco latte, parcheggiata poco lontano. Prova ad alzarsi dalla seggiolina elettronica sulle sue inseparabili grucce, vuole aprire lo sportello.Ma scivola, rischia di cadere, e deve tornare sul suo seggiolone elettronico per evitare di assaggiare l’asfalto. Nessuno intorno si accorge di lui. Vincere l’imbarazzo che imporebbe di far finta di nulla è doveroso.

“Tutto ok, mister Brunson?”. “It’s fine” risponde lui con un sorriso.

La leggenda è tornata. Si rimette in sesto con orgoglio, apre lo sportello, e schizza nell’auto targata Nevada per scappare nella notte di Vegas. Solo.