Mangiamo diverso

Si parte per 17 ore di viaggio, scalo a Philadelphia, come quella che si spalma sul pane. Adoro assaporare la cultura, letteralmente: quando vado in un altro paese cerco di mangiare cose che non potrei mangiare in Italia, di conseguenza anche l’alimentazione diventa un gioco d’azzardo quando vai a Las Vegas; al japponese questo era abbastanza strano da ispirarmi. Doveva essere pollo. Era di tutto.

Ho poi il brutto vizio di non prendere mai da bere quando mi fermo ad un fast food, che tanto l’acqua si trova sempre e risparmio. Bene. Però il rosso avrebbe dovuto indicarmi la natura di quel cibo: piccante.

Ma andiamo per ordine: imbarcano prima del previsto e mi trovo con il cibo nella busta, lo porto sull’aereo, mi siedo e comincio a mangiare in attesa del decollo. Appena realizzo la natura piccante del cibo capisco di essere in un guaio, senza acqua, sull’aereo, che intanto non parte: il pilota non arriva e, per un problema “burocratico”, nessuno può accendere l’aereo per attivare l’aria condizionata.

Si, in fondo li capisco, non è mica una macchina che giri la chiave e attivi il quadro. Morale: trenta minuti col piccante in bocca in un aereoplano-forno ad arrostire. Ad un certo punto le persone hanno cominciato a scendere dall’aereo, aspettando il pilota al gate in modo da salire con lui appena fosse arrivato, senza rischiare di morire di caldo.

Vista la situazione la gente ha cominciato a chiedere acqua. E non avevano neanche mangiato quel coso rosso.
Arriva l’acqua, e va tutto meglio. Durante il viaggio mi vedo “21” e il protagonista che scorge le luci di Las Vegas mi suggerisce di chiedere all’americano di lasciarmi il finestrino all’arrivo, e così è.

Vedo deserto per mezz’ora, rocce, e poi luci, luci, ancora luci, erano così tante che quando siamo atterrati non riuscivo a scorgerne ne l’inizio ne la fine, nonostante stessi guardando dal finestrino di un aereoplano.

Si scende, e cosa c’è appena scendiamo dall’aereo?

Dovevo aspettarmelo.

Signore, signori, esclusivamente per voi oltre, sono Gianvito Rubino aka rubyn e vi do il benvenuto nella città del peccato: Las Vegas!

(Hanno appena acceso una specie di allarme anti incendio che serve per combattere il caldo: spruzzano acqua fresca. Sul mio Macbook, right now.)