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il 13 Nov 2010

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Biologia del bluff: la chiave per entrare nella mente dell’avversario

Biologia del bluff: la chiave per entrare nella mente dell’avversario

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Prima o poi tutti i giocatori bluffano, ma non per tutti il meccanismo mentale si traduce in un identico comportamento al tavolo di poker. Il bluff scatena una serie di reazioni chimiche nel giocatore che variano a seconda del carattere ed incidono sui singoli atteggiamenti durante una mano di poker; esiste però un comune denominatore in tutti coloro che stanno bluffando: il rilascio di dopamina. Questa sostanza rende euforici, fa aumentare il battito cardiaco e la sudorazione ed aumenta il livello di concentrazione.

Diversi studi hanno dimostrato che il livello massimo di questa sostanza si raggiunge in situazioni di attesa. Quando un giocatore bluffa, fa un salto nel vuoto, si affida completamente alle proprie abilità intellettive o alle proprie capacità di percepire le debolezze dell’avversario. Mentre si gioca un bluff, l’attesa è al massimo ed il corpo reagisce a questa pressione in modi diversi. Alcuni giocatori riescono a rimanere perfettamente immobili, nonostante nel corpo si sia scatenata una tempesta chimica; di solito queste persone giocano un poker rischioso e bluffano spesso.

Altri non riescono a controllare la reazione fisica ed assumono degli atteggiamenti corporei decifrabili. Il tremolio della mano è un segno abbastanza tipico,anche se applicabile a due situazioni opposte; o il giocatore ha un punto molto alto o sta bluffando e deve rilasciare tensione . Ci sono molti movimenti che denotano impazienza: muovere le dita mentre si punta e poi interrompere il movimento quando l’avversario viene a vedere può significare solo una cosa: bluff!.

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Durante un bluff anche il modo di guardare le proprie carte cambia; guardare il proprio avversario è fondamentale. Quando si ha un punto alto, di solito si guardano le carte e poi si coprono subito, perché si sta già pensando a come giocare; quando, al contrario, il punto non c’è il giocatore tiene a lungo alzate le carte perché è necessario più tempo per decidere se giocare un bluff o no.

Attenzione però perchè per molti giocatori la sensazione che si prova durante il bluff è quasi irresistibile; il senso di attesa e la tensione ai massimi livelli, possono condizionare il gioco trasformando il bluff in un’abitudine; questa non è una buona strategia. Certamente la tensione fa parte del poker, ma non lasciate che il vostro gioco venga dominato dalla ricerca frenetica del brivido; sul lungo periodo diventerete giocatori frenetici, impazienti e soprattutto perdenti.

Per molti giocatori, non esiste alcuna tipicità di comportamento nel bluff e le teorie in proposito non sono applicabili al poker, perché le variabili al tavolo verde sono troppo numerose per essere studiate e catalogate. Tuttavia potete sempre provare sulla vostra pelle se la biologia del bluff  ha qualche fondamento scientifico oppure no.

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