Andiamo a Venezia!… ma è sempre Las Vegas

C’è chi spegne il computer, chi spacca il computer, chi urla, chi si rattrista… ci sono tanti modi di affrontare una bad beat, e le conseguenze possono essere varie ma, solitamente, possono accadere due tipi di cose: la reazione alla sconfitta finisce con l’intaccare il proprio bankroll, oppure no.

Infatti si è soliti a tentare di recuperare le somme perse, iscrivendosi ad altri tornei o sedendosi ai tavoli di cash-game, ma non è il caso della Fioretti. Lei è particolare, anche se è seduta alle World Series non si identifica come una giocatrice di poker ma spesso è semplicemente una ragazza con voglia di svagarsi e divertirsi quindi ecco un modo insolito per affrontare l’eliminazione ingiusta dal torneo: andiamo a fare shopping!

Facciamo una visitina al Caesars Palace per poi andare ad un Casinò nominato nel blog qualche post fa: il Venetian.

Andiamo con ordine.

Taxi: prima tappa il Caesars Palace, perchè Francesca ancora non l’ha visto.

E shippiamo subito un bel paio di scarpe!

Nei negozi americani si trova di tutto e, ok con il de gustibus, ma certi modi di vestire degli americani sono difficilmente concepibili dalla mia mente.

Dopo un bel giro decidiamo di fare due passi per Las Vegas.

Finalmente.

Giorni passati a respirare aria condizionata hanno reso gradevoli i quarantadue gradi diretti nei miei polmoni, e ne è valsa la pena.

Finalmente il nervosismo passa, pensiamo a divertirci!

Giungiamo al Venetian, un rinomato Casinò di Las Vegas che, come molte altre attività nella città del vizio, si rifà ad uno stile italiano.

Devo ammetterlo: il Caesars Palace mi aveva stupito per l’architettura, ma questa volta ho avuto l’occasione di ammirare una vera e propria riproduzione di Venezia racchiusa in un edificio.

Non ci credete?

Giudicate un pò voi: questo vedo a pochi passi dall’entrata.

Addirittura le gondole, cioè, addirittura il canale, e il gondoliere che intona canzoni napoletane.

Si trova una trattoria italiana…

…o il mercato del pesce, vetrina di un ristorante.

Eppure, nonostante il cielo, l’acqua, le gondole, tutto ciò che si vede… ci troviamo all’interno di un Casinò.

Con qualche busta e tanta stanchezza nei piedi, ceniamo al Sushi Samba: la Fioretti è un’esperta della cucina giapponese e sotto la sua guida ordiniamo sushi a volontà; inutile dire che è stato tutto squisito e abbiamo conosciuto anche Carmine, un italo-americano, probabilmente padrone del ristorante il quale, una volta realizzata la nostra nazionalità esordisce mettendo in chiaro: “Io parlo brutto italiano, però lo parlo!”.

Fine serata si torna in villa, ma nella nuova villa, che vi presenterò nei prossimi giorni; ma un’anticipazione?

Eccola.

Gianvito Rubino