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il 23 Set 2010

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Poker Ghosting – Tra coaching e illegalità

Poker Ghosting – Tra coaching e illegalità

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Ci sono certe cose nel gioco online, che sono palesemente vietate per la loro illegalità. Come l’uso di un “multiaccount” in una o più poker room, l’uso di programmi software che consentono aiuti in real time, nonchè ovviamente cedere il proprio account per denaro o altri privilegi (Account Selling).

Poi ce ne sono altre che seppur non propriamente lecite, sono invero di difficile scoperta, quali appunto l’uso di un “aiuto” umano sia esso fisicamente insieme all’utente, o collegato tramite software come Skype, Teamviewer o altro, in poche parole il “Poker Ghosting“.

In questo caso si tratta di “Poker Ghosting“, ovvero quando seppur giocando noi in prima persona, le nostre scelte ai tavoli sono influenzate o propriamente indirizzate da altri giocatori (generalemente più esperti).

Il caso tipico di questa metodologia è proprio il Poker Coaching (leggi articolo su italiapokerclub), il quale si basa proprio sulla possibilità dell’insegnante di seguire una sessione dell’allievo in diretta per poterne analizzare i leak principali e correggerli rendendo più profittevole il suo gioco.

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La differenza sta nel fatto di fare questo in modo online, ovvero influenzare direttamente le scelte al tavolo portando di fatto un vantaggio sugli altri giocatori, sia perchè generalmente di livello inferiore rispetto al “Coach” che sta facendo le scelte, sia perchè comunque trattasi di un modo di giocare “Fuori” dal range con cui quell’utente aveva abituato gli avversari (non essendo più lui a giocare in effetti).

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Diverso ovviamente è il discorso di “review” fatta dal Coach in offline rianalizzando tutte le varie mani del torneo dopo averlo seguito in diretta o tramite registrazione video. In quel caso infatti sarebbe sempre l’utente a dover giocare per conto proprio, migliorando poi solo la volta successiva secondo le indicazioni del “Coach”.

Ugualmente difficile, e certamente anche molto meno scusabile eticamente, il caso in cui il “Ghost” non sia un semplice Coach, ma un vero e proprio Giocatore assoldato appositamente per aiutarci in determinate fasi del torneo. In questi casi si arriva fino alla “vendita” dell’account nei casi in cui si sia (miracolosamente o meno) arrivati alle fasi più difficili di alcuni tornei importanti, preferendo quindi affidare il finale ad un giocatore esperto che possa garantirci una possibilità più elevata di arrivare ad un premio consistente (anche perchè spesso alcuni giocatori non sono per niente abituati a giocare in queste fasi di bui elevati e con in palio premi alti).

Questa attività di “Account Selling” è ovviamente ancora più proibita, ma come per il “Ghosting” assolutamente praticata in molti tornei online e praticamente impossibile da scoprire se non in casi eclatanti.

Infine, sembrerà strano, ma tra il “ghosting” potrebbero finire anche quei gruppi di giocatori che per un motivo o per l’altro si ritrovano a condividere lo stesso account (vedi gruppi di studenti nello stesso appartamento o amici che giocano ritrovandosi in serate comuni). Questo sia perchè giocare in gruppo porta evidenti vantaggi (confronto live, scelte da condividere in comune, esperienze cumulative,ecc), sia perchè porta poi a poter giocare un numero decisamente più elevato di ore essendo potenzialmente in vantaggio rispetto a chi invece gioca in singolo (classifiche, concentrazione perdurante, alternanza di tipologie di gioco,ecc).

Insomma forse è vero che i fantasmi non si vedono…ma potrebbero esistere lo stesso un pò ovunque…

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