Miconi, ventesimo posto senza fortuna. Parte il six handed: Minieri time?

LAS VEGAS – Quando sei cortissimo, e può capitare anche alle World Series of Poker, sei quasi paralizzato dall’attesa di carte che non arrivano mai. Allora sei costretto a spingere comunque, saltando nel buio per evitare di essere ucciso, da quel buio che tutti a rotazione devono pagare, salato ogni volta di più come neanche le tasse italiane sanno essere. Si deve essere sentito così Giorgio Miconi, trovandosi tra i primi venti del 3.000$ triple chance con sole 45.000 chip su bui 6.000-12.000. Ha tentato lo steal due volte: prima chop con una mano che dominava quella dell’avversario (Q-9 contro Q-4 e full sul board), poi la bad beat con coppia di due battuta da A 2 del rivale che ha trovato A sul flop. Per il giovane portacolori del team Sisal è stata la fine di un sogno, pagato alla cassa 14.967$. Non granché per essere arrivati tanto avanti in un field da 854 iscritti facendo meglio di gente come Antonio Esfandiari e Mike Caro, finita immediatamente dietro le spalle di Giorgio.

ANCORA IN TREMILA Domani proveranno a fare meglio di Miconi i vari Gabriele Lepore, Mauro Piacentino ed Enrico Lazzari. Tutti e tre sono stati capaci di farsi strada in mezzo a un field di 2.818 giocatori iscrittisi all’ennesimo, l’ultimo, evento da 1.500$ di no limit hold’em di queste Wsop (è il numero 54, mentre il 51, che aveva medesimi buy in e struttura, è stato vinto da tale Joh Carsten proprio oggi). E sono arrivati quindi tra i 376 superstiti che domani tenteranno di scalare le 297 posizioni che valgono soldi. Meglio di tutti sta Lazzari, 42.000 chip quando l’average è 33.725. Ma nutrono ancora chance anche “Galb” Lepore, 31.900 gettoni e l’onore del team Sisal da portare avanti, e Piacentino, 24.000 chip ma tanti rimpianti per il sanguinoso scontro da 60.000 punti affrontato in uno degli ultimi colpi di giornata con A-5 su board A-5-7 contro un avversario che aveva giocato in slow play A-A.

ANCHE GUS CADE DA CAVALLO Per qualche giorno si era degnato di concentrarsi sulle World Series, dedicando meno tempo a svaghi, scommesse e ai limiti esorbitanti del cash game della Bobby’S Room. Il 50.000$ H.O.R.S.E., pur con soli 95 iscritti, valeva bene qualche giorno di impegno, anche se di un talento come il suo. Ma anche stavolta per Gus Hansen il rapporto con le Wsop si è confermato stregato. Dopo essere stato chip leader del torneo-dal-nome-di-cavallo per quasi due giorni, oggi “The Big Dane” ha dovuto salutare la contesa proprio alle soglie del tavolo finale, in nona posizione. A dargli il colpo di grazia due mani di omaha hi-lo. Tra i pro’ di grido domani si giocheranno la possibilità di vincere il braccialetto più prestigioso delle intere Wsop solo Erik Seidel, Huck Seed e Vitaly Lunkin. Per il russo, 2,5 milioni in chip, la seria possibilità di fare un altro colpo grosso, dopo un primo e un secondo posto già ottenuti quest’anno. Davanti a lui, in gettoni, avrà solo lo scandivano Erick Sagstrom.

ROBA DA AMERICANI Una battuta, infine, sul 2.500$ Deuce to Seven che ha visto tra i nostri partecipare Dario Alioto, e sul 1.500$ stud hi-lo, in cui presentavamo Max Pescatori corto ma vivo all’inizio del day2. Per entrambi eliminazione relativamente veloce e torneo comandato dai padroni di casa americani, che meglio paiono conoscere queste discipline assai poco giocate alle nostre latitudini. Più fatto per noi sarà invece l’evento che comincerà domani: il 5.000$ six handed. Roba, per intederci, da Dario Minieri che in un evento di questo tipo ha vinto il suo unico braccialetto Wsop in carriera. Supernova finora ha bucato queste World Series. Si rifarà?

Rudy Gaddo