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il 21 Ott 2010

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Il legame tra giocatore e fiches nel poker

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“Colui che ha inventato il poker era brillante, ma colui che ha inventato le fiches geniale” Julius Weintraub”. Ogni giocatore di poker ha un legame assolutamente personale con le fiches e chi non ha mai avuto una pila di chips di fronte non può capirlo.

Per i grandi professionisti del poker le fiches non sono solo uno strumento per effettuare la puntata, ma un veicolo di emozioni ed ogni giocatore arrivato a sedersi sui tavoli più prestigiosi ha dovuto affrontare, in un modo o nell’altro, questo rapporto che può diventare “scomodo” e rivelatore.

Attraverso la gestualità si può esprimere il nervosismo, la paura, il senso di attesa o  l’estrema sicurezza e rivelare all’avversario il proprio punto, eppure non c’è giocatore che non tocchi le fiches durante la partita. C’è un gusto del tutto particolare nel sentire il suono provocato dalla fiches sul tavolo o nel guardare le mani del proprio avversario tentennare sulle proprie fiches;  insomma quello del rapporto giocatore-chips, è un microcosmo nel mondo del poker, fatto di comportamenti studiati, di manie, di compulsioni e le fiches ne sono l’oggetto principale, diventando quasi più importanti delle carte.

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Nel poker online manca del tutto il contatto fisico e nonostante la tecnologia aiuti, niente può sostituire i suoni, gli atteggiamenti, i movimenti delle mani, gli sguardi, le voci ed i gesti di un tavolo verde sul quale vengono appoggiate le fiches, tanto che molti giocatori che siedono su tavoli virtuali, si procurano delle chips da utilizzare nel corso delle partite; eppure non è la stessa cosa. Non lo è perché tutti quei segni rivelatori restano nascosti a chi gioca di fronte al PC.

Nell’immaginario collettivo il poker senza fiches non esiste. Chi non ricorda la scena del film “Rounders” nella quale Teddy KGB, uno strozzino di origine russa interpretato da John Malkovich,  alza la mano destra e lascia cadere sul tavolo tutte le sue fiches? ; il rumore, quel rumore, è il poker.

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