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il 5 Nov 2010

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Il Poker secondo Sigmund Freud

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La psicoanalisi si è occupata diverse volte del fenomeno del gioco d’azzardo ed in particolare del poker, per comprendere quali meccanismo vengono innescati nel giocatore durante il gioco e soprattutto i legami tra l’azzardo e le problematiche individuali. Il padre della scuola psicanalitica Sigmund Freud ha affrontato l’argomento in un saggio pubblicato nel 1928 intitolato “Dostoevskij ed il Parricidio”, nel quale viene analizzo il comportamento del giocatore compulsivo, facendo esplicito riferimento alla vita del grande scrittore Russo, la cui dipendenza dal gioco divenne il suo più terribile tormento.

Secondo Freud il giocatore non gioca per vincere denaro, al contrario gioca perché spinto dal senso di colpa nascosto, che viene espiato attraverso la sconfitta nel gioco. Il poker è il campo ideale per innestarsi nella discussione; nel poker infatti, le sconfitte ed i downswing sono oltremodo fisiologici al gioco stesso e le indagini psicoanalitiche trovano terreno fertile proprio nel giocatore di poker. Il giocatore, scrive Freud, non vuole vincere semplicemente perché vincendo non avrebbe la possibilità di autopunirsi.

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In questo contesto il giocatore diviene egli stesso un assurdo; “il gioco per il gioco”, come scriveva Dostoevskij nel “Il giocatore”.  Per la psicoanalisi la persona che siede al tavolo verde cerca, attraverso l’interazione fornita dal gioco, di infliggersi una sofferenza in un ambiente astratto rispetto a quello nel quale vive le esperienze quotidiane. Lo stesso Freud descrisse il gioco in questo modo anni prima dell’uscita del saggio; nel “Il poeta e la fantasia” del 1907 scrive “Il contrario del gioco non è ciò che è serio, bensì ciò che è reale”.

Il poker può essere agganciato anche ad un altro studio di Freud, quello sui motti di spirito; quelle frasi pungenti o battute che ad ognuno di noi è capitato di pronunciare. I giocatori di poker spesso si inventano delle frasi per stupire, che poi diventano una loro caratteristica; dietro questo comportamento c’è un senso occulto che andrebbe interpretato, per capire il reale significato delle parole. In conclusione il poker va considerato come uno strumento di comunicazione, nel quale gli atteggiamenti, le scelte e le decisioni, non sono altro che frutto di dinamiche interiori dell’essere umano. E c’è chi lo chiama gioco!.

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